L’ammodernamento energetico di ogni Paese ha come punto di partenza l’esistenza di infrastrutture adeguate, essenziali per evitare i black-out e far arrivare l’elettricità alle persone in qualsiasi situazione. Lo sa bene l’Australia, che sta lavorando all’installazione di 10.000 km di per arrivare a produrre e distribuire il 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili.
Ma cosa può accadere durante un black-out? Per scoprirlo, dobbiamo tornare indietro nella storia, precisamente al 9 novembre 1965, data passata alle cronache per il primo grande black-out della storia americana.
Tutto iniziò alle 17:17, quando la centrale idroelettrica di Niagara Falls andò in tilt. Nel giro di breve tempo 30 milioni di persone tra Stati Uniti, Canada e Ontario rimasero senza luce.
I semafori si spensero, immobilizzando le auto. Gli ospedali sospesero le operazioni in attesa che si attivassero i generatori. Le piste di atterraggio rimasero completamente al buio impedendo agli aerei di atterrare. Si stima che 800.000 persone rimasero bloccate nelle metropolitane di New York e altre migliaia in uffici, ascensori e treni. Furono chiamati in servizio 10.000 guardie nazionali e 5.000 poliziotti. E in tutto questo caos, nessuno sapeva bene cosa stesse succedendo perché le radio smisero di funzionare.
I disagi durarono circa 12 ore e la leggenda narra che 9 mesi dopo fu registrata un’impennata delle nascite, benché nessuna statistica lo abbia mai confermato.