Si stima che al giorno d’oggi una quantità compresa tra l’80% e il 90% delle merci scambiate a livello internazionale sia trasportata via mare, e quindi su navi. Queste percentuali sono indicate in base al peso; se invece si volesse considerare il valore, le navi finirebbero per trasportare circa il 70% delle merci scambiate nel mondo. In effetti nei mari e negli oceani si muovono circa 100 mila grandi navi da carico, gigantesche navi portacontainer che si muovono da un Paese all’altro. Meta di questi continui viaggi sono ovviamente i più grandi porti mondiali: parlando dell’Europa, per esempio, buona parte delle merci passa per Amburgo. Ma perché questo scalo della Germania settentrionale è ancora oggi così importante per la Germania stessa e per il continente? E qual è la storia del porto di Amburgo?
I numeri del porto di Amburgo e la sua importanza in Europa
Hamburger Hafen: così i tedeschi chiamano il porto di Amburgo, posizionato sul fiume Elba, a ben 110 chilometri dal Mare del Nord. Si tratta del principale porto della Germania e del terzo porto europeo, subito dopo gli scali di Rotterdam e di Anversa: per la sua importanza è chiamato anche dai tedeschi anche “Tor zur Welt”, ovvero “Porta del mondo”. Guardando alle classifiche dei porti mondiali per mole di merci, il porto di Amburgo si piazza di volta in volta tra la quindicesima e la ventesima posizione. Stando per esempio alla società di consulenza Alphaliner, il porto di Amburgo sarebbe alla ventesima posizione, in una lista dominata dagli scali asiatici.
Nel complesso il porto di Amburgo si estende su una superficie di quasi 74 chilometri quadrati, 43 dei quali dedicati alle aree di ormeggio: a permettere la sviluppo di un porto di questo tipo, lontano dal mare, sono state le caratteristiche ramificazioni del fiume Elba in questa area.
La nascita e la storia del porto di Amburgo
La storia del porto di Amburgo è quasi antica quanto quella della città stessa. Il porto di Amburgo ha infatti una data ben precisa di nascita: si parla del 7 maggio 1189, giorno in cui Federico I, ovvero Federico Barbarossa – Imperatore dei Romani e re d’Italia – individuò quest’area come una posizione strategica per il commercio. Da quel momento in poi ha inizio la storia di uno scalo che per lungo tempo è stato il più importante d’Europa, fondamentale per lo sviluppo di Amburgo e della Germania.
Il porto di Amburgo dalla Lega Anseatica all’Ottocento
Nei primi secoli, la storia del porto di Amburgo si intreccia inevitabilmente con quella della Lega Anseatica, alleanza mediante la quale le città anseatiche si assicurarono il monopolio quasi esclusivo del commercio nell’Europa Settentrionale e nel Mar Baltico. In quel periodo, e fino al XVI secolo, il porto di Amburgo veniva considerato il porto più importante d’Europa dopo quello di Lubecca, all’epoca capitale della lega anseatica. La fortuna e l’importanza del porto di Amburgo crebbero però velocemente al momento della scoperta dell’America, con i conseguenti flussi commerciali oltreoceano: fu proprio la nascita degli scambi transoceanici a permettere il sorpasso di Amburgo su Lubecca. In quegli anni la città tedesca sull’Elba divenne il punto di riferimento sia per il trasporto di merci verso l’America, sia per il trasporto di passeggeri.
Il successo del porto continuò nei secoli successivi, fino ad arrivare all’Ottocento. Nel 1847 fu fondata la Hamburg America Line (conosciuta anche come Hamburg-Amerikanische Packetfahrt-Aktien-Gesellschaft, in acronimo HAPAG), la quale a partire dal 1970 si è fusa con la “rivale” Norddeutscher Lloyd, a formare la tuttora presente Hapag-Lloyd. Nel 1888 Amburgo divenne un porto franco, al momento del passaggio della città nella Zollverein, ovvero nell’Unione Doganale tedesca: tale qualifica è rimasta in essere fino al 2013. La possibilità di spedire merci senza oneri doganali rappresentò un ulteriore elemento di successo per il porto tedesco.
Il Porto di Amburgo nel Novecento
Il porto di Amburgo subì duri colpi nel Ventesimo secolo. Le flotte dei cantieri navali di Amburgo vennero per esempio distrutte sia durante la Prima Guerra Mondiale che durante la Seconda Guerra Mondiale. Al termine del secondo conflitto mondiale, con la conseguente divisione della Germania in Est e in Ovest, il porto perse buona parte del proprio terreno di riferimento, così da dire addio a molto dei propri fondamentali link commerciali. Fu solo con la riunificazione della Germania che il porto riuscì a conquistare una posizione di preminenza, accresciuta ulteriormente con l’ingresso nell’Unione Europea e successivamente con l’aumento degli Stati membri. In questi ultimi decenni il porto di Amburgo ha quindi riconquistato la propria importanza nella logistica europea e internazionale, così da divenire nuovamente uno degli scali navali più trafficati a livello mondiale.
La Speicherstadt
Tra i simboli più famosi ed evidenti di Amburgo, tra le strutture più caratteristiche e stupefacenti del porto cittadino: la Speicherstadt, ovvero la “città dei magazzini” è formata da un complesso di ben 17 magazzini costruiti lungo i canali del centro cittadino, immediatamente dietro il porto di Amburgo. Questi grandi e alti magazzini – che occupano un’area di circa 330 mila metri quadrati – furono costruiti a servizio del porto in un periodo compreso tra il 1884 e il 1927, seguendo il progetto dell’ingegnere amburghese Franz Andreas Meyer. Iscritto nel 1991 nelle liste dei monumenti protetti dai beni culturali, a partire dal 2015 la Speicherstadt figura anche tra patrimoni dell’umanità Unesco.
La scelta di costruire questi enormi magazzini – nell’insieme il più grande complesso di stoccaggio mai costruito a livello mondiale – venne presa in seguito alla stipula di un contratto doganale tra Amburgo e l’Impero Tedesco. Furono quindi abbattuti molti edifici cittadini, per erigere – su delle palafitte in legno di quercia – dei magazzini alti fino a 7 e 8 piani, utilizzando il caratteristico laterizio rosso. In questi magazzini, esteticamente eleganti per via della presenza di torri e pinnacoli, vennero stoccate per decenni merci come il tè, il caffè, il tabacco, il rum e via dicendo. Al giorno d’oggi questa parte del Porto di Amburgo ha perso la sua funzione principale, ospitando quindi musei, case discografiche, agenzie di spettacolo e uffici.