Di fronte all’erosione delle disponibilità finanziarie degli Stati e all’aumento dei debiti pubblici, il ruolo dei privati nella realizzazione di grandi opere è sempre più importante. Lo strumento, in questo caso, è il partenariato pubblico-privato (public-private partnership – PPP), che certifica il patto siglato tra ente pubblico e impresa privata per il compimento di un progetto, nella maggior parte dei casi di tipo infrastrutturale.
La Banca Mondiale conferma il boom del fenomeno, rivelando che – tra il 2004 e il 2014 – il valore delle opere realizzate attraverso i PPPs è passato da 65 a 175 miliardi di dollari. L’ultimo dato – quello del 2015 (non riportato dalla Banca Mondiale) – lo ha analizzato la società di consulenza Prequin, ricostruendo quello che è stato un vero e proprio boom in un anno in cui il valore delle partnership ha raggiunto i 350 miliardi di dollari per 660 accordi conclusi.
La costruzione di un impianto idroelettrico, di una ferrovia, di un ponte o di un ospedale: i PPPs permettono all’ente pubblico di ricorrere a un’impresa anche privata per usufruire di risorse finanziarie aggiuntive necessarie a realizzare infrastrutture e programmi di sviluppo sociale ed economico. Questo viene fatto in due modi: nel primo caso, pubblico e privato siglano un contratto che regola impegni e ruoli; nel secondo, viene istituita una società terza dove i due soggetti convergono nella partecipazione azionaria. In genere l’investimento del privato viene ripagato attraverso la concessione per un determinato periodo delle opere costruite o dei servizi offerti. Così, nel caso di un ponte o di una metropolitana, un’impresa partecipa finanziariamente alla sua realizzazione e, una volta terminato il progetto, ne incassa i pedaggi per un certo numero di anni.
La soluzione funziona e non è un caso se più di sette investitori su dieci pensano che le perfomances dell’ultimo anno hanno superato le aspettative e il 52% è intenzionato a destinare ancora maggiori risorse nel lungo termine.
Infrastrutture per la crescita: progetti realizzati con partenariato pubblico privato
Le grandi infrastrutture sono il “core” dei PPPs perché da un lato hanno un grande impatto sullo sviluppo delle economie locali, dall’altro sono in grado di attirare un ampio interesse da parte di investitori privati. Nel 2015, il record del progetto infrastrutturale più costoso finanziato con la collaborazione pubblico-privato è detenuto dalla Hinkley Point C, la centrale nucleare che sorge nel Somerset, in Inghilterra, e per la quale è prevista una dotazione finanziaria complessiva di 18 miliardi di dollari.
In generale, i principali ambiti di sviluppo per i PPPs nelle infrastrutture sono tre: idrico, trasporti, energia, anche se i campi d’azione spaziano dall’innovazione tecnologica alle telecomunicazioni, fino a sanità, gestione dei rifiuti, inclusione sociale.
Secondo la Banca Mondiale, nelle economie emergenti le infrastrutture realizzate in idrico, trasporti ed energia hanno raggiunto un valore di 25 miliardi solo nei primi sei mesi del 2015. Si stanno costruendo strade in India, Cina, Russia, Perù, Guatemala e Brasile, aeroporti in Turchia, Colombia e Filippine, porti e canali marittimi in India, Messico e Panama, reti elettriche in Asia sud-orientale e Sudamerica, sistemi di telecomunicazione in Medioriente e Sudamerica.
Molti governi ottengono finanziamenti dalla Banca Mondiale o dalla Bei, ma sono sempre più coinvolti i risparmiatori privati e i fondi di investimento. Solo l’International Finance Corporation della Banca Mondiale ha avviato lo scorso anno 59 progetti in collaborazione con imprese private. E il dato sembra destinato a crescere nel 2016, quando le opere da avviare nei Paesi in via di sviluppo dovrebbero raggiungere le 179 unità per un valore totale di 120 miliardi di dollari.
I PPPs nel mondo: esempi di partenariato pubblico privato
Il successo delle partnership pubblico-privato non è solo un tema legato ai Paesi in via di sviluppo. Anche le economie più avanzate fanno sempre più ricorso a questo modello di condivisione finanziaria nella realizzazione delle grandi opere.
L’Australia, in questo senso, è stata sicuramente uno dei primi Paesi ad avviare progetti di PPP. La Partnership Victoria (chiamata così perché lanciata dal Victoria State Government) ha concluso 24 accordi pubblico-privato per un valore complessivo di 12,4 miliardi di dollari australiani. Tra questi è prevista anche la fornitura di 65 High Capacity Metro Train per la linea Cranbourne-Pakenham rilanciata dal governo nel marzo scorso.
In Cina, l’avveniristica città di Shantou, sorta nell’area dell’Est Guangdong, è stata interamente finanziata con una PPP. Negli Stati Uniti è stata istituita nel 2012 la West Coast Infrastructure Exchange (WCX), una partnership tra i governi di California, Oregon, Washington e British Columbia, impegnata proprio a mettere in collegamento gli investitori privati con le opportunità di sviluppo infrastrutturale.
Il recente Forum mondiale della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa (Unece) ha confermato il ruolo fondamentale dei PPPs per raggiungere gli obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030. E ne ha evidenziato l’importanza “sociale” per la crescita sostenibile globale. «I PPPs possono trasformare e migliorare - si legge nelle conclusioni - la qualità di vita di comunità deboli e vulnerabili».
Le best practices di PPP a forte impatto sociale, secondo l’Unece, non sono poche: in Russia lo sviluppo della rete idrica ha aumentato il valore delle abitazioni e il volume degli investimenti; in Brasile, il progetto “Luz para todos” ha portato l’elettricità nelle favelas; in Tagikistan le classi sociali meno abbienti hanno avuto accesso al riscaldamento grazie alla nuova rete energetica; ad Haiti contadini, proprietari terrieri e governo stanno lavorando insieme per migliorare i livelli di produzione di ortofrutta e le condizioni di vita nelle campagne.
In quest’ottica «il nuovo target dei PPPs – ha indicato l’Unece – è riassumibile nella formula “People first”, che mette al centro le infrastrutture e i servizi finalizzati a migliorare la qualità della vita e ridurre la povertà».