La corsa per il grattacielo sostenibile più alto del mondo si gioca tutta nella Penisola Scandinava.
Da un lato il Mjostarnet, un grattacielo di 85,4 metri costruito nella località di Brumunddal, a circa un’ora e mezza dalla capitale della Norvegia, Oslo. Dall’altro, l’edificio di 80 metri e 20 piani completato poche settimane fa nella cittadina svedese di Skelleftea.
Due opere differenti con una caratteristica in comune: entrambi gli edifici sono realizzati interamente in legno, una scelta architettonica e progettuale che li rende due tra le infrastrutture civili più sostenibili al mondo, pensate – tanto nell’uso dei materiali quanto negli impianti interni – per ridurre al massimo ogni forma di inquinamento atmosferico.
Il Mjostarnet, quartiere verticale a km zero
Le foreste del Sud-Est della Norvegia sono sconfinate e ricche di vegetazione. È da qui, a un passo dalla località di Brumunddal, che arriva il legno utilizzato per costruire il Mjostarnet, l’edificio in legno più alto del mondo. In questa piccola cittadina di appena 10mila abitanti, posizionata non troppo lontano da Oslo, è nato così il grattacielo dei record, pensato come un vero e proprio quartiere verticale.
Quartiere perché all’interno del grattacielo sono presenti un hotel, ristoranti, appartamenti, uffici, zone ricreative, una caffetteria, una piscina e una terrazza panoramica. L’edificio sorge sulle coste del lago Mjosa, lo specchio d’acqua più grande della Norvegia, in un territorio dove la natura è regina. E proprio per questo il Mjostarnet (che letteralmente significa “la torre del lago Mjosa”) è stato pensato per integrarsi completamente con la natura stessa.
L’integrazione è stata portata a termine già in fase progettuale: l’edificio è infatti stato progettato per svilupparsi su 18 piani lungo una superficie di 11.300 metri, mantenendo però uno scheletro realizzato interamente in legno di abete rosso e materiali organici. Oltre al legno, che domina la struttura, anche l’alimentazione energetica e il sistema interno di riciclo dell’acqua sono stati progettati per essere green e autonomi, senza sprechi e soprattutto senza inquinare.
Non solo: per ogni albero tagliato per costruire lo scheletro dell’edificio, ne sono stati piantati due nella natura, assicurando così la riforestazione della zona.
Il Sara Kulturhus, un grattacielo carbon negative
Quando sei anni fa gli architetti Oskar Norelius e Robert Schmitz presentarono per la prima volta il loro progetto, l’accoglienza fu alquanto fredda. In pochi credevano che sarebbe stato possibile costruire un grattacielo con quelle caratteristiche innovative e un assoluto controllo delle emissioni di Co2.
Missione compiuta poche settimane fa quando è stato inaugurato il Sara Kulturhus, uno dei più alti grattacieli al mondo costruiti interamente in legno. I suoi 80 metri e 20 piani svettano nella cittadina svedese di Skelleftea, e ospitano un centro culturale e un albergo. Come nel caso dell’edificio norvegese, anche qui il legno utilizzato proviene dalle foreste vicine ed è stato utilizzato anche per realizzare la sala concerti da 1.200 posti, la biblioteca e l’impianto di ascensori.
I piani superiori del palazzo, invece, quelli occupati dall’albergo, sono stati realizzati attraverso moduli di legno prefabbricati.
La caratteristica più incredibile di questo edificio è che, proprio grazie al tetto verde, alla Co2 imprigionata dal legno e alle operazioni di rimboscamento previste dopo la costruzione, l’edificio svedese non è solo carbon neutral, ma carbon negative, riuscendo addirittura a ripulire l’ambiente invece di inquinarlo.
La corsa ai grattacieli in legno
L’edilizia sostenibile ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni. Prima del primato scandinavo, anche l’Austria si era conquistata un posto in questa classifica grazie alla torre viennese HoHo, un edificio alto 84 metri, realizzato però attraverso un mix di legno e cemento. Interamente in legno, ma alto 53 metri, è invece il Brock Commons, l’edificio bio realizzato nella città canadese di Vancouver.
Tutti questi esempi di infrastrutture sostenibili impallidiranno quando in Giappone sarà portata a termine la costruzione del W350, una torre alta 350 metri e costruita interamente in legno.
Sarà quello il vero banco di prova per capire se il legno può candidarsi come un materiale alternativo e sostenibile per qualunque genere di progetto architettonico.