Un filo invisibile collega lo stadio Al Bayt di Doha, dove sono state giocate alcune partite dei Mondiali di Calcio 2022, e lo Stadio Olimpico di Londra che ha ospitato gli eventi più importanti delle Olimpiadi 2012. Dieci anni e migliaia di chilometri di distanza per due opere ispirate allo stesso principio, quello del design sostenibile.
La sostenibilità applicata alle grandi infrastrutture già nella sua fase di progettazione e, in seconda battuta, in quella di realizzazione è un tema centrale dell’ingegneria moderna. Tema che i grandi gruppo come Webuild, che ha realizzato proprio lo stadio Al Bayt, hanno trasformato in una leva strategica per riscrivere il modo di pensare e di realizzare le infrastrutture.
Se lo Stadio Olimpico di Londra, nonostante i suoi 80mila posti, è il più leggero mai costruito grazie a una serie di accorgimenti nella scelta di materiali sostenibili e riciclabili, a partire dal tetto in tessuto, l’Al Bayt riproduce una tenda beduina ed è stato progettato per essere in parte smontato alla fine della competizione, riducendo al massimo l’impatto sull’ambiente.
Due opere, quindi, che raccontano come il design sostenibile e circolare possa esercitare in modo virtuoso la propria influenza anche su grandi opere complesse: stadi ma anche ponti, strade, tunnel, ferrovie.
La riduzione delle emissioni nocive, l’utilizzo di materiali green e riciclabili, il riciclo dell’acqua usata in cantiere e poi nell’opera realizzata, l’attenzione alla sostenibilità nelle fasi di costruzione, sono tutti fattori che concorrono alla transizione verso un’economia circolare.
I grandi esempi di design sostenibile
L’Al Bayt Stadium e il parco olimpico di Londra sono solo due esempi di come il design sostenibile abbia agito sulla costruzione di grandi opere, pensate per ospitare eventi globali e decine di migliaia di persone.
Dai moderni grattacieli asiatici, progettati per riscaldare e raffreddare gli ambienti con il ricorso alla geotermia e alle pompe di calore, agli edifici realizzati interamente in legno che stanno spuntando numerosi in Nord Europa e Nord America, gli esempi di design sostenibile sono moltissimi.
Oltre allo stadio Al Bayt del Qatar, il Gruppo Webuild ha realizzato in questi anni numerosi progetti ispirati a questa nuova concezione. Ad Atene, il Centro Culturale Stavros Niarchos ha regalato alla città una struttura moderna e green, progettata dall’architetto Renzo Piano, che ha ottenuto la certificazione Platinum del programma LEED proprio per le sue caratteristiche uniche in tema di energia e design. A Milano, il Gruppo sta completando la costruzione del Centro Direzionale ENI, il quartier generale del colosso energetico italiano costruito con una serie di innovazioni che permettono di risparmiare energia, risparmiare acqua, favorire la sostenibilità. Anche a Riyadh, la linea 3 della metropolitana (parte di uno dei più grandi progetti di rete metropolitana al mondo) vanta la costruzione di due stazioni che adottano lo standard LEED Leadership.
Da un progetto a un altro, da una latitudine a un’altra, sono le città a rinnovarsi, soprattutto quelle più moderne, offrendo al mondo un modello nuovo per ripensare la convivenza di domani.
Il futuro delle infrastrutture è green
Oggi più che mai le città sono diventate un enorme magnete per gli esseri umani. Nel 2030 due terzi della popolazione mondiale vivrà nei centri urbani, favorendo così la nascita di megacity più grandi e diffuse di quelle attuali.
In questo senso la Cina offre un esempio di come è destinato a trasformarsi il mondo nei prossimi anni, con metropoli sconfinate che confinano con altre metropoli, infiniti conglomerati urbani che richiedono – per assicurare una buona qualità della vita – di infrastrutture moderne e soprattutto sostenibili. Unire le grandi città con treni veloci e poco inquinanti è ad esempio uno degli imperativi che sorgeranno nei prossimi anni, così come portare avanti processi massicci di riqualificazione urbana favorendo la costruzione di edifici green e di spazi condivisi per la vita sociale. Negli Stati Uniti l’Energy Policy Act ha previsto la riqualificazione degli edifici governativi calcolando una riduzione dei consumi energetici del 30% rispetto a quella attuale.
Seguire questa direzione è l’unica strada possibile per raggiungere l’obiettivo che molti paesi si sono posti, ovvero quello di azzerare le emissioni di carbone nell’ambiente entro il 2050.
È una sfida difficile da vincere, che però ha un solido alleato proprio nelle infrastrutture sostenibili, strumenti essenziali per migliorare la qualità della vita delle persone senza mettere in pericolo l’ambiente.