Oltre ventitremila pannelli solari che galleggiano sulle acque e danno vita a un enorme impianto che porta acqua potabile in tutta Londra. Succede nella località di Walton-on-Thames, a 13 chilometri dall’aeroporto di Heathrow, dove nel marzo del 2016 è stato inaugurato il più grande impianto solare galleggiante d’Europa per gestire l’acqua potabile, secondo al mondo dopo che nel 2017 la Cina ne ha scalzato il primato globale.
«Questo sarà per un certo periodo l’impianto solare galleggiante più grande al mondo – ha detto in un comunicato uscito all’epoca dell’inaugurazione Angus Berry, energy manager di Thames Water, la società proprietaria dell’impianto. – Stiamo indicando la linea in questo settore e speriamo che presto anche altri ci seguiranno, nel Regno Unito e fuori».
Ci sono voluti cinque anni per progettare e realizzare l’impianto – inaugurato nel marzo del 2016 sul lago artificiale Queen Elizabeth II – e adesso il suo impatto sulla città è già consistente. L’enorme superficie solare permette di generare elettricità sufficiente per far funzionare una centrale di trattamento delle acque che fornisce acqua potabile a milioni di persone che abitano nell’area metropolitana di Londra e più in generale nell’area Sud-Est dell’Inghilterra.
Per raggiungere questo risultato è stato realizzato un impianto costituito da 23.000 pannelli fotovoltaici che messi insieme occupano una superficie pari a quella di 8 campi di calcio e raggiunge 6,3 MW di potenza installata che genera 5,8 milioni di Kilowatt/h all’anno di elettricità coprendo il bisogno di 1.800 abitazioni.
Ma nonostante queste caratteristiche, l’impatto dell’opera sull’ambiente è minima se si pensa che l’intera superficie costituita dai pannelli copre solo il 10% del lago, che occupa un’area di 128,3 ettari e ha un perimetro di 4,3 chilometri. E proprio la scelta di costruire una piattaforma solare su un lago è legata all’ottimizzazione dello spazio disponibile perché nei dintorni di Londra è molto difficile trovare terreni liberi.
«Essere attivi su un business sostenibile – commenta Angus Berry all’interno di un comunicato stampa dell’azienda – è essenziale per la nostra strategia di lungo termine e questo progetto così innovativo ci avvicina a raggiungere l’obiettivo prefissato. È la cosa giusta per i nostri clienti, per i nostri stakeholder e soprattutto per l’ambiente».
L’esperienza londinese è sicuramente una delle prime in questo settore, ma diverse amministrazioni si sono mosse con anticipo rispetto alla capitale inglese. Prima in assoluto in Inghilterra è arrivata Manchester, dove l’azienda United Utilities ha aperto a fine 2015 un altro impianto con una capacità di produzione energetica dimezzata rispetto a quella di Walton-on-Thames. Mentre in Giappone è tuttora in via di realizzazione un mega impianto che sarà concluso nel 2018 e sarà realizzato sull’invaso della diga di Yamakura. In questo caso la superficie dei pannelli raggiungerà i 180mila metri quadri con una produzione doppia rispetto all’impianto londinese.
Il record mondiale rimarrà però ancora per un po’ in Cina, dove nel giugno scorso è stato inaugurato l’impianto solare galleggiante nella provincia di Anhui, capace di produrre 40 MW di energia che alimenterà 15mila abitazioni.
L’opera è solo un esempio dell’ambizioso piano cinese di produzione di energie rinnovabili. Il Paese ha infatti annunciato l’intenzione di investire, entro il 2020, 361 miliardi di dollari nel settore, affermando che entro il 2022 sarà in grado di produrre 320 gigawatts da impianti eolici e solari e 340 gigawatts da impianti idroelettrici.
Attualmente infatti le rinnovabili valgono l’11% della produzione energetica cinese, ma secondo i calcoli del governo potrebbero arrivare al 20% entro il 2030.