Per osservare da vicino il pioniere del LEED Platino (il massimo riconoscimento previsto dalla più nota certificazione sull’impatto ambientale nelle costruzioni) è necessario affacciarsi oltre le pareti di cristallo di One Bryant Park, la torre alta 366 metri della Bank of America che si trova a Midtown, nel cuore di Manhattan.
L’edificio è stato infatti il primo al mondo a ottenere la certificazione platino grazie a una serie di accortezze tecnologiche, dalle toilette che funzionano anche senza acqua alla presenza di impianti in grado di produrre energia pulita sufficiente per l’autoalimentazione del grattacielo.
La sostenibilità diventa così un imperativo per i grandi progetti cittadini, a New York City così come a Londra dove sono state realizzate negli ultimi anni opere come il The Crystal, uno degli edifici più innovativi in tema di sostenibilità, dotato di collettori per la raccolta dell’acqua piovana, impianti di trattamento degli scarichi, illuminazione artificiale che varia in base all’intensità della luce esterna.
Innovazioni incredibili che derivano da anni e anni di studio e sperimentazioni, oltre che da una sensibilità verso le tematiche ambientali che si è andata rinforzando nel tempo. Gli edifici sostenibili entrano infatti nel vocabolario collettivo già nel 1970, quando il Club di Roma (la prestigiosa associazione non governativa che riunisce economisti, scienziati, uomini d’affari e politici da tutto il mondo) pubblica un rapporto sui “limiti dello sviluppo” nel quale si prospettano alcune soluzioni per ridurre il dispendio energetico e l’emissione di CO2. Si comincia a parlare così di palazzi che seguono i dettami “green”, capaci quindi di ridurre in modo significativo il loro impatto sull’ambiente.
Cinquant’anni dopo quei principi sono divenuti realtà e si sono adattati alla genialità degli architetti e alle abilità dei costruttori, come avvenuto con il Bosco Verticale di Milano, i due edifici realizzati nel quartiere di Porta Nuova che ospitano oltre 120 piante di grandi dimensioni, 544 di taglia media e oltre 4mila piccoli arbusti, in grado di assorbire la CO2, di ridurre la presenza di polveri sottili causate dall’inquinamento urbano e di creare un microclima a misura d’uomo.
Grandi progetti per l’edilizia “verde”
Investire nei green buildings è ormai un imperativo per un nuovo modello di urbanistica che punta alla qualità della vita e al benessere delle persone. Gli edifici ispirati ai principi di sostenibilità assicurano da un lato la riduzione dell’inquinamento nella fase di costruzione e dall’altro una contrazione dell’impronta ambientale anche nel corso della loro lunga vita.
Alcuni di questi edifici sono opere dal profondo impatto urbanistico perché concorrono a cambiare il volto stesso di una città. Tra questi, il Centro Culturale Stavros Niarchos di Atene o ancora lo stadio Al Bayt di Doha, uno degli impianti che ha ospitato i Mondiali di Calcio del 2022 in Qatar, entrambi realizzati dal Gruppo Webuild come anche il nuovo Centro Direzionale dell’Eni, il colosso italiano degli idrocarburi che ha commissionato la costruzione di una struttura totalmente avveniristica dove l’attenzione e la cura per l’ambiente sono al primo posto. Non stupisce quindi che proprio i green buildings realizzati da Webuild nella sua storia abbiano consentito di ottenere riduzioni dell’impronta ambientale di oltre il 30% e anche per questo sono stati premiati con importanti riconoscimenti a livello internazionale oltre che – in molti casi – con la certificazione Platino del marchio LEED (Leadership in Energy and Environmental Design).
I nuovi quartieri nati nella Svizzera francese
Nell’area occidentale di Losanna, la città svizzera che si affaccia sul lago di Ginevra, il Gruppo Webuild con la controllata svizzera CSC Costruzioni ha consegnato nel ottobre del 2021 un vero e proprio quartiere, essenziale per la riqualificazione urbana dell’area di Renens. Il progetto, per un valore di 115 milioni di euro, prevede lo sviluppo commerciale e residenziale di un’area cittadina che prenderà il nome di Parc du Simplon. Nel progetto è prevista la costruzione di 10 edifici, di cui otto ad uso residenziale con 200 appartamenti e 239 posti auto, tutti dotati di spazi pubblici e adiacenti alla stazione ferroviaria di Renens, e due ad uso uffici, in cui ci sara la sede delle Ferrovie Svizzere in Svizzera francese. Il Parc du Simplon è un quartiere tutto da vivere, con spazi pubblici in condivisione, aree per la ristorazione, luoghi di incontro e parchi attrezzati per i bambini, e gli edifici sono stati costruiti proprio mettendo al primo posto i principi della sostenibilità. Gli spazi destinati a uffici, realizzati puntando sull’economia circolare con l’impiego di materiali riciclabili e l’installazione di pannelli solari che produrranno circa il 50% del fabbisogno elettrico, hanno infatti ottenuto la certificazione svizzera di sostenibilità “Minergie P”.
L’impegno di CSC Costruzioni nell’edilizia “green”
Come per il Parc du Simplon, CSC Costruzioni è da anni al lavoro nella realizzazione di opere di edilizia civile a sfondo “green”.
In svizzera francese CSC Costruzioni si è occupata inoltre della realizzazione della prima tappa del nuovo quartiere Rive Droite ad Orbe labellizzato SEED. Questo processo innovativo per il territorio svizzero considera la costruzione sostenibile a 360 gradi, toccando temi di economia circolare nella gestione dei rifiuti e terra da scavo, utilizzo di materiali naturali e locali, gestione partecipativa del quartiere, energia grigia e riduzione dei consumi in fase di costruzione ed esercizio. Per soddisfare questi requisiti, il quartiere sarà costantemente monitorato da un organismo indipendente, l’Associazione svizzera per i quartieri sostenibili OPL (One Planet Living), che ha assunto gli impegni del WWF relativi a questa certificazione. Oltre alle sfide di efficienza energetica, CSC Costruzioni ha dunque messo in campo un sistema di gestione sostenibile del cantiere e della filiera costruttiva richiesto dalla certificazione in linea con i target aziendali.
Come nel caso del Parc du Simplon del quartiere Rive Droite, CSC Costruzioni – la società fondata nel 1960 a Lugano – vanta oggi circa 40 progetti in corso, la maggior parte dei quali destinati alla costruzione di strutture complesse e sostenibili. Il suo contributo è essenziale nell’ambito del piano globale rilanciato da Webuild che punta a mettere la sostenibilità al centro delle infrastrutture del futuro.