C’è una fotografia in bianco e nero degli anni Trenta che tutti conoscono: ritrae 11 operai mentre mangiano tranquilli il loro pranzo, seduti su una lunga trave d’acciaio. Niente di strano, non fosse che quella trave si trova sospesa nel vuoto, centinaia di metri al di sopra del suolo di New York. Quella celeberrima fotografia – intitolata “Lunch atop a Skyscraper” – fu scattata nel 1932 da Charles C. Ebbets, durante la costruzione del Rockefeller Center, e in particolare del 30 Rockefeller, uno dei simboli della città, nonché degli anni Trenta.
Per l’altezza che raggiungono i suoi edifici, per lo stile art déco che lo contraddistingue, per la sua posizione, per il nome importante al quale è indissolubilmente legato: da sempre il Rockefeller Center di New York affascina i visitatori della Grande Mela, nonché gli appassionati di architettura di tutto il mondo.
La costruzione del Rockefeller Center di New York
Figlio ed erede del magnate petrolifero John Davison Rockefeller (considerato all’epoca come l’uomo più ricco del mondo), John Davison Rockefeller Jr. è stato un imprenditore, un filantropo e un punto di riferimento nella finanza internazionale per molti decenni. Il suo nome è legato in modo indissolubile al Rockfeller Center: fu lui, infatti, a ideare questo gruppo di edifici negli anni Venti del secolo scorso, per poi dare il via alla loro costruzione il 17 maggio del 1930.
L’idea era quella di costruire un complesso di edifici a Midtown, quello che lui stesso definì “city within a city”. Il terreno utilizzato, un intero isolato, era di proprietà della Columbia University, la quale ne concesse l’utilizzo a Rockefeller per 87 anni (nel 1985 il terreno su cui sorgono i palazzi venne definitivamente ceduto al Rockefeller Group, che per acquistarlo arrivò a sborsare 400 milioni di dollari).
Come anticipato, i lavori iniziarono nella primavera del 1930, in piena depressione, pochi mesi dopo il devastante crollo di Wall Street. Nonostante questo, il grandioso progetto di Rockefeller non si fermò. Al contrario, la costruzione del Rockefeller Center arrivò a impiegare ben 40.000 persone, arrivando a una prima inaugurazione del complesso di palazzi nel 1933, anno in cui venne aperto il 30 Rockefeller, ovvero il cuore pulsante del nuovo isolato.
Nel 1939, i 14 i palazzi in stile art déco vennero terminati con successo.
Va sottolineato che la costruzione del Rockefeller Center di New York non si esaurì negli anni Trenta: negli anni Sessanta e Settanta, infatti, vennero realizzati altri 4 palazzi nella zona occidentale del complesso.
La proprietà
Il Rockefeller Center di New York è rimasto saldamente in mano alla famiglia Rockefeller fino al 1989. In quell’anno, infatti, il Rockefeller Group è stato acquistato dalla compagnia immobiliare Mitsubishi Estate. Pochi anni più tardi, nel 1996, l’iconico complesso di palazzi fu acquistato da una cordata di soggetti facenti parte del mondo dell’alta finanza: il 50% della proprietà fu comprata dal Gruppo Goldman Sachs, mentre la percentuale restante venne spartita tra personalità come David Rockefeller (figlio di John Davison Rockefeller Jr.), Stavros Niarchos e Gianni Agnelli.
Questa nuova situazione immobiliare ebbe però vita breve: l’alba del nuovo Millennio vide infatti passare gran parte del complesso (ovvero i 14 palazzi originari) nelle mani della a Tishman Speyer Properties.
Nel 2015 il grattacielo 30 Rockefeller fu infine acquistato dalla Comcast.
30 Rockefeller: altezza e piani
L’edificio più famoso del Rockfeller Center è il grattacielo 30 Rockefeller, chiamato dapprima RCA Building, quindi GE Building e poi, a partire dal 2015, Comcast Building. Tra i newyorkesi, ad ogni modo, il palazzo è conosciuto con il nome abbreviato di 30 Rock, essendo situato per l’appunto al numero 30 di Rockefeller Plaza.
L’altezza di questo grattacielo è di 259 metri, lungo i quali trovano spazio in tutto 70 piani, serviti da 60 ascensori. A New York esistono ovviamente grattacieli molto più alti, come il recente One World Trade Center, con i suoi 541 metri, o la Central Park Tower, con 472 metri d’altezza. Indubbiamente, però, il panorama offerto dalla cima del grattacielo (chiamata “Top of the Rock”) è tra i più famosi della città, insieme a quello parimenti famoso dell’Empire State Building.
La costruzione di questo famoso grattacielo venne supervisionata da Raymond Hood; tra le principali innovazioni di questo edificio vi è il fatto di aver posizionato per la prima volta un gruppo di ascensori nella parte centrale del grattacielo. A rendere assolutamente inconfondibile questo enorme palazzo è la facciata in puro stile art déco, che caratterizza altri famosi edifici newyorkesi di quel periodo, come il Chrysler Building. A differenza di altri palazzi costruiti seguendo questo stile, però, il 30 Rockefeller non presenta alcuna guglia.
Il team di architetti coordinato da Hood era fermamente convinto che l’arte costituisse un atto di buona cittadinanza: non stupisce dunque la particolarità stilistica della facciata, i lavori di artisti come Frank Brangwyn e José Maria Sert posizionati nella hall d’ingresso, né il fregio che adorna l’edificio, eseguito da Lee Lawrie, nel quale viene raffigurata la Sapienza accompagnata dal verso biblico “Wisdom and Knowledge shall be the stability of thy times” (“Saggezza e conoscenza dovranno essere la stabilità dei tuoi giorni”).
Rockefeller Center e il suo grattacielo non sono certamente famosi unicamente per la terrazza panoramica. Il principale inquilino del grattacielo fu, fin dall’inizio, la Radio Corporation of America, da cui deriva per l’appunto il nome originale del palazzo. Qui ha inoltre sede la NBC, e sempre qui si trovano ovviamente gli uffici della Rockefeller Family & Associated, che occupano il palazzo dal 54° al 56° piano. E ancora, al 65° piano si trova il famoso Ristorante Rainbow Room, che per decenni è stato il ristorante più alto degli Stati Uniti.
Radio City Music Hall
Il secondo edificio più famoso del Rockfeller Center, subito dopo il 30 Rock, è il Radio City Music Hall, un grande teatro progettato da Donald Deskey e voluto da S.L. “Roxy” Rothafel, ricordato per la sua filosofia “Don’t ‘give the people what they want, give ’em something better”, ossia “Non dare alle persone quello che vogliono, dai loro qualcosa di meglio”.
Anch’esso esempio massimo dell’architettura art déco, è sede del tradizionale spettacolo natalizio newyorchese “Radio City Christmas Spectacular”, e ha ospitato e continua a ospitare eventi come i Grammy Awards e i Tony Awards.