Il Belgio ha tanto da mostrare e da raccontare sul fronte dell’architettura. Basti, per iniziare, un dato stupefacente: con più di 3.000 manieri, il Belgio è il paese che vanta la più alta concentrazione di castelli in relazione alla propria superficie. Nella capitale si concentrano edifici che da sempre attirano l’attenzione internazionale, a partire per esempio dal palazzo del municipio, ovvero l’Hotel de Ville, capolavoro dello stile gotico brabantino che si innalza nella famosa piazza Grand Place, circondata dalle stupende Case delle corporazioni. Di certo, però, la costruzione che più delle altre suscita curiosità nella capitale belga è l’Atomium, un’opera che fin dalla sua inaugurazione sfugge alle definizioni.
L’Atomium di Bruxelles
Di certo, nel momento in cui ci si avvicina all’Atomium, non mancano le domande. L’opera sorge a Heysel Plateau, a Laeken, immediatamente a nord di Bruxelles. Qui furono ospitate le esposizioni internazionali del 1935 e successivamente nel 1958, e fu per l’appunto in occasione di quest’ultimo evento che l’Atomium venne costruito. Non si tratta certo di un normale edificio, né tuttavia di un semplice monumento. Da un certo punto di vista, la sua stessa posizione – in un parco, nel mezzo di una grande rotatoria – potrebbe far pensare per l’appunto proprio a un monumento, di dimensioni però gargantuesche. L’altezza dell’Atomium è infatti di 102 metri complessivi. Pur essendo situato fuori dal centro di Bruxelles, quest’opera gigantesca ne domina lo skyline. Cos’è quindi quest’opera? All’inizio era stata concepita come il padiglione belga per l’esposizione internazionale, con una forte tensione futuristica; al suo interno oggi è possibile prendere parte alle più eterogenee attività, dalla visita museale alla ristorazione. Non è quindi errato, dunque, parlare dell’Atomium di Bruxelles come di una grandissima installazione, impossibile da trascurare durante una visita nella capitale europea.
Questo per cercare di categorizzare l’opera. Quanto alla sua effettiva natura, l’Atomium si presenta come un cristallo di ferro ingrandito 165 miliardi di volte, fino a diventare per l’appunto una struttura visitabile, con scale mobili, ascensori, ristoranti e via dicendo. Il cristallo di ferro non è stato scelto a caso: si tratta di un simbolo esplicito, a sottolineare la grande fiducia dell’epoca nel progresso scientifico (in particolar modo in campo nucleare), qui rappresentato per l’appunto dai 9 atomi.
La storia dell’Atomium di Bruxelles
Quella del 1958 a Bruxelles fu la prima delle esposizioni universali organizzate dopo la Seconda Guerra mondiale. In buona parte l’evento prese luogo nei medesimi spazi costruiti in precedenza per l’esposizione del 1935 – che fu invece l’ultima esposizione di prima categoria prima dello scoppio del conflitto. Per il padiglione belga venne selezionata l’ambiziosa idea dell’ingegnere André Waterkeyn, che disegnò l’Atomium in collaborazione degli architetti Andrè e Jean Polak. L’idea iniziale era per l’appunto quella di costruire una struttura temporanea, da demolire quindi dopo 6 mesi, al termine della manifestazione. L’interesse creatosi intorno all’Atomium, però, fu tale da far cambiare totalmente l’idea in proposito, così da rendere permanente questa enorme struttura. Questa, come per altro è noto, è solo una delle grandi opere architettoniche nate proprio dall’organizzazione di un’esposizione universale – la stessa torre Eiffel, un altro capolavoro di metallo, era infatti stata costruita in occasione della esposizione parigina del 1899.
La struttura dell’Atomium, come disegnata in origine, doveva essere leggermente diversa: solo in un secondo momento, dopo dei test effettuati nelle gallerie del vento, si decise di aggiungere delle colonne di supporto per rendere più sicura la struttura d’acciaio. Al momento della costruzione, gli ascensori del pilastro centrale della struttura furono salutati come i più veloci al mondo – laddove invece nelle forme tubolari di connessione erano presenti lunghe scale.
La struttura dell’Atomium in Belgio
Ogni atomo, e dunque ognuna delle 9 sfere che formano l’Atomium, è costruito in acciaio. Si parla nello specifico di 9 sfere di acciaio con un diametro di 18 metri, connesse tra loro da una solida struttura in acciaio. L’intera opera è stata realizzata in metallo, eccezion fatta per la base, la quale presenta 3 bipodi in calcestruzzo armato, base portante – insieme al grandioso pilastro centrale – dell’intera opera.
Delle 9 sfere, solamente 6 risultano accessibili ai visitatori. Altre tre, non presentando degli appoggi verticali diretti tali da garantire un’uguale portata, sono invece chiuse, senza venire utilizzate in tal senso.
L’interno dell’Atomium: uno spazio polifunzionale
All’interno dell’Atomium non potevano ovviamente mancare dei punti panoramici: nelle giornate limpide dalle sue sfere più alte è possibile godere di una stupenda vista sulla città belga e sui suoi dintorni. Ma non è tutto qui. Spostandosi all’interno della struttura con ascensori, scale mobili e scale normali, è possibile scoprire mostre, esposizioni stabili e temporanee, un ristorante di cucina tipica del Belgio – il Belgium Taste – e via dicendo. Una sezione dell’Atomium è poi dedicata alla mostra dei plastici della struttura stessa, così come elaborati prima della costruzione per presentare di volta in volta le modifiche necessarie per rendere la struttura maestosa e allo stesso tempo sicura.
I lavori di ristrutturazione del 2004
Come anticipato, al momento dell’inaugurazione effettuata nel 1958, l’idea era quella di smontare l’enorme struttura una volta terminata l’esposizione. Non stupisce quindi che, alcuni decenni dopo, l’Atomium presentasse un improrogabile bisogno di riqualificazione. Tra il marzo del 2004 e il febbraio del 2006 la struttura venne quindi chiusa al pubblico, per rimettere in sesto una costruzione in esplicito stato di deterioramento. I lavori effettuati in questo frangente sono stati tanti e diversi. I pannelli in alluminio che ricoprivano originalmente le sfere, per esempio, sono stati sostituiti con dei pannelli in acciaio inossidabile. Un lavoro importante è stato fatto anche per quanto riguarda l’illuminazione esterna delle sfere, le quali, dotate ora di luci led, diventano altamente attraenti anche durante le ore di oscurità. Il progetto per il restauro dell’Atomium – a opera dello studio Conix Architecten – non ha ovviamente trascurato la riqualificazione interna della struttura. All’interno delle sfere è stato per esempio predisposto un rivestimento di acciaio galvanizzato, mentre sono stati interamente ripensati alcuni spazi – a partire dalla sfera dedicata ai bambini, ad opera dell’artista Alicia Framis.