Oslo, la capitale apripista dei cantieri “green”

Nella capitale norvegese il primo cantiere carbon neutral al mondo

Oslo è una metropoli europea ispirata dalla sostenibilità. I grattacieli di cristallo convivono con i parchi, nel centro storico i cittadini si muovono a piedi o in bicicletta, mentre le linee della metropolitana toccano tutti i quartieri coprendo le esigenze di trasporto della popolazione.

Tutto questo però non era sufficiente per la capitale della Norvegia che – proprio in nome della sostenibilità – si è lanciata nella sfida più ambiziosa: inaugurare il primo cantiere cittadino interamente carbon neutral al mondo.

È il cantiere che si trova sulla Olav Vs, uno degli incroci più affollati della città che nei prossimi mesi sarà trasformato in un’area interamente pedonale. Per farlo l’amministrazione cittadina ha fatto una promessa agli abitanti di Oslo: il cantiere sarà totalmente “green”. E così è stato.

Ogni macchinario, dalle gru alle scavatrici fino ai montacarichi è alimentato elettricamente. In questo modo l’inquinamento è ridotto a zero, così come i rumori.

Il cantiere rappresenta un progetto pilota che il governo norvegese vorrebbe declinare in tutti i grandi cantieri del paese, con l’intenzione di inaugurare un modo nuovo di costruire le grandi opere.

L’impatto del cantiere “green”

Oslo rappresenta una best practice mondiale nella tutela dell’ambiente. Anche nel settore delle costruzioni. Attualmente il settore produce solo il 7% del totale delle emissioni nocive cittadine. A questo risultato concorre in modo significativo l’esempio del cantiere carbon neutral che – di qui ai prossimi mesi – potrebbe diventare un banco di prova per la costruzione di altre grandi opere cittadine.

L’utilizzo di macchinari elettrici nel cantiere di Olav Vs permette infatti di evitare l’utilizzo di 35mila litri di diesel, equivalenti a 92.500 kg di Co2.

Intervistato dalla BBC, Philip Mortensen, senior adviser della Climate Agency del comune di Oslo, ha dichiarato: «Abbiamo visto i negozi tenere aperte le loro vetrine sulla strada, anche quando in cantiere veniva rifatta la pavimentazione. Il contenimento dei rumori aiuta anche le lavorazioni stesse, migliorando la possibilità di dialogare all’interno del cantiere e accrescendo la qualità del lavoro».

Forte dei risultati raggiunti dal progetto pilota, l’amministrazione di Oslo ha indicato due traguardi per le costruzioni cittadine: il primo entro il 2025 quando tutti i cantieri municipali dovranno essere a emissioni zero; il secondo al 2030 quando l’obiettivo delle emissioni zero dovrà essere raggiunto in tutti i cantieri, anche quelli privati.

Oslo

La leadership norvegese dei cantieri “green”

Nella ricerca di soluzioni industriali per ridurre al massimo gli impatti nocivi sull’ambiente, la capitale non è sola. Oltre ad Oslo altre sei città hanno annunciato l’intenzione di pianificare gli stessi traguardi per i cantieri metropolitani, arrivando al 2030 con emissioni zero in tutte le opere in costruzione. Un obiettivo realizzabile anche per la naturale propensione della Norvegia alla sostenibilità energetica. Attualmente il paese vanta il record mondiale, rispondendo al 98% del suo fabbisogno energetico grazie alle energie rinnovabili, in particolare l’idroelettrico.

Questo dato, risultato di politiche sostenibili avviate ormai da decenni, è una spinta ulteriore alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni. In questa sfida ancora una volta la città di Oslo ha dato un esempio importante. Dal 2019 infatti, nell’assegnazione di tutti gli appalti che riguardano la costruzione di strade, scuole, impianti idrici, impianti di gestione delle acque reflue, si basa in primo luogo sul rispetto dei criteri ambientali e sull’utilizzo di macchinari a emissioni zero. Una richiesta, mossa verso le imprese di costruzioni, che contribuisce a spingere su investimenti e innovazione, favorendo un impegno condiviso verso la sostenibilità.

 

La strada mondiale verso la sostenibilità

Decarbonizzare l’industria delle costruzioni è sicuramente una delle strade da battere per ridurre in modo significativo l’inquinamento atmosferico.

Attualmente il settore delle costruzioni è responsabile da solo del 10% delle emissioni globali di gas serra, mentre se si aggiungono le emissioni derivanti dall’uso degli edifici e delle infrastrutture il suo impatto è ancora più significativo, raggiungendo il 38% delle emissioni globali.

Oltre ad Oslo, anche altre capitali del Nord Europa occupano la prima linea in questa battaglia condivisa. Copenhagen (dove il gruppo Webuild ha realizzato Cityringen, la linea metropolitana che corre intorno al centro cittadino) e Helsinki hanno anch’esse inaugurato alcuni cantieri a emissioni zero.

Per conto loro, le grandi imprese di costruzione stanno rispondendo alla chiamata delle città e dei paesi virtuosi. Tra il 2014 e il 2020 le attività del Gruppo Webuild hanno registrato una riduzione del 56% delle emissioni di Co2. Anche qui, come accaduto a Oslo, l’idea è quella di dar vita a cantieri sostenibili, grazie al ricorso a veicoli ibridi e fonti rinnovabili per alimentare le lavorazioni.

Perfino le TBM, le talpe lunghe oltre 100 metri che scavano i tunnel delle linee ferroviarie e metropolitane, sono oggi oggetto di analisi e studi che permettono di ridurre del 20% i consumi energetici ed idrici. Proprio i cantieri del Gruppo Webuild aperti in tutto il mondo assicureranno nei prossimi anni il trattamento giornaliero di 857 milioni di metri cubi di acqua, l’istallazione di 14.400 MW di energia rinnovabile, una riduzione media del 55% nei tempi di percorrenza sulle nuove linee ferroviarie ad alta velocità, oltre a un taglio annuale di 21 milioni di tonnellate di Co2 che altrimenti verrebbero emesse nell’atmosfera.

Tutto questo per raggiungere i Sustainable Developments Goals indicati dalle Nazioni Unite e trasformare l’industria delle costruzioni in un settore davvero sostenibile.