Sidney non manca mai di incantare gli appassionati di architettura, con edifici capaci di rapire l’attenzione e gli sguardi, tanto da meritare già di per sé un viaggio nell’emisfero australe. Di certo l’icona più famosa della città australiana è la Sydney Opera House, unica nel suo genere, progettata nel 1956 dall’architetto danese Jørn Utzon, che riuscì a imporsi su 232 candidati. Ma Sidney è anche la torre di Central Park, chiamata per l’appunto One Central Park, frutto dell’estro creativo di Ateliers Jean Nouvel, nonché l’inconfondibile Dr Chau Chak Wing Building, con il suo effetto accartocciato. E ancora, chi guarda lo skyline della città non può non rimanere colpito dall’altezza della Sydney Tower, la costruzione più alta della city nonché la torre di osservazione più alta di tutto l’emisfero. Non si possono poi dimenticare la sede bianco e nera del Museum of Contemporary Art, nonché l’Australian Square, la Rose Seidler House, la Vaucluse House e l’iconica Elizabeth Bay House. C’è però un’area in particolare, negli ultimi anni, che svetta sopra alle altre quanto a interesse architettonico. Parliamo della zona del Darling Harbour, che negli ultimi anni è stata oggetto di un importante ed esteso progetto di riqualificazione, per “ridonare alla città” questo importante affaccio sul mare.
Il Darling Harbour, oggi
Per chi non hai mai visto Sidney può essere difficile capire cosa è il Darling Harbour. Parliamo, in estrema sintesi, di una grande area pedonale che si trova poco fuori dal centro della città, a circa 10 minuti a piedi. Qui i cittadini di Sidney come anche i turisti possono trovare tantissime possibilità di svago, di divertimento e di crescita. Si parla infatti di musei, di teatri, di zoo, di un acquario, di tanti ristoranti e di diversi negozi e boutique. Va sottolineato fin da subito che, come si sarà capito, quest’area pochi anni fa era completamente diversa: in questo piccolo paradiso affacciato sul mare, fino agli anni Ottanta, si potevano incontrare solo pontili, fabbriche e scali di smistamento per i treni merci.
La storia del Darling Harbour
Quando i primi occidentali misero piede nell‘area di Darling Harbour trovarono le coste coperte dai gusci di ostriche e di altri molluschi: per questo gli europei chiamarono dapprima la baia Cockle Bay, per via dell’aspetto “increspato” delle spiagge. Con lo stabilirsi della prima colonia di europei, l’area venne frequentata dapprima solo esclusivamente da pescatori, nonché da operai e da detenuti impiegati nella produzione della calce. Nel corso dell‘Ottocento furono costruiti i primi moli, fino a trasformare Cockle Bay in un importante porto chiamato Darling Harbour, in onore di Ralph Darling, governatore del New South Wales dal 1825 al 1831.
In questa area sorsero le prime vere fabbriche australiane, con Darling Harbour a diventare un fulcro fondamentale della Rivoluzione Industriale nell’emisfero australe: qui venne acceso nel 1815 il primo motore a vapore australiano, e sempre qui venne assemblata la prima nave con scafo metallico del continente, per diventare poi un importante centro per la zincatura del ferro. Per tutto’ l’Ottocento sui moli di Darling Harbour ci fu un enorme via vai di carbone, di legname e di grano, mentre a partire dal 1870 la lana diventò la merce più importante del porto. In quei tempi l‘Iron Wharf, costruito nel 1874 e salutato come il primo molo completamente in ferro del mondo, era considerato come la struttura in metallo più imponente mai costruita – la Torre Eiffel è infatti del 1889.
La crescita di Darling Harbour continuò per tutto il Novecento, superando la Prima Guerra Mondiale, la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Al volgere della metà del secolo, però, iniziò il lento decadimento dell’area, culminato nel 1984: in quell’anno infatti l’ultimo treno lasciò gli scali di Darling Harbour.
La grande riqualificazione di Darling Harbour
Nel 1983 Darling Harbour diceva addio all’ultimo grande stabilimento industriale. Nello stesso anno il primo ministro del New South Wales Neville Wran annunciò la decisione di procedere con un grande progetto di riqualificazione dell’area, per poterla “restituire ai cittadini di Sydney”. I lavori durarono fino al 1988, quando la regina Elisabetta II inaugurò il nuovo Darling Harbour, il 4 maggio 1988: l’attrazione centrale della zona era senza dubbio il grande acquario, il quale fu seguito ben presto da tante altre attrazioni, dai musei agli alberghi, passando per i ristoranti e per i negozi. A partire dalla fine degli anni Ottanta, dunque, la vecchia Cockle Bay, divenne un “nuovo” cuore di Sydney. I lavori non erano però finiti.
La crescita di Darling Harbour nel nuovo Millennio
La crescita e lo sviluppo dell’ex area portuale e industriale non si sono fermati con l’inaugurazione del 1988. Al contrario: dopo l’anniversario del decimo anno di vita del nuovo quartiere iniziarono importanti lavori in vista dei giochi olimpici del 2000, ospitati per l’appunto da Sydney. In quell’occasione venne completata la costruzione di King Street Wharf, con la baia ad ospitare le competizioni di 5 diversi sport. Ancora oggi l’evoluzione del distretto continua: in questi mesi sta per essere ultimato per esempio il grattacielo Crown Sydney, a Barangaroo, il molo orientale di Darling Harbour. Una volta completato sarà alto 271,3 metri, diventando così l’edificio più alto della città (tenendo in considerazione che la Torre di Sydney è una torre di osservazione).
Tra i più recenti edifici costruiti a Darling Harbour non si può inoltre non citare l’International Convention Centre Sydney, un edificio inaugurato nel 2016 e pensato per ospitare convention e altri eventi di importanza internazionale. Al suo interno si trovano 70 diverse meeting room e tre teatri, con la possibilità di ospitare convention con 2.500, 1.000 e 750 persone. La costruzione del centro ha richiesto due anni, nonché circa 32.000 metri cubi di cemento.