I primi contatti risalgono a circa un anno fa, ma l’annuncio è arrivato solo in questi giorni, dopo la visita del Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, in Arabia Saudita.
Il Public Investment Fund (PIF), il più grande fondo sovrano del Paese, investirà 20 miliardi di dollari in un fondo creato dal colosso del private equity Blackstone per realizzare importanti progetti infrastrutturali negli Usa.
Il PIF ha confermato di aver firmato un MoU (Memorandum of Understanding) al termine di una lunga trattativa condotta dal Ceo di Blackstone Stephen A. Schwarzman e concretizzata solo dopo l’elezione di Donald Trump. Il neo-Presidente Usa ha infatti puntato molto sulle infrastrutture come volano di crescita annunciando, fin dalla campagna elettorale, il lancio di un ambizioso piano da 1 trilione di dollari, dove però la parte più consistente degli stanziamenti dovrebbe arrivare da investitori privati oppure in forma di partnership pubblico-privato.
Sebbene i dettagli del Piano Trump non siano ancora pubblici, il Segretario ai Trasporti, Elaine Chao, ha dichiarato che saranno stanziati 200 miliardi di dollari di fondi federali, in grado di creare un effetto leva per altri 800 miliardi, provenienti principalmente da investitori privati.
«C’è un’ampia convergenza sulla necessità urgente per gli Usa di investire rapidamente nelle infrastrutture ormai vecchie – ha dichiarato il Presidente di Blackstone, Hamilton E. James, nel comunicato stampa con cui è stato annunciato l’accordo con l’Arabia Saudita. – Questo contribuirà a creare posti di lavoro ben pagati e metterà le basi per una solida crescita economica di lungo periodo».
«Blackstone – ha aggiunto James – ha il talento, la dimensione e l’esperienza per essere un partner strategico nel colmare questo enorme gap infrastrutturale».
Le risorse stanziate con l’accordo siglato con il fondo arabo, che è uno dei principali clienti di Blackstone, rappresentano il primo consistente stanziamento straniero nelle infrastrutture Usa dopo le elezioni americane. In prima linea a verificare l’interesse di investitori istituzionali in giro per il mondo è proprio il Ceo di Blackstone, impegnato attualmente anche come guida dello “Strategic and Policy Forum”, un comitato ristretto di uomini d’affari che consigliano il Presidente Trump.
Sulla scia dell’accordo siglato con il fondo dell’Arabia Saudita, Blackstone intende infatti raddoppiare il patrimonio gestito dal suo fondo infrastrutturale.
E questo soprattutto perché – riporta il “New York Times” – l’operazione si incastra perfettamente con il piano promesso dall’Amministrazione Trump, che sostiene la nascita di partnership tra il governo e il settore privato. Da qui l’annuncio che il fondo infrastrutturale creato avrà una dotazione iniziale di 40 miliardi di dollari, dove ai 20 in arrivo dall’Arabia Saudita si aggiungeranno altri 20 che Blackstone intende recuperare da partner differenti. Secondo i calcoli di Blackstone, esercitando un effetto leva su questa dotazione iniziale, si potrebbero liberare risorse per 100 miliardi di dollari, da destinare interamente allo sviluppo infrastrutturale americano.
«Questo investimento potenziale – ha dichiarato nel comunicato stampata del 20 maggio scorso H.E. Yasir Al Rumayyan, direttore generale del PIF saudita – riflette la nostra visione ottimistica sulle ambiziose iniziative in termini di infrastrutture annunciate dal Presidente Trump, e l’opportunità strategica per il Public Investment Fund di ottenere ritorni nel lungo termine. Non vediamo l’ora di collaborare con Blackstone, un leader nel settore, in questo ambizioso progetto di sviluppo infrastrutturale».
Porti, ponti, strade, ferrovie, aeroporti, edilizia residenziale: i campi di intervento previsti dal fondo sono i più tradizionali e coinvolgono proprio quel settore che, secondo l’Asce (American Society of Civil Engineers), ha bisogno di investimenti urgenti. Nell’ultimo Report quadriennale sullo stato delle infrastrutture Usa (riportato da “WeBuildValue” nell’articolo “In soccorso delle infrastrutture Usa” del 30 marzo scorso), l’Asce calcola che – per colmare il gap – gli Usa dovrebbero investire 2 trilioni di dollari nelle infrastrutture in più rispetto a quanto già previsto, aggiungendo che, in mancanza di questi investimenti, da oggi al 2025 si perderebbero 3,9 trilioni di Pil.
La consapevolezza sempre più diffusa che il settore ha un bisogno necessario di interventi, unita all’indirizzo politico del nuovo Presidente che ha indicato negli investimenti infrastrutturali un moltiplicatore di ricchezza per l’intero Paese, hanno convinto anche i grandi investitori a guardare con rinnovato interesse a questo business. E infatti, oltre Blackstone, anche altri operatori di primo piano del mercato finanziario come Global Infrastructure Partners, Macquarie, Brookfield Asset Management e BlackRock hanno inaugurato attività e investimenti nel settore.