Quando la porta-container Dali ha urtato il Francis Scott Key Bridge di Baltimora nel Maryland, facendo crollare l’intera infrastruttura come se fosse un castello di carte, l’impatto si è sentito a tremila miglia di distanza, fino al porto di Long Beach in California. Le autorità portuali nella costa Ovest degli Stati Uniti si sono subito chieste: un disastro di queste dimensioni, può capitare anche a Long Beach?
«No. Qualsiasi nave che passa sotto il Long Beach International Gateway Bridge non è costretta a navigare attorno a un pilastro”, ha commentato a caldo Mario Cordero, Ceo del Porto di Long Beach all’emittente NBC 4 News, fornendo ulteriori riassicurazioni sulla sicurezza del viadotto, finito di costruire appena tre anni fa e già diventato un supporto indispensabile per il successo economico dell’area.
L‘esempio del Long Beach International Gateway
Long Beach aveva da oltre 50 anni un ponte, il Gerald Desmond Bridge, eretto proprio davanti al bacino portuale. La struttura impediva l’accesso delle nuove navi, note come New Panamax tanto che quei giganti del mare con il loro carico commerciale dovevano essere dirottate altrove. Così, nel 2013 le autorità portuali di Long Beach e il Dipartimento dei Trasporti della California hanno preso una decisione coraggiosa: demolire il ponte ad arco in acciaio e costruirne uno nuovo, strallato, più alto, più largo, più sicuro.
Il lavoro è stato subito affidato a una joint venture con Webuild e Lane Construction che nel 2020 ha completato nei tempi richiesti la costruzione della nuova infrastruttura, il Long Beach International Gateway Bridge. Con le sue due torri alte 515 piedi (157 metri) e la sua campata di 2.000 piedi (610 metri), il ponte è già diventato un’icona del suo genere e oggetto di numerosi premi e studi, non solo dal punto di vista del design architettonico. I lavori sono andati avanti con soluzioni innovative per evitare di intralciare il traffico veicolare da e verso il porto, e allo stesso tempo senza interrompere il transito marittimo. La nuova struttura è stata costruita a fianco di quella vecchia, mantenuta sempre in operatività, ma da demolire subito dopo l’inaugurazione del Gateway.
Un obiettivo ha guidato le operazioni di Webuild e Lane: circa il 15% di tutto il traffico marittimo di container del Nord America dovrà passare sotto il Long Beach International Gateway Bridge e il nuovo collegamento infrastrutturale sarà fondamentale per l’economia regionale e nazionale. Neanche l’emergenza pandemica ha fermato i lavori del ponte. Grazie a misure protettive per tecnici e operai, la costruzione è andata avanti senza sosta anche durante il Covid. Il ponte da 1,5 miliardi di dollari e 9.996 tonnellate è stato inaugurato nel 2020, classificandosi come il primo grande ponte strallato della California, la struttura più elegante integrata con il paesaggio urbano del lungomare di Long Beach e quella con i requisiti più alti della progettazione sismica dei ponti.
La demolizione del vecchio ponte, iniziata subito dopo l’inaugurazione dell’International Gateway è stata completata nel luglio 2023, liberando l’area portuale di Long Beach da ogni intralcio alla sua crescita economica. Lo scorso aprile l’autorità portuale ha comunicato un aumento delle operazioni pari al 14,4% rispetto allo stesso mese del 2023, avendo movimentato 750.424 unità container. Un dato molto vicino a quello del porto gemello di Los Angeles (770.373 TEU, in aumento del 12%).
Il progetto del Maryland: un nuovo ponte per sostenere la crescita
Subito dopo il crollo del Key Bridge di Baltimora, Webuild e la sua società americana Lane hanno inviato al governo del Maryland una proposta preliminare pro-bono per la realizzazione di un ponte capace di ridare slancio e sicurezza al transito degli autoveicoli e al traffico marittimo sottostante. Nel frattempo, la Maryland Transportation Authority (MDTA) ha avviato i lavori per la demolizione dei resti del Key Bridge e liberare i fondali del porto dai detriti. Subito dopo ha annunciato una Request for Proposals (RFP) per selezionare il partner al quale affidare la progettazione e costruzione del nuovo ponte. Il processo di selezione e affidamento dei lavori è previsto entro quest’estate.
La nuova infrastruttura dovrà riportare Baltimora nella top 10 degli scali marittimi del Nord America, grazie alla possibilità di beneficiare al massimo delle capacità riconosciute all’epoca della costruzione del nuovo Canale di Panama (realizzato da Webuild nel 2016) che ponevano Baltimora fra i soli quattro porti della costa Est (insieme a Norfolk, New York/New Jersey e Miami) ad avere una profondità d’acqua sufficiente per accogliere le navi New Panamax. Una profondità raggiunta sulla costa del Pacifico da Los Angeles, Long Beach, Oakland e Seattle.
Il nuovo Key Bridge, che il governo del Maryland stima potersi completare entro il 2028 con un costo tra 1,7 e 1,9 miliardi di dollari, rappresenterà la risorsa indispensabile per il rilancio di Baltimora e di tutta l’area a ridosso della capitale Washington D.C., dopo mesi di sospensione del traffico veicolare e marittimo in un canale d’acqua strategico per gli Stati Uniti, con i suoi 700 piedi (213 metri) di larghezza e i 50 piedi (15 metri) di profondità di manovra.