Cinque anni di investimenti massicci. Cinque anni di modernizzazione delle grandi infrastrutture del paese. È questo il programma annunciato in questi giorni dal governo del Regno Unito. In tutto 640 miliardi di sterline (pari a 825 miliardi di dollari) che dovranno essere spesi all’interno di questo mandato parlamentare, quindi tra il 2020 e il 2025.
Un programma che l’esecutivo guidato da Boris Johnson ha deciso di lanciare proprio mentre il coronavirus comincia a diffondersi anche nel Regno Unito e dopo aver preso alcune misure di contenimento del contagio, come il divieto di uscire di casa alle persone che hanno superato i 70 anni di età.
Il piano rientra infatti nel budget approvato l’11 marzo scorso, e prevede la più significativa crescita di investimenti pubblici dalla crisi finanziaria del 2008.
Il piano di investimenti in infrastrutture del governo UK
A quanto risulta dal documento governativo sul budget, una parte consistente della dotazione finanziaria prevista dal governo del Regno Unito sarà destinata proprio alle infrastrutture.
Tra i vari interventi previsti, ha ribadito anche il Cancelliere Rishi Sunak, una parte considerevole sarà destinata alla costruzione di nuove strade, linee ferroviarie ma anche all’edilizia abitativa.
Nel breve termine infatti, saranno investiti 10,9 miliardi di sterline nella costruzione di nuove abitazioni, con la promessa di costruire un milione di nuove abitazioni entro il 2025.
L’iniezione di liquidità darà una spinta significativa al settore delle costruzioni che, secondo uno studio realizzato dalla società di consulenza Global Data prima dell’annuncio, avrebbe messo a segno una crescita di appena l’1% nel corso del 2020.
La risposta del governo è quindi significativa e si accompagna a una serie di misure già varate nei giorni scorsi. Il ministero delle Finanze del Regno Unito ha infatti allocato 27 miliardi di sterline per finanziare “Highways England”, un programma di ricostruzione di alcune delle più importanti autostrade del paese da realizzare entro i prossimi cinque anni. Oltre a questo saranno destinati ogni anno 500 milioni di sterline alla manutenzione delle strade esistenti, 12,2 miliardi di sterline verranno destinati all’housing sociale mentre 5,2 miliardi serviranno per incrementare le infrastrutture necessarie per proteggere le aree sensibili del paese dalle inondazioni.
La risposta delle industrie del settore
L’annuncio del governo è stato accolto con favore dal settore delle grandi opere, che tuttavia hanno chiesto anche un piano di interventi che vada oltre l’emergenza e guardi invece al lungo periodo.
«Il Cancelliere – ha commentato pubblicamente Brian Berry, amministratore delegato della Federation of Master Builders – ha annunciato un piano di aiuto immediato che ci aiuterà a superare questa crisi di breve termine legata al Covid-19. Quello che manca, però, è una visione più ampia che possa supportare il settore nel lungo termine. A nostro avviso il piano dovrebbe anche includere misure fiscali come il taglio dell’IVA, oltre a interventi di tipo strategico che puntino alla trasformazione energetica del paese, promuovendo la decarbonizzazione, e all’innovazione, favorendo così la creazione di lavoro e crescita».
Mentre attendono che le politiche economiche si trasformino in progetti concreti con l’apertura di nuovi cantieri, i grandi gruppi del settore attivi nel Regno Unito stanno aumentando i livelli di sicurezza per la tutela dei lavoratori. La scorsa settimana Build UK, il sindacato del settore, ha siglato un protocollo d’intesa insieme alla Civil Engineering Contractors Association, l’associazione che rappresenta le imprese, prevedendo l’adozione di una serie di misure da adottare all’interno dei cantieri, che permettano una tutela massima dei livelli di sicurezza.
Il Regno Unito ha bisogno di nuove infrastrutture
L’approvazione del maxi piano di investimenti è stata accelerata dall’emergenza Coronavirus, anche se la questione era già da tempo presente nell’agenda politica britannica.
Fino a ieri lo sviluppo infrastrutturale del Paese veniva alimentato dal National Infrastructure Delivery Plan, il piano quinquennale 2016-2021 che prevedeva investimenti per 483 miliardi di sterline da distribuire tra ferrovie, strade, energia, abitazioni, formazione.
Di quel piano, secondo un’analisi realizzata dal PricewaterhouseCoopers, solo 100 miliardi di sterline sono stati effettivamente finanziati dal governo, mentre il resto della dotazione deve ancora essere raccolto.
«Questo scostamento tra le risorse previste e quelle necessarie – scrive Charles Johnson-Ferguson, capo analista per Trasporti e Logistica di PwC – è l’elemento chiave per assicurare la realizzazione dei progetti infrastrutturali annunciati in UK. E significa che trovare i fondi necessari per rispondere a questi bisogni è la sfida più grande che il paese sta affrontando, dopo la Brexit».
Un appello lanciato prima che esplodesse l’emergenza Covid-19. Oggi, di fronte alla crisi economica che potrebbe esplodere nei prossimi mesi, il governo britannico ha risposto con un nuovo piano di investimenti, più ricco e ambizioso del precedente. Realizzarlo sarà l’unica strada percorribile per sostenere lo sviluppo del paese nei prossimi cinque anni.