Mentre l’Australia ancora brucia, il New South Wales – uno degli stati più colpiti del paese – ha già previsto un piano per rimettere in sesto le infrastrutture danneggiate dai roghi.
Un miliardo di dollari australiani (quasi 700 milioni di dollari Usa) sono stati stanziati per essere investiti nei prossimi due anni con un unico obiettivo: proteggere e ricostruire le opere che gli incendi hanno distrutto o danneggiato. Infrastrutture vitali come strade, linee ferroviarie, ponti, scuole che necessitano di interventi massicci e urgenti.
L’annuncio è stato fatto pochi giorni fa dalla premier del New South Wales, Gladys Berejiklian e dal ministro del Tesoro, Dominic Perrottet.
«Questi fondi – ha dichiarato pubblicamente Gladys Berejiklian – serviranno per mettere immediatamente in sicurezza infrastrutture strategiche in modo che le comunità possano cominciare a risollevarsi dalla tragedia che le ha colpite. La stagione degli incendi è tutt’altro che terminata, ma siamo ben consapevoli di quanto sia importante per le comunità iniziare il prima possibile un processo di recupero».
Incendi nel New South Wales: fiducia nella ricostruzione
Secondo un primo bilancio, solo nel New South Wales gli incendi hanno danneggiato oltre 2mila abitazioni, mentre è ancora difficilissimo elaborare una stima attendibile dei danni sulle infrastrutture.
Da qui la decisione del governo di prevedere un investimento ingente proprio per le opere danneggiate, un’iniziativa che rappresenta un segnale importante per la cittadinanza.
«Questa attenzione verso le infrastrutture, siano esse danneggiate o distrutte, vuole spingere i cittadini ad avere fiducia nella ricostruzione – ha dichiarato ai giornalisti la premier Berejiklian. – Potrebbe trattarsi di un ponte, una strada, una ferrovia, una scuola, un ospedale o una centrale elettrica, dobbiamo dimostrare che il governo rimane fianco a fianco a tutte quelle persone che sono state colpite da questa catastrofe devastante».
Imperativo: bloccare le fiamme
Il piano di recupero delle infrastrutture colpite dagli incendi si accompagna a una serie di interventi immediati che mirano a tamponare le situazioni di maggiore crisi e per i quali il governo ha stanziato 33 milioni di dollari (22 milioni di dollari Usa), oltre a 231 milioni di dollari (158 milioni di dollari Usa) spesi nell’immediatezza della tragedia.
Fondi che erano stati destinati principalmente alla messa in sicurezza delle abitazioni, alla pulizia di strade e ponti dalle ceneri, e alla protezione dei negozi colpiti dagli incendi.
Un impegno sul campo che le istituzioni dello stato stanno conducendo insieme alla National Bushfire Recovery Agency, l’Agenzia nazionale istituita proprio per contrastare il fenomeno degli incendi in Australia.
L’emergenza è gravissima e in qualche modo è andata aumentando durante i primi giorni del 2020. A denunciarlo sono i numeri del Building Impact Assessment, rilasciati dal NSW Rural Fire Service. Al 13 gennaio le case distrutte sono oltre 2.162 e 849 quelle danneggiate, mentre sono 12.946 gli edifici salvati dalle fiamme grazie agli interventi dei vigili del fuoco.
Negli ultimi giorni la situazione è leggermente migliorata grazie alle mutate condizioni atmosferiche, che hanno portato nell’area intorno a Sydney piogge e un leggero abbassamento delle temperature. Ma nonostante questo – secondo quanto ha riportato la BBC – sono ancora 80 gli incendi attivi nello stato, 60 dei quali difficili da contenere.
E proprio il cambiamento delle condizioni atmosferiche rappresenta oggi la speranza alla quale la maggior parte degli australiani si aggrappano. Nei giorni scorsi violente piogge e grandinate si sono abbattute su molte regioni del paese, dal New South Wales al Victoria. È piovuto a Sydney, ma anche a Brisbane, Melbourne e Canberra. E il sogno, adesso, è che la risposta all’ondata drammatica di incendi che ha colpito l’Australia arrivi dal cielo.