Sugli schermi montati all’interno dei vagoni della metropolitana di New York City scorre in questi giorni il video promo della MTA, la municipalizzata dei trasporti cittadina, che invita i viaggiatori a scoprire la nuova tratta della Q Line della metro, ribattezzata la Second Avenue Subway.
Il percorso della Second Avenue Subway che va dalla 72esima alla 96esima Street, lascia senza fiato: le stazioni sono dei capolavori di architettura minimalista contemporanea dove il primo impatto sono le dimensioni. Abituati alle striminzite stazioni di Wall Street a downtown, soffitti bassi e vecchi pilastri, un'opprimente sensazione di claustrofobia e di vecchio, scendere alla fermata della 86esima assomiglia ad atterrare su un altro pianeta: spazi ampi e ben illuminati, tutto è scintillante. Enormi campate creano spazi immensi e volumi, in un tripudio di cemento e acciaio, dove dominano il grigio e la luce. La linea è stata aperta al pubblico il giorno di Capodanno del 2017 ma dopo nove mesi la MTA sta ancora promuovendo il suo utilizzo.
Eppure la metropolitana che copre l’East Side, tagliando da nord a sud la città lungo la Second Avenue, è qualcosa di storico. Sono almeno 100 anni che a New York City si parla di una metropolitana che colleghi la zona Est di Manhattan, ossia quella che va dalla First Avenue, affacciata sull’East River fino alla Lexington Avenue. Ma, per una serie di coincidenze storiche la East Side non è stata coperta solo in minima parte. Il primo progetto per la fantomatica Second Avenue Subway risale addirittura al 1919. Quando però i lavori avrebbero dovuto cominciare, nel 1929, ci fu il crollo di Wall Street e la Grande Crisi bloccò i finanziamenti. Passano i decenni e finalmente negli Anni '70 il progetto torna alla luce ma proprio quando il cantiere sta per partire, scoppia una nuova crisi fiscale. Ancora una volta, il progetto della Second Avenue Subway finisce in un cassetto dove rimarrà per altri 30 anni, per essere riesumato per la terza, e stavolta definitiva, volta nel 2007. Ora, dopo un'attesa interminabile durata quasi un secolo, New York City ha la sua nuova metro della East Side, anche se per una piccola tratta.
La nuova metro di New York influira sulla mobilità cittadina?
La novità però non ha risolto i tanti problemi della metro della Grande Mela, accumulati in decenni di ritardi e di mancati investimenti. Negli ultimi tempi, poi, il servizio ha avuto un crollo, tra ritardi ormai quotidiani, interruzioni e blocchi. La verità è che con le sue 24 linee e le sue oltre 400 stazioni, la metro di New York City, uno dei più grandi sistemi di trasporto pubblico del mondo, è un’enorme città sotterranea che cade a pezzi e che necessiterebbe di un grosso piano di ammodernamento e ripulitura. C’è un motivo: è stata aperta nel 1904 e la maggior parte delle stazioni, specialmente quelle di Lower Manhattan, è vecchissima, ormai ultracentenaria: una delle più antiche al mondo assieme a Parigi e Londra.
Ma da allora poco o nulla è stato fatto per restaurare una struttura che alcuni definiscono fatiscente. Negli anni sono stati sostituiti tutti i treni: ora sono di acciaio con aria condizionata e annunci automatici, ma la rete e le stazioni, dalle scale alle colonne alle pensiline, sono rimaste quelle di una volta. Cosa che regala una certa atmosfera vintage apprezzata dai turisti, ma molto meno dai commuters, i pendolari che si spostano per lavoro: 7,7 milioni di persone ogni giorno salgono in metro e negli autobus cittadini e considerando che la città ha 8 milioni di abitanti, è come se ciascun abitante si muovesse solo con i trasporti pubblici (e infatti la MTA è uno dei più grandi casi al mondo di risparmio di Co2: il sistema del trasporto pubblico newyorkese evita ogni anno l'emissione di 17 milioni di tonnellate di anidride carbonica). L'auto a Manhattan è un lusso e la metro è il vero car sharing di New York City.
Guardando l’infrastruttura di trasporto della città si capisce perché i Presidenti, da Obama a Trump, abbiano ragione quando dicono che la priorità del Paese è un grosso piano di investimenti in infrastrutture. A New York City ci sono voluti 10 anni di lavori per portare a termine il (breve) tratto della neonata Second Avenue Subway, meno di 4 chilometri per un costo di 4,4 miliardi. Nel 2029 forse sarà pronta la seconda tratta, costo previsto di 6 miliardi, che dalla 96esima strada, oggi attuale capolinea, arriverà fino alla 125esima strada, in piena Harlem. Mancano all’appello ancora due tratte, per arrivare fino alla punta di Manhattan, tratte che ancora non sono state nemmeno finanziate: se mai vedrà la luce, l’intera Second Avenue Line dovrebbe costare 17 miliardi. Briciole rispetto alle necessità della MTA, che ha un budget annuale di circa 11 miliardi di dollari, anche se per rifare le stazioni cadenti e risistemare la rete ci vorrebbero centinaia di miliardi. Come trovarli? Ai primi di agosto, con i newyorkesi già con la valigia in mano e pronti per le vacanze, il Sindaco Bill de Blasio ha proposto di tassare i ricchi per rimettere in sesto la metropolitana.
«Invece che mandare il conto alle famiglie operaie e agli utilizzatori di bus e metro che già sentono la pressione dovuta al rialzo delle tariffe accompagnata da una bassa qualità del servizio – ha annunciato De Blasio – stiamo chiedendo ai cittadini più ricchi di contribuire economicamente per portare nel 21esimo secolo il nostro sistema di trasporti».
Per il momento si tratta solo di una proposta, ma conferma l’intenzione dell’amministrazione cittadina di tornare a investire sulle infrastrutture della Grande Mela.