Per decenni, l’Australia è stato un paese leader al mondo nell’utilizzo di soluzioni innovative per pianificare e finanziare la costruzione di strade, ferrovie, metropolitane, e altre infrastrutture necessarie per supportare la crescita dell’economia nazionale.
Alcune delle iniziative lanciate negli ultimi anni, a partire dalle partnership pubblico-privato, hanno attirato l’attenzione di molti altri paesi come ad esempio gli Stati Uniti d’America, interessati proprio a coinvolgere gli investitori privati nello sviluppo di progetti infrastrutturali in settori strategici come l’energia e i trasporti.
Secondi solo alla Norvegia nello sviluppo delle infrastrutture
Negli ultimi cinque anni l’Australia è stato uno dei paesi che ha investito di più al mondo nelle infrastrutture. Dal 2016 in poi il ritmo di crescita degli investimenti è aumentato ad una media del 30% all’anno.
Il totale dei fondi stanziati per progetti superiori a 34 milioni di dollari Usa è infatti destinato a balzare dai 17 miliardi del 2016 ai 53 miliardi previsti per il 2020. Questo è il calcolo che emerge dallo studio “Australia’s Infrastructure Innovation Imperative”, realizzato dalla società di consulenza McKinsey & Company, che analizza la propensione allo sviluppo infrastrutturale australiano arrivando ad una conclusione netta: il paese ha bisogno di nuovi investimenti e di un progetto di lungo termine per il futuro.
Secondo McKinsey la strada degli investimenti nelle grandi opere ha infatti avuto e ha tuttora un impatto significativo sullo sviluppo economico del paese. Il settore contribuisce ormai per il 10% alla ricchezza prodotta nel paese, arrivando ad occupare il 7% della forza lavoro.
Nel 2017 – riporta la ricerca – l’Australia ha speso per ciascun cittadino 906 dollari sulle infrastrutture di trasporto, piazzandosi al secondo posto dopo la Norvegia tra i paesi dell’Ocse.
Fondi indirizzati principalmente allo sviluppo di grandi progetti destinati a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a rendere più vivibili le metropoli. È questo il caso della Sydney Metro Northwest, parte di uno dei più grandi piani di trasporto pubblico del paese che prevede la modernizzazione della rete metropolitana di Sydney. Il fiore all’occhiello della nuova metro è proprio un viadotto realizzato da Salini Impregilo lungo 4 chilometri che compie una curva sopraelevata di 270 metri, una dimensione che lo rende il più grande del paese nel suo genere.
Australia, sviluppo economico e sfide del futuro
Nonostante i risultati raggiunti negli ultimi anni, l’Australia non deve però sedersi sugli allori. Secondo McKinsey il paese è chiamato ad elaborare nuove strade per gestire lo sviluppo delle sue infrastrutture, e farsi trovare pronto per affrontare alcune sfide chiave per il futuro, come ad esempio l’aumento costante della popolazione, l’urbanizzazione e i cambiamenti tecnologici in corso.
Con un boom demografico che dal 2018 al 2050 vedrà balzare la popolazione da 24,6 a 40,6 milioni di persone, è evidente che senza interventi mirati il gap infrastrutturale sarà presto molto ampio. A calcolarlo ci ha pensato un altro studio del McKinsey Global Institute secondo il quale solo il gap infrastrutturale legato all’aumento della popolazione sarà pari all’1% del Pil.
Investimenti nelle infrastrutture saranno anche necessari per misurarsi con le nuove tecnologie, come la massiccia diffusione delle auto elettriche che imporrà un ripensamento delle infrastrutture di trasporto.
Il paese è quindi chiamato a compiere uno sforzo aggiuntivo in tutte queste direzioni, perché – come spiega lo studio – «alla luce di questi importanti cambiamenti una cosa è chiara: le forze che hanno spinto l’Australia a una leadership mondiale nella pianificazione, progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture non sono più sufficienti per garantire che questo trend rimanga tale nel futuro».
Dove innovare ancora per lo sviluppo delle infrastrutture
Lo studio di McKinsey individua diversi settori dove investire per favorire il processo di innovazione del paese. L’obiettivo è quello di selezionare alcuni progetti considerati prioritari proprio sulla base dei trend attesi per i prossimi anni. Questi trend includono ad esempio la diffusione dei veicoli elettrici, le forme di trasporto condiviso considerando che sempre più persone saranno chiamate a vivere lontano dal posto di lavoro, oltre a interventi per ridurre al massimo i rischi legati ai cambiamenti climatici.
Partendo da questi trend, il paese dovrebbe individuare i progetti più urgenti e reperire i fondi necessari per lanciarli. Lungo questa strada un altro passaggio chiave è l’alleggerimento delle procedure burocratiche e in generale delle regolamentazioni che sono alla base dell’avvio di un progetto, oltre all’approvazione di misure legislative che favoriscano la collaborazione tra pubblico e privato.
Altro settore dove intervenire è quello della formazione e del reperimento di personale altamente qualificato nel settore delle grandi opere, al quale si collega l’ultimo dei trend, ovvero l’automazione attraverso l’adozione delle tecnologie più moderne. Secondo la ricerca, il 47% dei lavori svolti nell’ambito delle costruzioni potrebbe essere automatizzato, una strada necessaria per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sviluppo infrastrutturale che il paese si è dato.
«Prendere come spunto e ispirazione le best practice mondiali nel settore delle infrastrutture – conclude la ricerca – può aiutare l’Australia a compiere una rivoluzione tecnologica anche in questo ambito, dando il via a una nuova stagione di grandi opere che abbia la fortuna e l’impatto della precedente».