L’impressione generale quando si esce dalla nuova stazione di Abbey Wood, zona sud-est di Londra, è di trovarsi in una città nuova. La piazza che prima non c’era, la nuova libreria, perfino il supermercato che mancava, negozietti ovunque e tantissimi nuovi appartamenti. La metropolitana è passata di lì e ha cambiato, oltre al sottosuolo, anche la superficie della città.
È l’effetto Elizabeth Line, il nuovo metrò della capitale inglese di recente premiato con il RIBA Stirling Prize 2024, il più prestigioso riconoscimento architettonico del Regno Unito, assegnato annualmente dal Royal Institute of British Architects (RIBA).
Capolavoro di design, progettata in onore della regina Elisabetta II, per la giuria del Premio quest’opera è “un’impresa architettonica straordinariamente complessa, mascherata da una elegante semplicità”. E secondo il presidente del RIBA, Muyiwa Oki, “la Elizabeth Line è un trionfo nella collaborazione tra gli architetti che offre una soluzione efficiente e splendidamente coreografica per il trasporto nel centro città, una tela ordinata, che incorpora una serie di componenti architettonici raffinati per creare un’identità coerente per tutta la linea, attraverso la quale migliaia di passeggeri giornalieri si muovono con facilità”.
Infrastruttura all’avanguardia e ad alta frequenza, la nuova linea della metropolitana di Londra è lunga 136 km e comprende 41 stazioni che collegano la City con i suoi sobborghi. Con la Elizabeth Line, ad esempio, il viaggio da Abbey Wood a Court Road (nel West End) è passato da 46 a 24 minuti; nei giorni feriali la metropolitana ha una capacità di trasporto fino a 700.000 persone.
Dalla sua messa in funzione, nel 2022, la nuova linea ha anche portato con sé un innovativo approccio alla mobilità pubblica, forte dell’impatto che ha sullo sviluppo urbano ormai sotto gli occhi di tutti. Il progetto ha previsto infatti la rigenerazione di interi quartieri, diventando quindi sinonimo di acceleratore per lo sviluppo cittadino.
Secondo i calcoli dell’esperto di sviluppo urbano Matthew Dillon, che ha guidato il team City Economics del collettivo di designer Arup a Londra, entro il 2031 l’aumento delle persone che raggiungeranno Oxford Street grazie alla Elizabeth Line assicurerà una crescita annuale del giro d’affari nella zona pari a 13 miliardi di sterline.
Grandi opere al servizio delle persone
Cambiare le città è il vero compito delle metropolitane. Alcune però hanno un impatto superiore ad altre e il loro segno rimane visibile per anni. In Australia, la Sydney Metro Northwest, primo sistema di treni veloci totalmente automatizzato del paese, è stata premiata come Project of the Year 2020 per il suo impatto sulla rete di mobilità sostenibile australiana e per la sua capacità di creare 22mila posti di lavoro dall’apertura dei cantieri fino alla consegna dell’opera. Perla del progetto è lo Skytrain, il ponte strallato e curvo realizzato dal Gruppo Webuild che già nel 2018 era stato nominato da Engineering News Record (ENR) “Progetto dell’anno”.
Metropolitana di Parigi
Ancor più dell’opera di Sydney, il Grand Paris Express promette di cambiare profondamente la mobilità di una delle capitali più grandi al mondo. Per Parigi, l’obiettivo è creare una nuova rete metropolitana lunga fino a 200 km e in grado di collegare quasi tutti i comuni della Île-de-France, a partire da Saint Denis che è stato il quartier generale delle recenti Olimpiadi 2024.
Metropolitana di Milano
Le metropolitane cambiano la vita delle città in tanti modi: è quello che è accaduto a Milano, dove la M4, inaugurata da poco, collega l’aeroporto di Linate alla stazione di San Babila, in pieno centro cittadino, in soli 12 minuti; mentre per andare dall’estrema periferia est a ovest impiega appena 30 minuti.
Metropolitana di Copenhagen
Lo stesso impatto lo ha avuto la metropolitana Cityringen per Copenhagen. La linea circolare, realizzata da Webuild e terminata nel 2019, serve l’85% dei cittadini della capitale danese con stazioni a non più di 600 metri di distanza dalla propria abitazione.
Metropolitana di New York City
Ma forse, l’esempio più classico dell’impatto di queste grandi opere, strumenti eccellenti di mobilità sostenibile, è la metropolitana di New York City, una delle reti più articolate che esistono, lunga quasi 400 km con 472 stazioni. In media, nei giorni lavorativi 5,5 milioni di persone salgono sui suoi vagoni; 3,1 milioni il sabato e 2,4 milioni la domenica. E ancora, ogni anno quasi 1,7 miliardi di viaggiatori utilizzano questo mezzo di trasporto che ha contribuito all’incredibile sviluppo della Grande Mela.
La storia delle metropolitane, un viaggio lungo 160 anni
La storia delle linee metropolitane parla di progresso, quello della scienza ingegneristica che cammina accanto a quello dell’uomo. Dal 10 gennaio del 1863, giorno del primo viaggio del “Metropolitan Train” (l’antesignano della metropolitana che collegava le fermate londinesi di Paddington Road e Ferrington Avenue) fino ai treni driverless di oggi, le reti cittadine continuano a essere uno strumento essenziale e sostenibile di mobilità. Attualmente sono presenti in 198 città e 62 paesi, e muovono miliardi di persone. A cominciare dai record delle metropolitane cinesi: 3,8 miliardi di passeggeri all’anno per Pechino, 3,7 miliardi per Shanghai, 3 miliardi per Canton.
Il loro sviluppo si accompagna a quello delle megacities, ma anche a moderne città a misura d’uomo come Milano o Copenhagen che hanno affidato a questo mezzo di trasporto le chiavi del vivere civile. A questo sviluppo il Gruppo Webuild ha dato un importante contributo in 120 anni di storia con 100 progetti pari a 880 chilometri di linee metropolitane in cinque continenti. Opere uniche come la metropolitana di New York e San Francisco, infrastrutture conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza come le stazioni della metropolitana di Napoli, o la Red Line North di Doha. Tutte opere che, proprio come la Elizabeth Line, hanno cambiato profondamente i paesaggi urbani disegnando nuove vie di sviluppo che nascono da sottosuoli invisibili.