Il più grande tra gli aeroporti australiani: l’aeroporto internazionale di Sydney si trova a 8 chilometri dal centro della città, nell’area di Mascot. Per questo motivo, oltre a essere indicato con il suo nome ufficiale di Sydney Kingsford Smith Airport, lo scalo viene chiamato anche con il nome colloquiale Mascot Airport. Si tratta dell’aeroporto più trafficato dell’Australia e dell’intera Oceania, nonché di uno degli aeroporti più antichi del mondo ancora attivi. Attualmente l’aeroporto di Sydney serve 46 destinazioni domestiche e 43 destinazioni internazionali, essendo l’hub principale di Qantas e il secondo hub di Virgin Australia e Jetstar, nonché uno scalo fondamentale per Air New Zealand. Al di là delle peculiarità di questa struttura, oggi ci soffermeremo sui dati che rendono importantissimo l’aeroporto di Sydney per l’economia australiana.
Breve storia dell’aeroporto di Sydney
Come anticipato, l’aeroporto di Sydney è conosciuto come uno tra i più antichi attualmente in attività. I primi voli decollati da questa area ebbero il via nel 1911, con l’avvio dei primi voli regolari nel 1924. Nel 1932 venne costruita la prima pista in ghiaia, mentre nel 1949 l’aeroporto di Sydney poteva contare su 3 piste, rispettivamente di 1.787 metri, di 1.190 metri e di 1.085 metri. La pista più lunga, peraltro, era attraversata nella sua parte finale da una linea ferroviaria.
Negli anni Sessanta si rese palese la necessità di costruire un terminal internazionale moderno. La struttura venne costruita tra il 1966 e il 1970, anno in cui vide atterrare il primo Boeing 747, su una pista lunga ormai 2.500 metri. Il terminal venne sottoposto a nuovi lavori di espansione in vista delle Olimpiadi di Sydney del 2000.
L’aeroporto di Sydney, oggi
Attualmente l’aeroporto di Sydney presenta 3 terminal. Il Terminal 1 è quello internazionale, e presenta 29 gate nonché un check-in dedicato per ogni compagnia aerea operante; è diviso su 3 livelli, dedicati rispettivamente agli arrivi, alle partenze e agli uffici. La struttura risale agli anni Settanta, per essere poi riammodernata nei decenni successivi. Il Terminal 2 è dedicato ai voli domestici, e ospita quindi le compagnie di linea australiane, dalla Virgin Blue alla Jetstar; presenta arrivi e partenza sul medesimo piano. Il Terminal 3, infine, ospita a sua volta voli domestici, e risulta il meno trafficato dell’aeroporto di Sydney, essendo utilizzato dalla sola Qantas.
Guardando al passaggio di passeggeri, l’aeroporto di Sydney ha visto 3.06 milioni di passeggeri internazionali tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2022; per quanto riguarda il numero annuo di passeggeri domestici, il numero da tenere di riferimento è quello precedente alla pandemia, tra il 30 giugno 2018 e il 30 giugno 2019, con un totale di 27.5 milioni di passeggeri.
Il ruolo dell’aeroporto di Sydney nell’economia australiana
Gli ultimi dati completi in grado di descrivere il ruolo dell’aeroporto di Sydney nell’economia australiana sono relativi al 2019, così come risultanti da un rapporto di Deloitte pubblicato nel 2021 (dal titolo “Economic contribution of Sydney Airport 2019”). La società di consulenza spiega che nel 2019 il più grande aeroporto australiano ha registrato 44,4 milioni di passeggeri, più di un quarto del totale australiano. I movimenti di velivoli sono stati complessivamente 324 mila.
Gli esperti di Deloitte spiegano che «le attività delle imprese che operano all’interno del distretto dell’aeroporto di Sydney hanno generato una stima 11,3 miliardi di dollari di valore aggiunto, con un’occupazione associata di 56.600 posti di lavoro equivalenti a tempo pieno (FTE)». Per quanto riguarda il contributo del turismo e del movimento merci agevolato dall’aeroporto, Deloitte parla di 30,7 miliardi di dollari valore aggiunto, con la generazione di 279.800 posti di lavoro.
Complessivamente, dunque, nel 2017 « le attività del distretto dell’aeroporto di Sydney hanno generato o facilitato un totale di 38 miliardi di dollari di valore aggiunto e 338.500 posti di lavoro FTE». Si parla quindi circa del 2,2% del prodotto interno lordo dell’Australia; partendo dal presupposto che una parte significativa delle attività viene svolta all’interno dei confini dello stato del New South Wales, va comunque detto che le attività rappresentano circa il 6,8% del prodotto statale lordo dello Stato.
Guardando al futuro, seguendo le stime effettuate da Deloitte, nel 2024 il contributo economico diretto dell’aeroporto di Sydney sarà di 7,4 miliardi di dollari, per arrivare a 9,1 miliardi di dollari nel 2039.
Il nuovo aeroporto: Western Sydney Airport
Fin dagli anni Sessanta si parla della costruzione di un secondo aeroporto per la città di Sydney, discorso che è diventato particolarmente importante a partire dagli anni Ottanta, per via dell’effettivo aumento di traffico aereo sulla città: tra il 1987 e il 2000 i voli sono più che raddoppiati, così come sono raddoppiati anche i passeggeri internazionali. Nel 2007 il governo australiano ha dichiarato il Sydney Kingsford Smith Airport “saturo”, senza però indicare una soluzione concreta. Questa è arrivata nel 2014, quando è stato presentato il progetto di costruire un nuovo aeroporto a Badgers Creek, a 44 chilometri dal centro cittadino e a 41 chilometri dall’aeroporto principale. È noto che l’aeroporto si chiamerà Western Sydney Airport, e che verrà aperto “a fasi”, inizialmente con una singola pista e con un solo terminal, con connessioni dirette stradali con l’aeroporto di Mascot.
La costruzione della nuova struttura è iniziata nel 2018, e si punta a completare il primo stage entro il dicembre del 2026. Nel 2019 è stato peraltro ipotizzato di aggiungere al nome Western Sydney Airport anche quello di Nancy Bird Walton, ovvero quello di una pioniera dell’aviazione australiana, fra le altre cose fondatrice della Australian Women Pilots’ Association nel 1950.