L’Australia alza l’asticella degli investimenti e ancora una volta sceglie le infrastrutture come strumento per uscire dal pantano della crisi economica dovuta alla diffusione del Covid-19.
Investimenti che sono stati rilanciati dal ministro del Tesoro, Josh Frydenberg e dal Governatore della Banca centrale australiana, Philip Lowe, nel mese di ottobre, con la presentazione del nuovo budget federale per l’anno 2020-2021.
Strade, ferrovie, aeroporti, linee metropolitane, infrastrutture idriche: sono solo alcune voci del pacchetto di interventi che si aggiunge a quello già previsto dal governo federale come risposta alla crisi del Covid.
E così i 100 miliardi di dollari australiani (75 miliardi di dollari Usa) che il governo aveva inserito nel “Covid-19 Economic Recovery Plan” diventano 110 (oltre 82 miliardi di dollari Usa), da spendere entro i prossimi 10 anni su progetti infrastrutturali strategici per il paese.
Una prova di forza per l’esecutivo australiano che punta sugli investimenti infrastrutturali in chiave anticiclica, scommettendo prima di tutto sul loro impatto per contrastare l’emorragia di posti di lavoro. Secondo i calcoli del governo, i progetti infrastrutturali già in corso nel paese daranno lavoro finché saranno aperti i cantieri a 100mila persone, tra diretti e indiretti. I nuovi stanziamenti previsti dal piano di rilancio anti-Covid permetteranno di creare, sempre tra diretti e indiretti, altri 40mila posti di lavoro. Da qui si parte per dimenticare i mesi più bui della pandemia e riscrivere il futuro dell’Australia.
Nuove risorse per rilanciare l’economia
La spinta all’economia nazionale, in cerca di una ripartenza dalla crisi del Covid-19, arriva quindi dagli investimenti nelle infrastrutture. La nuova iniezione di risorse finanziarie prevista dal 2020-2021 Federal Budget si aggiunge al piano già previsto dal governo per far fronte alla crisi del Covid rinforza la dotazione finanziaria da destinare alla costruzione di grandi opere.
Nel complesso, rispetto alle stime già annunciate, il governo ha messo sul piatto altri 10 miliardi di dollari australiani (oltre 7 miliardi di dollari Usa) per lo sviluppo di nuovi progetti infrastrutturali, sufficienti per dare lavoro a decine di migliaia di persone.
A questi si aggiungono 2 miliardi di dollari (1,5 miliardi di dollari Usa) da destinare a programmi per la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade, una voce inserita anche nella Infrastructure Priority List, la lista dei progetti prioritari del paese che viene stilata ogni anno. Altri 2 miliardi saranno invece investiti nelle infrastrutture idriche, che devono essere modernizzate e rinnovate anche in relazione alla crescita demografica delle grandi città.
Una parte più contenuta di investimenti (250 milioni di dollari pari a 188 milioni di dollari Usa) servirà invece per le infrastrutture legate al ciclo dei rifiuti e in particolare ai programmi di riutilizzo in chiave sostenibile degli scarti.
I fondi federali per sostenere lo sviluppo degli stati australiani
Il governo federale ha già previsto una ripartizione tra gli stati dei nuovi fondi del Budget 2020-2021.
L’idea è quella di rispondere in modo integrato alla domanda di infrastrutture che arriva da tutti gli stati, a cominciare da quelli dove si trovano le città più grandi. Melbourne, Perth, Sydney, Brisbane, sono tutte al centro di processi di sviluppo accelerati che – nonostante il rallentamento naturale legato alla contingente crisi sanitaria – stanno imponendo cambiamenti decisivi sui modelli di vita dei cittadini. L’aumento demografico si accompagna quasi generalmente a una maggiore richiesta di infrastrutture di trasporto efficienti, essenziali anche per ridurre il congestionamento così come l’inquinamento atmosferico.
E così il governo federale ha risposto con l’integrazione dei fondi prevista dal nuovo budget proprio tenendo in considerazione questi fattori. Al New South Wales andranno 2,7 miliardi di dollari (2 miliardi di dollari Usa); 1,1 miliardi allo stato di Victoria (800 milioni di dollari Usa); 1,3 miliardi al Queensland (quasi 1 miliardo di dollari Usa); 1,1 miliardi al Western Australia (oltre 800 milioni di dollari Usa); 625 milioni al South Australia (471 milioni di dollari Usa); 360 milioni alla Tasmania (271 milioni di dollari Usa); 167 milioni al Northern Territory (125 milioni di dollari Usa) e infine 155 milioni (116 milioni di dollari Usa) all’Australian Capital Territory.
Tutti investimenti da considerarsi un extra approvato nelle scorse settimane rispetto alle dotazioni ancora più consistenti del pacchetto di misure anti-Covid già lanciato dal Governo.
Infrastructure Australia, nuovo sostegno al braccio operativo delle infrastrutture
Il piano federale approvato dal governo riconosce un ruolo ancora più centrale a Infrastructure Australia, l’agenzia federale incaricata di monitorare lo stato delle infrastrutture australiane e sostenere progetti di recupero e di rilancio.
All’interno del budget annuale, il governo ha infatti previsto un incremento dei fondi destinati proprio a Infrastructure Australia, chiamata nei prossimi quattro anni a elaborare nuovi progetti che siano in grado di sostenere la ripresa economica contro la crisi del Covid-19.
In particolare, l’agenzia è stata incaricata di espandere il 2021 Australian Infrastructure Plan, il piano strategico delle infrastrutture in chiave anti-Covid, oltre a rimodulare nei prossimi 18 mesi la Infrastructure Priority List, quindi la lista delle opere considerate prioritarie e strategiche per lo sviluppo del paese.
Le grandi opere protagoniste del rilancio australiano
Questa valanga di nuovi investimenti che il governo australiano ha annunciato dall’inizio della crisi del Covid fino alle scorse settimane si traduce in una ritrovata vitalità dei tantissimi cantieri aperti su tutto il territorio nazionale. Alcuni di questi cantieri raccontano la storia di grandi infrastrutture sulle quali si lavora da anni; altri di nuove opere, inserite nella lista delle priorità nazionali proprio con l’obiettivo di rilanciare l’economia del paese.
Tra i grandi progetti in corso rientra Snowy 2.0 (realizzato dal Gruppo Webuild e dalla compagnia australiana Clough), un mega impianto idroelettrico che produce energia pulita attraverso l’ampliamento dello Snowy Mountains Hydro-Electric Scheme. Tanti i progetti in tema di mobilità sostenibile, come il Cross River Rail, la metropolitana che attraverserà il centro di Brisbane per una lunghezza di 10,2 chilometri, o ancora il Forrestfield-Airport Link, la metro leggera di Perth realizzata da una joint venture guidata dal Gruppo Webuild, impiegando 3mila lavoratori e con il supporto di 1.218 fornitori, tutte imprese australiane.
Tra i progetti che devono ancora essere lanciati, una linea ferroviaria da 7,3 miliardi di dollari Usa che dovrà collegare Melbourne a Brisbane, ma anche un nuovo impianto idroelettrico in Tasmania così come l’ampliamento della Olympic Dam, una delle dighe storiche e tuttora in funzione nel Sud del Paese.
Sono queste solo alcune delle grandi opere che contribuiranno a cambiare il volto dell’Australia, accelerando allo stesso tempo la sua ripartenza economica. Un risultato assicurato anche dall’Infrastructure Sustainability Council of Australia (ISCA) secondo il quale per ogni dollaro australiano investito su progetti infrastrutturali che rispondono a bisogni sociali e ambientali del paese (0,7 dollari Usa), viene prodotta una ricchezza pari a 2,4 dollari (1,7 dollari Usa).
Ed è proprio questa la leva sulla quale sta investendo oggi il governo federale.