I ponti sono infrastrutture vitali per la mobilità, gli scambi commerciali e l’integrazione delle persone; strumenti di modernità che fanno crescere l’economia e contribuiscono positivamente allo sviluppo delle comunità. È stata la rivoluzione industriale, esplosa nell’800, a rendere queste opere simboli di una realtà che ha sfidato le leggi della fisica e della meccanica grazie allo sviluppo della scienza delle costruzioni.
E il loro impatto ha lasciato un’impronta anche nell’evoluzione delle grandi metropoli, come dimostra il caso unico e significativo di New York.
I ponti di New York sono 789, e rappresentano un punto di forza della mobilità urbana e rispondono all’esigenza di una metropoli frenetica e in continuo cambiamento. Un patrimonio infrastrutturale la cui gestione è affidata al DOT, il New York City Department of Transportation, impegnato a ispezionare, monitorare, manutenere i ponti esistenti e coordinare i lavori di costruzione delle opere in corso di realizzazione.
Il tutto con massicci investimenti: negli ultimi cinque anni sono stati spesi 5 miliardi di dollari (distribuiti tra i fondi federali e quelli messi a disposizione dallo Stato di New York e dall’amministrazione cittadina) per garantire agli 8,4 milioni di newyorkesi di muoversi liberamente, incontrarsi e fare affari in tutta la vasta area metropolitana.
Ponti di New York: costi e investimenti
Il piano di interventi necessari per la gestione dei ponti di New York è contenuto all’interno dell’ultimo Report del New York City Department of Transportation, firmato dal Capo analista della Divisione “Ponti”, Michele N. Vulcan. Insieme a lui, 832 persone lavorano per gestire, ispezionare e monitorare i 789 ponti di New York, una ricchezza assoluta di infrastrutture, accumulata in oltre cento anni di storia, che ovviamente comporta costi di gestione ingenti. Negli ultimi anni – sottolinea il Report – la città, lo stato di New York e il governo federale hanno speso 5 miliardi di dollari per mantenere i ponti esistenti e costruirne di nuovi.
I nuovi ponti attualmente in costruzione sono 23 e vanno dal ponte di Madison Avenue sopra l’Harlem River, fino a quello della Nona e della Terza Strada sul Gowanus Canal.
Tantissimi sono invece i nuovi ponti ancora in fase di progettazione (79 progetti censiti dal NYC DOT), molti dei quali dovrebbero arrivare al progetto definitivo entro il 2016 .
La maggior parte degli interventi riguarda invece la manutenzione delle infrastrutture già esistenti. A questo proposito il caso del Brooklyn Bridge è significativo perché il ponte simbolo di New York, inaugurato nel lontano 1883, è stato al centro di un massiccio programma di investimenti che dal 1981 al 2019 ha previsto uno stanziamento complessivo di 1,1 miliardi di dollari.
I ponti più affollati di New York
Alla base dell’ingente quantità di fondi stanziati e dell’impegno di tutte le autorità coinvolte, c’è l’esigenza di garantire, ai cittadini e a chi lavora o visita New York, un sistema di mobilità efficiente, ma soprattutto capace di assorbire la massa di persone, automobili, camion che si muovono in lungo e in largo per tutta l’area metropolitana.
I ponti, in questo senso, sono strumenti preziosi per collegare i popolosi quartieri esterni all’East River come Brooklyn e Queens a Manhattan, il cuore pulsante della Grande Mela. Ed è proprio lungo queste grandi arterie di scorrimento che vengono registrati i dati più significativi in termini di mobilità cittadina.
Secondo il New York City Department of Transportation il numero di veicoli che quotidianamente attraversa i ponti più grandi è impressionante. Il record spetta all’Ed Koch Queensboro Bridge, che risulta il più affollato di tutti con oltre 180mila veicoli al giorno. Dietro di lui il Mill Basin Bridge che trasporta ogni giorno 141mila veicoli; il Brooklyn Bridge con 124mila; il Williamsburg Bridge con 111mila e il Manhattan Bridge con 75mila.
Sono loro i grandi canali che collegano Brooklyn, il Queens e il Bronx a Manhattan e che, insieme alle centinaia di ponti più piccoli e meno conosciuti, portano ogni giorno quasi un milione di persone nell’isola più celebre del mondo.
I ponti di New York: un investimento sostenibile
Se da un lato gestire questo grande patrimonio ha costi elevatissimi, dall’altro i ritorni alla città in termini di sviluppo e di crescita economica sono chiari.
A questo proposito una delle poche analisi sull’impatto economico delle infrastrutture americane risale al 2012 ed è stata realizzata dalla Federal Reserve Bank di San Francisco. Analizzando le conseguenze in termini economici delle opere di nuova realizzazione, gli analisti della banca hanno scoperto che in soli dieci anni l’infrastruttura, per via dell’aumento di ricchezza che produce per la collettività, non solo si ripaga da sola, ma garantisce una sensibile crescita del Pil. In generale – dice la Fed di San Francisco – ad ogni dollaro speso nella costruzione di un’infrastruttura come un ponte o una strada, corrispondono due dollari di crescita di Pil per la regione servita dall’infrastruttura stessa.
È questa la preziosa eredità di un’opera ingegneristica di tale portata, la capacità di restituire alla collettività non solo l’investimento stanziato per la sua realizzazione, ma qualcosa di più. Un valore aggiunto che è misurabile in termini di scambi, di modernizzazione e di integrazione, tutti ingredienti necessari per lo sviluppo dei popoli e la crescita delle economie.