Per il conducente, il nuovo treno ad alta velocità del Regno del Marocco è un sogno che diventa realtà. Per uno dei passeggeri, un’incredibile comodità.
Per il Re Mohammed VI, è l’ultimo miglio verso la modernizzazione del paese e il più recente progetto infrastrutturale finalizzato a sostenere lo sviluppo economico del paese e a migliorare la qualità della vita dei suoi 35 milioni di abitanti.
«Il progetto del treno ad alta velocità – spiega il sito ufficiale dell’Office National des Chemins de Fer (ONCF), l’operatore pubblico che gestisce le ferrovie – apre prospettive importanti per la crescita industriale del Marocco e contribuirà a rafforzare la logistica e la competitività del sistema paese. Soprattutto, la sua capacità sarà quella di attirare gli investitori stranieri».
Chiamato Al Boraq, come la magica creatura alata della tradizione islamica, l’opera è il primo treno ad alta velocità dell’Africa e corre lungo la costa atlantica per 200 chilometri tra il porto di Tangeri e l’hub commerciale di Casablanca.
In viaggio con il Re
Alla inaugurazione della linea ad alta velocità, che si è tenuta nel novembre scorso e alla quale ha partecipato il Re del Marocco, il treno è partito da Tangeri e in un’ora e 15 minuti ha raggiunto Rabat, l’ultima fermata prima di Casablanca, toccando la velocità massima di 320 km/h. Alla costruzione dell’opera ha dato il suo contributo anche il governo francese con il 51% degli investimenti, rispetto a un investimento totale di circa 1,8 miliardi di euro.
Ma la linea è solo la prima tratta di un progetto ben più ambizioso che prevede di prolungare l’alta velocità per 1.500 chilometri collegando le città di Fez, Marrakech e Agadir.
Nell’attesa di mettere mano ai nuovi progetti, i cittadini del Marocco si godono gli importanti benefici garantiti da Al Boraq. La ONCF prevede infatti che il traffico annuale tra Tangeri e Casablanca passerà da 3 a 6 milioni di passeggeri.
«L’opera – si legge ancora sul sito ufficiale – contribuirà ad aumentare anche i viaggi su ferro delle merci, offrendo una maggiore capacità di trasporto alle linee convenzionali».
Sulla linea ad alta velocità corrono oggi 12 convogli, ognuno dei quali dotato di due locomotive e otto carrozze, con una capacità totale di 533 passeggeri.
I tempi di trasporto sono dalle tre alle quattro volte inferiori rispetto alla ferrovia tradizionale, e la metà rispetto al viaggio in automobile lungo l’autostrada.
Inoltre, riducendo il traffico automobilistico in maniera significativa, la nuova linea ferroviaria garantirà una contrazione delle emissioni annuali pari a 20.000 tonnellate di diossido di carbonio.
Il Regno punta su infrastrutture ambiziose
Oltre al treno ad alta velocità, il Re del Marocco intende continuare a investire anche su altri progetti strategici nel settore dei trasporti.
Il governo punta infatti a favorire la realizzazione di una rete di trasporti che accresca le potenzialità di sviluppo degli hub commerciali già presenti nel paese. È il caso del porto di Tangeri, attivo già da oltre dieci anni e strategico, per via della sua posizione nello Stretto di Gibilterra, nella movimentazione delle merci che entrano nel Mar Mediterraneo e sono dirette ai paesi del Sud Europa. Attualmente il porto movimenta 8 milioni di container all’anno, ed è uno dei più importanti del Mare Nostrum.
Secondo quanto riporta il sito governativo che promuove gli investimenti diretti esteri nel paese, il suo ulteriore sviluppo sarà garantito dal completamento di un progetto che prevede l’espansione della rete autostradale nazionale, destinata a passare dai 1.461 chilometri del 2012 ai 3.000 chilometri previsti per il 2020.
La stessa propensione agli investimenti si conferma anche nel settore energetico dove, sul versante opposto del monte Atlas, vicino alla città di Ouarzazate, è stato realizzato il Noor Solar Complex, l’impianto solare più grande del mondo. Dotato di migliaia di pannelli che catturano i raggi del sole per produrre energia, l’impianto rappresenta il cuore del piano nazionale che mira di aumentare la quota di energia rinnovabile prodotta nel paese, arrivando nel 2020 al 42% di rinnovabili sul totale della produzione energetica e al 52% nel 2030. Secondo il World Economic Forum, a dare forma a questo progetto è l’utilizzo di diverse fonti energetiche, dal solare all’eolico, fino all’energia idroelettrica.
Un sogno che diventa realtà
Nel giorno del viaggio inaugurale del treno Al Boraq, il conducente Khalid Bouguerne riusciva solo a pensare all’onore che gli era stato riconosciuto.
«È un sogno per me – ha ammesso, intervistato dal network televisivo francese “France 24”. – Io di solito guido treni che raggiungono i 160 km/h, che comunque non è male, ma viaggiare a 320 km/h è straordinario».
Alle sue spalle, in una delle carrozze riservate al trasporto passeggeri, una donna guardava fuori dal finestrino e commentava: «Questo è stato sempre un lungo viaggio per noi. Ma con la nuova linea diventa tutto più facile. E più pratico».