Poco più di 7 chilometri. Era questa la lunghezza della prima ferrovia italiana, ovvero della famosa Napoli-Portici, inaugurata il 3 ottobre del 1839. Non a Milano, non a Torino: la prima linea ferroviaria in Italia venne costruita nel Regno delle Due Sicilie, su commissione di re Ferdinando II. Quel giorno iniziò la lunga storia delle strade ferrate italiane: basti pensare che oggi in Italia si contano quasi 17mila chilometri di ferrovie gestite da Rete Ferroviaria Italiana, ai quali si sommano circa 3mila chilometri di linee secondarie gestite da altre società.
La costruzione della ferrovia Napoli-Portici diede il via all’intera industria ferroviaria: se fino allora in Italia non era stato costruito nulla di simile, a partire dal 1839 si conobbe un veloce progresso. Tutto partì dalle Officine di Pietrarsa (ubicate per l’appunto tra Napoli e Portici) dove un vecchio stabilimento adibito alla produzione di cannoni venne convertito per produrre il necessario per la costruzione delle prime ferrovie italiane. Nel 1860 lo stabilimento contava più di 1.000 operai, impegnati nella realizzazione di locomotive e del materiale rotabile. Ma come si arrivò alla costruzione della prima linea ferroviaria italiana?
La linea ferroviaria Napoli-Portici: i precedenti
Va detto che la prima linea ferroviaria in Italia arrivò in leggero ritardo rispetto a quanto fatto in altri Paesi. Quella che viene ricordata come la prima linea ferroviaria del mondo venne infatti inaugurata nel settembre del 1825, in Inghilterra: questo primo esempio di strada ferrata, lungo 43 chilometri, correva tra Stockton e Darlington, nel nord del Paese. Creatore di questa prima ferrovia fu George Stephenson, l’inventore della macchina a vapore. Scopo precipuo della strada ferrata era quello di collegare le miniere di carbone dell’entroterra con il porto di Stockton; non stupisce quindi scoprire che le prime carrozze per i viaggiatori vere e proprie vennero introdotte solo 8 anni dopo, nel 1833, laddove fino a quel momento i passeggeri erano costretti a viaggiare su dei carri pianali “adattati”.
Nel 1830 fu la volta degli Stati Uniti, con la linea ferroviaria tra Charleston e Hamburg, quindi della Francia, nel 1832, con una ferrovia tra Saint-Etienne e Lione. Furono poi inaugurate nel 1834 la prima linea irlandese, nel 1825 la prima linea belga e la prima tedesca. E ancora, a precedere l’Italia ci furono anche Canada, Russia, Cuba e Austria.
La costruzione della prima linea ferroviaria italiana
La costruzione della Napoli-Portici, come anticipato, venne commissionata da re Ferdinando II di Borbone. Si parla quindi dell’ultimo vero re del Regno delle Due Sicilie, che ebbe il merito di capire l’utilità della ferrovia per il trasporto di merci e di persone, ma non quello di intuire fin da subito il valore strategico che la strada ferrata poteva avere per sostenere la Marina borbonica.
Il via ufficiale ai lavori venne dato il 19 giugno 1836. Quel giorno venne infatti firmata la convenzione per la costruzione della prima linea ferroviaria italiana, con la quale il re affidava il progetto all’ingegnere francese Armand Joseph Bayard de la Vingtrie. Questo contratto prevedeva la costruzione, entro 4 anni, di una linea ferroviaria tra Napoli e Nocera inferiore, incluso un ramo per Castellammare. Va detto che il denaro necessario fu messo in toto da Bayard (che nel 1837 costituì la società Bayard & De Vergès) in cambio dei proventi dei primi 99 anni di funzione della linea (periodo che fu poi ridotto a soli 80 anni).
Come visto, prima di allora non erano state costruite ferrovie in Italia. Ecco dunque che, per realizzare la strada ferrata lungo il litorale partenopeo, ci si dovette rivolgere in parte a dei prodotti provenienti dall’estero. La prima ferrovia italiana, quindi, non fu costruita solamente con fondi francesi, ma anche con materiali e tecnologie in buona parte stranieri. Le locomotive che sfrecciarono nei primi anni sulla Napoli-Portici arrivavano infatti dall’Inghilterra, costruite dalle officine Longridge e Starbuck di Newcastle e disegnate da George e Robert Stephenson. Il ferro necessario per la costruzione dei binari venne estratto dalle miniere della Vallata dello Stilaro, e lavorato nel Polo siderurgico di Mongiana, in Calabria. I normali vagoni passeggeri furono invece realizzati a Napoli, presso lo stabilimento di San Giovanni a Teduccio.
Il tracciato della prima ferrovia in Italia
La Napoli-Portici era lunga poco più di 7 chilometri. Si trattava di un tratto completamente piano, con un raggio di curvatura compreso tra i 1.400 e i 3.000 metri. Per percorrerlo da parte a parte i primi convolgi impiegavano poco più di 10 minuti, viaggiando a una velocità per quei tempi assolutamente grandiosa: la locomotiva a vapore britannica, battezzata Vesuvio e spinta da 65 cavalli, sfrecciava infatti a 50 chilometri orari. Per fare un paragone, va ricordato che in quegli anni ci si spostava unicamente con mezzi a trazione animale, a una media di non più di 4 chilometri orari per il trasporto merci.
L’inaugurazione e la continuazione dei lavori
La Napoli-Portici venne inaugurata dal re, che a mezzogiorno in punto diede il segnale di partenza per il primo convoglio, affermando che «questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico». Su quel primo treno salirono 48 illustri invitati, accompagnati da 60 ufficiali, 30 artiglieri, 30 fanti, 60 marinai, più la banda della guardia reale, posizionata in coda. Quello fu solo l’inizio: già nei 40 giorni successivi la linea Napoli-Portici ospitò in tutto oltre 85mila passeggeri.
Nel 1842 venne inaugurato il tratto fino a Castellammare di Stabia, mentre l’anno successivo la ferrovia arrivò fino a Caserta. Nel 1844 si collegò infine Nocera. La linea ferroviaria Napoli-Portici diede il via, come detto, all’industria ferroviaria italiana: nel 1840 fu la volta della Milano-Monza, e nel 1844 venne inaugurata la Pisa-Livorno, seguita nel 1846 dalla Lucca-Pisa (la quale, collegando il ducato di Pisa con il granducato di Toscana, fu tra le prime ferrovie internazionali del mondo).