Nell’attesa dello storico summit di Singapore tra il presidente americano Donald Trump e il leader coreano Kim Jong Un, le diplomazie di Stati Uniti e Corea del Nord sono al lavoro per trovare un accordo che porti il paese asiatico ad avviare il processo di denuclearizzazione.
La trattativa è complessa, sicuramente lunga, e per molti aspetti riservata, ma quello che è certo – perché ribadito pubblicamente dal Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo – è il successivo impegno degli Stati Uniti a favorire l’arrivo di investimenti esteri in Corea del Nord, da destinare principalmente allo sviluppo delle infrastrutture, contribuendo a soddisfare il bisogno energetico ma anche le altre opere di cui il paese ha bisogno per crescere.
Il tema dello sviluppo successivo alla ipotetica denuclearizzazione del paese, è stato toccato anche nell’ultimo e storico incontro tra il leader nord coreano e il Presidente della Corea del Sud, Moon-Jae-in. La questione coinvolge l’intera penisola coreana, che ha bisogno di un sistema infrastrutturale più moderno che la metta in collegamento con il resto dell’Asia e la faccia salire sul treno veloce di quei paesi come la Tailandia che stanno crescendo a ritmi molto sostenuti.
Supportato anche dalla Cina, che ha promesso a sua volta investimenti qualora fosse firmato un accordo di pace, il governo della Corea del Sud ha annunciato l’intenzione di sostenere la realizzazione di grandi opere che possano dare benefici anche ai vicini del Nord, come ad esempio la costruzione di ferrovie moderne in grado di collegare la penisola coreana con la Cina e la Russia.
Le infrastrutture che uniscono le due Coree
Nel corso dello storico vertice che si è tenuto nell’aprile scorso tra Kim Jong Un e il presidente della Corea del Sud, quest’ultimo ha consegnato nelle mani dell’altro una pennetta Usb all’interno della quale era stato caricato il piano del governo della Corea del Sud che prevede la realizzazione di una rete ferroviaria moderna per l’intera penisola. Il piano è al centro del “New Economic Map of the Korean Peninsula”, l’iniziativa lanciata dal presidente sudcoreano che contiene tutti i grandi progetti necessari per rilanciare la regione.
Come confermato dalle dichiarazioni rilasciate al termine del summit, asse strategico di questa iniziativa è proprio la realizzazione di una linea ferroviaria che unisca le due Coree. La linea, secondo la Panmunjom Declaration (la dichiarazione firmata dai due leader al termine dell’incontro) dovrebbe collegare Seoul (capitale del Sud) con Pyongyang (capitale del Nord) attraversando la città di Kaeseong. Una volta superata Pyongyang la linea ferroviaria dovrebbe proseguire fino alla città di Shinuiji, in Nord Corea, raggiungendo così il confine con Dandong, in Cina.
In realtà, il collegamento ferroviario è solo il primo step di un progetto molto più ambizioso, per il quale sarebbe necessario un investimento di 35 miliardi di dollari americani. Il piano del governo della Corea del Sud prevede infatti la realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità che colleghi Seoul con Shinuiju, passando per Pyongyang, da realizzare utilizzando le tracce già esistenti di sei vecchie linee che ad oggi permettono il transito di treni ad una velocità di appena 50 chilometri orari.
Alta velocità, diplomazia e commercio globale
La grandiosità del progetto, presentato con orgoglio dal presidente della Corea del Sud Moon-Jae-in, dipende da due fattori: il primo geopolitico e diplomatico; il secondo strutturale ed economico, perché l’infrastruttura non unirà solamente i due paesi, ma salderà il legame tra la penisola e il resto dell’Asia, in particolare con la Cina e con la Russia. Questo, secondo i piani del governo sudcoreano, dovrebbe trasformare la regione in un hub strategico per il commercio mondiale, facendola diventare una terra di passaggio per le merci che viaggiano dall’Est asiatico all’Europa. Le linee metterebbero infatti in collegamento il paese da un lato con la Cina e dall’altro con la ferrovia transiberiana che attraversa la Russia, permettendo così alle merci che partono dalla penisola coreana di raggiungere l’Europa.
Inoltre, al passaggio dei nuovi treni – soprattutto in concomitanza con le fermate – si accompagnerà lo sviluppo del territorio. La Pyongra Line, una delle linee previste, dovrebbe collegare le due città più grandi del Sud (Seoul e Busan) con Chongjin, la terza città del Nord, e la zona industriale di Rajin, che vanta il Pil pro capite più elevato del paese.
Tanto l’impatto economico quanto l’effetto geopolitico offrono cartucce al buon esito dei negoziati di pace tra i due paesi, e alla ritrovata stabilità di una regione che si lega ormai anche ad interessi commerciali internazionali, primi tra tutti quelli della Cina e della Russia stessa. E forse sarà proprio la “diplomazia del ferro” ad offrire spunto e interesse comune per superare quel muro invisibile alzato oltre settant’anni fa lungo il 38° parallelo.