Uomini venuti dalla terra trasformati in falegnami, muratori, artigiani, meccanici, autisti, perfino carpentieri e tecnici specializzati.
Sono i cittadini etiopi che lavorano nei cantieri di Salini Impregilo sparsi nel Paese, ai quali il Gruppo ha dedicato negli anni programmi di formazione che hanno permesso la nascita di elevate professionalità.
Tra il 2013 e il 2015 a Gibe III e Gerd (i due cantieri più grandi in Etiopia) sono state erogate 150.000 ore di corsi di formazione, che hanno coinvolto le popolazioni locali. Salini Impregilo è presente in Etiopia dal 1957 e negli anni ha partecipato alla realizzazione di 20 grandi progetti, per un valore complessivo di 9 miliardi di euro. Il loro completamento è stato reso possibile dalle migliaia di persone che hanno lavorato nei cantieri aperti dal Gruppo, la quasi totalità delle quali proprio di nazionalità etiope. Tra il 2005 e il 2015 hanno lavorato in media 11.000 persone all’anno, con picchi di 15.000. Di queste, il 96% è costituito da cittadini etiopi.
Data la dimensione e le competenze necessarie per opere infrastrutturali così complesse, per realizzare opere come le dighe di Gibe o di Gerd è stato formato il personale locale in modo da renderlo pronto ad affrontare ogni situazione.
L’ingegnere Eugenio Zoppis, project manager di Gibe III, spiega con un esempio il valore dei corsi di formazione organizzati. «Quando siamo arrivati nel sito di Gibe III, il cemento prodotto in Etiopia non era di qualità sufficientemente elevata per quello che dovevamo fare qui. E questo ci obbligava a importarlo dall’Italia. Poi abbiamo cominciato a formare personale del luogo e abbiamo insegnato ai cementifici locali come si produce cemento di alta qualità. Il risultato è che oggi compriamo cemento etiope, e possiamo dire di aver lasciato un know-how che rimarrà per sempre a queste persone».
Molte di loro hanno tratto un beneficio dalla formazione che è andato ben oltre l’impegno profuso nei cantieri del Gruppo. Tantissimi sono i casi di operai che, dopo anni di lavoro passati mettendo da parte risparmi e acquisendo professionalità, hanno aperto la loro piccola impresa che è divenuta uno dei fornitori di Salini Impregilo. Belachew Solomon è uno di loro. Dopo aver trascorso 15 anni come dipendente nei cantieri etiopi, Belachew ha aperto 12 anni fa una piccola azienda che oggi fornisce i propri servizi nel cantiere di Gibe III.b Oggi l’azienda di Belachew è cresciuta arrivando a occupare 300 persone, molte delle quali donne. «La forza maggiore di Salini Impregilo – dichiara Belachew Solomon – è il suo impegno per aiutare i dipendenti a crescere attraverso importanti investimenti in formazione, contribuendo in tal modo alla crescita economica e sociale di tutto il Paese».
L’altra voce chiave per lo sviluppo di un tessuto produttivo sul territorio è infatti il ruolo riconosciuto alle imprese sub-appaltatrici. I dati contenuti nel Sustainability Report indicano che nel 2015 il 53% degli importi stanziati da Salini Impregilo per le forniture sono andati alle imprese locali, per un ammontare di 251 milioni di euro. Il dato è il più elevato dal 2010 e conferma un trend che negli ultimi anni ha segnato una crescita costante.
«In tanti – commenta Zoppis – hanno capitalizzato al massimo il lavoro in cantiere e la formazione ricevuta, apprendendo un mestiere e mettendo da parte un po’ di denaro con il quale hanno avviato la loro attività. Così c’è chi si è comprato un camioncino o chi ha messo su un’officina. Possiamo dire senza esagerare che un’economia si è mossa intorno a noi».
Formazione e lavoro, e con essi l’opportunità di emanciparsi dalla povertà, sono gli asset del modello di sostenibilità che il Gruppo ha sviluppato in Etiopia fin dai primi anni della sua presenza. In questo modo i corsi sono divenuti sempre più partecipati e le popolazioni locali maggiormente coinvolte nei processi di sviluppo industriale del Paese.
Grazie anche al loro supporto, l’Etiopia sta diventando oggi uno dei leader energetici del continente africano. Una volta che anche la grande diga di Gerd (Grand Ethiopian Renaissance Dam) sarà completata, la produzione energetica del Paese crescerà del 270%, alimentando anche l’export verso i Paesi vicini. Un grande risultato ottenuto con l’impegno e la partecipazione della popolazione etiope.