I negozi chiusi sulla Fifth Avenue, le serrande abbassate dei ristoranti del Greenwich Village, il vuoto spinto di una Times Square come non si era mai vista: il presente di New York City, una delle città americane più colpite dal Covid-19, può essere raccontato come un fermo immagine, una condizione insolita per la città sempre in movimento.
E per la prima volta fermi sono alcuni dei cantieri che – con i loro martelli pneumatici, le gru in funzione anche di notte, gli operai appesi alle impalcature – sono la colonna sonora rumorosa per chiunque passeggi nelle strade della Grande Mela.
Un silenzio che ha un costo per l’economia cittadina, conteggiato nei giorni scorsi dal New York Building Congress. Secondo l’associazione che rappresenta le industrie delle costruzioni attive nella metropoli, la spesa per le opere nel 2020 si contrarrà di 4,1 miliardi di dollari, passando dai 60,6 miliardi del 2019 ai 55,5 miliardi dell’anno in corso.
È questo il dato complessivo riportato nel 2020-2022 New York City Construction Outlook, una guida essenziale per capire qual è il prezzo che la città sta pagando alla pandemia, ma anche quali saranno le strade del rilancio da imboccare nei prossimi anni.
Nuove costruzioni New York: ecco chi pagherà il prezzo del Covid-19
Non solo commercio, cultura, ristorazione. La stretta sul turismo imposta dalle misure di contenimento globale della pandemia, con tutto quello che questo comporta, unita alle regole sul distanziamento sociale per i cittadini newyorkesi, non hanno un impatto solo sul settore dei servizi. Anche l’industria sta risentendo della crisi economica nata come riflesso di quella sanitaria e oggi, quando mancano ancora mesi prima di una diffusione massiccia di un vaccino in grado di sconfiggere in via definitiva il Covid-19, anche il settore delle costruzioni è chiamato a tirare il freno, rallentando grandi progetti già avviati ed evitando di inaugurarne di nuovi.
E infatti a pagare il prezzo più alto alla crisi sono proprio i progetti non residenziali: le grandi opere, le infrastrutture legate allo sport e quelle dell’intrattenimento, i nuovi hotel. È su queste voci che si concentra la quota più consistente di perdite, perché proprio il settore delle costruzioni non residenziali passa dai 21,2 miliardi del 2019 ai 16,6 miliardi previsti per il 2020.
Il rilancio delle nuove costruzioni a New York inizia dal 2021
Il contraccolpo subito in questi mesi dovrebbe essere superato entro la fine dell’anno. È questa la convinzione del New York Building Congress, ma anche l’obiettivo al quale le istituzioni cittadine stanno lavorando.
La convinzione nasce dalla strada, dove la ripartenza dei cantieri (anche di quelli più grandi) sembra ormai prossima, ma anche dai numeri che – secondo le previsioni del 2020-2022 New York City Construction Outlook – torneranno presto a raccontare una realtà in crescita.
Secondo il rapporto nel biennio 2021-2022 il totale speso nelle nuove costruzioni a New York toccherà i 113 miliardi di dollari, aumenterà il numero dei grandi progetti e come conseguenza anche i posti di lavoro che passerà dai 128.200 del 2020 ai 136.650 del 2021 fino a raggiungere quota 140.200 nel 2022.
Numeri che offrono una finestra di ottimismo sul futuro della Grande Mela, anche grazie al ruolo e al sostegno promesso dalle istituzioni pubbliche.
New York City riparte
Gli sprazzi di ottimismo sul futuro lanciati dal New York Building Congress nascono dalla risposta che la città e le sue autorità stanno dando proprio in questi giorni. A questo proposito il New York City Department of Buildings (DOB) ha rilanciato una nuova release delle linee guida da seguire per tenere aperti i cantieri anche in questi giorni in cui la pandemia ha ripreso a correre. Linee guida che si accompagnano a quelle del New York State Department of Health’s e che confermano la ripartenza delle grandi opere pur nel rispetto delle più stringenti misure di sicurezza per evitare contagi tra i lavoratori.
Per capire la portata reale di questo rilancio sarà però necessario mettere in chiaro il ruolo dell’amministrazione cittadina, del governo statale e di quello federale. Mentre tra il 2017 e il 2019 i finanziamenti pubblici rappresentavano il 31% dei fondi stanziati per i grandi progetti infrastrutturali newyorkesi, nel 2020 la quota pubblica è salita al 40%. Si riduce il ruolo dei privati e naturalmente acquista importanza quanto governo statale e federale decideranno di investire sui progetti della Grande Mela. Decisive a questo proposito saranno le politiche di due authority: la Port Authority of New York and New Jersey e la Metropolitan Transportation Authority (MTA), due agenzie la cui capacità di finanziamento dipende in modo consistente dai fondi federali.
In tema di mobilità sostenibile, la MTA ha in corso un piano da 51,5 miliardi di dollari da sviluppare tra il 2020 e il 2024 che prevede – tra le altre cose – la costruzione di nuove linee metropolitane e l’ammodernamento di quelle esistenti.
Il piano subirà necessariamente dei rallentamenti ma l’Authority ha fatto sapere che non sarà bloccato e che anzi saranno avviati i progetti in base alla loro priorità per i cittadini.
New York City rallenta ma non si ferma. Perché neanche il Covid-19 sembra intaccare il fascino mondiale della Grande Mela, considerata ancora nonostante la crisi uno dei luoghi migliori dove investire. Da qui la decisione della società australiana Lendlease, controllata dal fondo pensione dello stato Super Aware, di sostenere un progetto da 718 milioni di dollari per costruzione di 800 nuove unità abitative a Brooklyn accompagnate dallo sviluppo di un nuovo waterfront. Da qui, come dalle rive di Williamsburg, sarà possibile ammirare lo skyline di Manhattan. In attesa che le sue strade ricomincino a riempirsi di vita.