Circa 110mila nuove abitazioni costruite in Inghilterra nell’ultimo decennio sono oggi colpite da inondazioni. L’ultimo bilancio degli effetti drammatici delle piogge battenti delle ultime settimane in alcune regioni del Regno Unito rivela la fragilità del patrimonio edilizio e infrastrutturale di molte zone del paese. Dal 2014 ad oggi in Inghilterra sono state costruite 1,4 milioni di nuove abitazioni. Di queste, una su 13 è stata danneggiata dalle recenti forti alluvioni.
Il dato offre una doppia lettura: da un lato la violenza con cui le perturbazioni – effetto dei cambiamenti climatici – si sono abbattute sull’isola; dall’altro la precarietà infrastrutturale di diversi territori in UK.
L’analisi è stata condotta dal gigante delle assicurazioni Aviva, secondo cui in diverse zone del paese esiste almeno una possibilità su cento ogni anno di inondazioni di fiumi o addirittura delle acque del mare. «Di fatto – ha commentato alla stampa inglese Jason Storah, amministratore delegato di Aviva per il Regno Unito e l’Irlanda – nell’ultima decade sono state costruite 110mila nuove abitazioni in zone soggette a inondazioni, esponendo così centinaia di migliaia di proprietari a un rischio reale».
La notizia ha riaperto il dibattito nel paese e richiamato il governo a nuovi investimenti per mettere in sicurezza le infrastrutture.
Gli effetti della tempesta Henk: il governo inglese corre ai ripari
Non solo le abitazioni. Nell’ultimo mese la tempesta Henk (così come è stata chiamata) si è abbattuta duramente sull’Inghilterra danneggiando anche grandi infrastrutture come ferrovie, ponti, strade, e naturalmente tantissime aziende agricole. Che molte regioni inglesi fossero a rischio non è una novità: già nel 2021 l’Environment Agency aveva elaborato un piano per mettere al sicuro infrastrutture e abitazioni dal rischio inondazioni. Quel piano avrebbe dovuto coprire un orizzonte temporale fino al 2027, ma ad oggi è evidente la necessità di intervenire nuovamente con investimenti e progetti. Il governo inglese ha infatti stanziato 5,2 miliardi di sterline per rafforzare le difese infrastrutturali proprio rispetto all’impatto delle inondazioni. In particolare, i nuovi interventi dovranno essere indirizzati alla protezione delle aziende agricole, delle abitazioni che si trovano in aree di rischio, e naturalmente alle infrastrutture strategiche come ad esempio le ferrovie.
Il tema chiave è la costruzione di barriere idriche in grado di proteggere tanto le abitazioni quanto le infrastrutture strategiche. Secondo il Public Accounts Committee almeno 203mila abitazioni sarebbero a rischio per l’inadeguatezza delle barriere infrastrutturali. Da qui la necessità di costruirne altre come accaduto ormai diversi anni fa sul Tamigi fuori Londra. Le Thames Barrier risalgono infatti al 1982 quando venne ultimata la costruzione delle barriere sui due estremi del fiume, a Nord nel quartiere di Newham e a Sud nel Royal Borough of Greenwich. Prima della costruzione di questa infrastruttura, Londra era storicamente colpita da inondazioni l’ultima delle quali risalente al 1953 che causò danni gravissimi alla città. Proprio la realizzazione di barriere sul Tamigi ha messo in sicurezza una volta per tutte le capitale.
L’impatto sui trasporti ferroviari
Una delle infrastrutture più colpite dalle inondazioni delle ultime settimane è proprio quella ferroviaria. Il 30 dicembre scorso ha fatto il giro del mondo l’immagine della Gare du Nord di Parigi affollata per via dei blocchi dei treni Eurostar che avrebbero dovuto attraversare la Manica per raggiungere Londra. Il problema, infatti, non era a Parigi ma in Inghilterra dove un tunnel nei pressi di Londra è stato chiuso per via delle inondazioni obbligando la cancellazione di oltre una dozzina di treni.
È così che in più punti del paese sono stati attivati negli ultimi mesi cantieri per la protezione delle infrastrutture ferroviarie. Ad esempio, sono aperti i cantieri sulla linea che collega Leeds con Shipley e Bradford, duramente colpita dalle inondazioni, dove è in corso la costruzione di un sistema di protezione lungo 1,4 chilometri che dovrebbe evitare l’esondazione dei fiumi che corrono nei pressi della ferrovia.
Danni ingenti e rallentamento delle corse sono stati registrati anche sulle linee che servono altre grandi città del Regno Unito, come Newcastle e Edimburgo. Da qui la decisione del governo di elaborare una risposta immediata agli effetti dei cambiamenti climatici. Una risposta che punta a proteggere da un lato le infrastrutture del paese e dall’altro i cittadini inglesi, che in molte regioni hanno ormai maturato un senso di profonda insicurezza.