L’International Finance Corporation, il braccio operativo del World Bank Group impegnato a sostenere progetti di sviluppo nei mercati emergenti, richiama a sé investitori privati da tutte le parti del mondo con un grande progetto: raccogliere 5 miliardi di dollari da investire nei prossimi cinque anni per costruire grandi infrastrutture, in settori come energia, trasporti, telecomunicazioni.
L’idea è quella di mettere insieme l’esperienza e le garanzie di una prestigiosa istituzione finanziaria internazionale come l’IFC con l’interesse ad investire e le disponibilità economiche degli investitori istituzionali privati, alla ricerca di settori in crescita su cui puntare. All’appuntamento l’International Finance Corporation si presenta con una media di 20 progetti finanziati all’anno, 25 miliardi di dollari di fondi dell’istituto investiti dal 2007 e altri 20 miliardi mobilitati dall’indotto creato da questi investimenti.
Da parte sua, invece, il settore privato contribuisce solo per il 30% della spesa globale nelle infrastrutture, una quota limitata ma destinata a crescere nei prossimi anni. La stessa IFC conferma infatti che fondi pensione e altri investitori privati appaiono sempre più interessati a mettere i loro soldi su progetti infrastrutturali che, in un periodo di tassi di interesse negativi, continuano a garantire ritorni stabili nel lungo termine.
«Si tratta di un’ottima opportunità» ha dichiarato nell’ottobre 2016 al “Financial Times” il tesoriere e vice presidente dell’IFC, Jingdong Hua. «Vogliamo sbloccare un’alternativa realizzabile con ritorni interessanti. Se i tassi di interesse globali fossero al 5% non avremmo avuto questa opportunità».
Da qui l’idea di intercettare questo interesse riducendo il più possibile il rischio dell’investimento e sostenendo così il grande bisogno di investimenti nelle infrastrutture che – secondo i calcoli del braccio finanziario del World Bank Group – ammonterebbe a 1 trilione di dollari all’anno, oltre al trilione già speso attualmente.
Il progetto non nasce oggi, ma nel 2014 con una prima partnership siglata dall’IFC con la State Administration of Foreign Exchange (SAFE) della Cina che ha fatto da garante per gli investimenti dei privati. Negli ultimi due anni il programma ha raccolto 1,6 miliardi di dollari che sono stati utilizzati per lo sviluppo di 47 progetti in 30 Paesi.
E proprio i risultati ottenuti dal progetto, hanno convinto l’organismo del World Bank Group a replicare per il futuro, puntando alla raccolta di 5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
In questo caso l’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Swedish International Development Cooperation Agency (Sida), che ha il compito di condividere i rischi con gli investitori assicurando una garanzia bancaria su parte degli investimenti fatti. I promotori dell’iniziativa hanno calcolato che la garanzia bancaria della SIDA permetterà di mobilitare 8-10 dollari per ogni dollaro investito.
Dal canto suo l’IFC si presenta come garante ultimo dell’investimento, mettendo sul piatto i suoi 25 anni di esperienza nel settore dei prestiti per lo sviluppo infrastrutturale e i risultati raggiunti in termini di progetti portati a termine.
Per farlo non agisce direttamente, ma ha creato una nuova struttura ad hoc, il Managed Co-Lending Portfolio Program for Infrastructure (MCPP) che si occupa di identificare i progetti da finanziare, raccogliere i fondi dei finanziatori, e gestire la provvista finanziaria nella realizzazione delle opere. IL MCPP è di fatto una piattaforma che raccoglie i prestiti privati, ai quali riconosce tassi di interesse superiori in media del 4-4,5% rispetto al tasso interbancario di Londra.
«La moderna infrastruttura – spiega sul sito dell’istituzione il Vice Presidente Esecutivo e Ceo dell’IFC, Philippe Le Houérou – è essenziale per la crescita economica e per un benessere durevole. “MCPP Infrastructure” segna un importante passo in avanti nella ricerca di soluzioni di finanziamento su larga scala per le sfide dello sviluppo».
Il nuovo programma ha già un primo sostenitore. Si tratta di Allianz Global Investor, controllata dal colosso assicurativo mondiale Allianz. La società ha investito nella piattaforma creata dall’International Finance Corporation 500 milioni di dollari, convinta di ottenere un ritorno interessante.
Ma Allianz – secondo i promotori del progetto – è solo il primo di tanti investitori, che dovrebbero arrivare anche dal mondo dei fondi pensione, obbligati per la loro natura a fare investimenti che garantiscano dei rendimenti sicuri nel lungo termine.
La sfida è lanciata e le risposte che arriveranno nei prossimi mesi saranno molto interessanti, non solo per l’ammontare degli investimenti, ma soprattutto per capire quale potrà essere nei prossimi anni il ruolo degli investitori privati nello sviluppo infrastrutturale del mondo.