L’America può finalmente ripensare il proprio, articolatissimo, sistema infrastrutturale con una visione di lungo periodo, abbandonando il sistema ormai logoro e infruttuoso del rattoppo e della sistemazione temporanea di strade, ponti e ferrovie, di reti informatiche, elettriche, idriche, fognarie.
Il piano Biden, dopo una lunga e tormentata gestazione nelle aule congressuali, ha ottenuto il via libera per un ammontare di oltre mille miliardi di dollari, metà dei quali (550 miliardi) sotto forma di nuovi investimenti federali da erogare nei prossimi cinque anni. L’altra metà deriva invece da fondi non spesi del pacchetto di aiuti per l’emergenza pandemica che adesso verranno reindirizzati per la costruzione delle infrastrutture ritenute prioritarie.
Il documento di 2.700 pagine approvato dal Congresso contiene le linee guida degli interventi segnalati e classificati nei mesi scorsi da ciascuno dei 50 Stati, per i quali la posta in gioco è quella di non perdere il diritto ai nuovi fondi federali. La decisione sui singoli progetti spetterà, infatti, ai governi cittadini e di contea, con il rischio che progetti specifici si arenino perché i soldi messi sul tavolo dall’amministrazione centrale non sono sufficienti a coprire l’intero ammontare, determinando spesso la necessità di ricorrere al voto popolare per attingere alle casse locali.
Gli interventi su strade, ferrovie, rete idrica
La legge sulle infrastrutture include oltre 110 miliardi per sostituire e riparare strade, ponti e autostrade, 66 miliardi di dollari per potenziare le ferrovie (rendendolo l’investimento più consistente nella rete passeggeri e commerciale del paese dalla creazione di Amtrak circa mezzo secolo fa), 55 miliardi per migliorare la rete idrica (e sostituire i vecchi tubi di piombo), 60 miliardi per modernizzare la rete elettrica, 65 miliardi per velocizzare l’accesso a internet. Altri 25 miliardi andranno agli aeroporti e 17 ai porti.
Molti degli investimenti mirano a promuovere l’energia verde e combattere alcune delle peggiori fonti di inquinamento del Paese. Per volere del Presidente Joe Biden, ad esempio, i legislatori hanno approvato 7,5 miliardi per costruire una rete nazionale di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Riflettendo le conseguenze mortali e costose del riscaldamento globale, il pacchetto stanzia altri 50 miliardi per rispondere alle emergenze, tra cui siccità, incendi e grandi tempeste.
La ripartizione dei mille miliardi non verrà dalla semplice divisione con l’assegnazione di 20 miliardi per ciascuno dei 50 stati. Verrà seguita una sorta di formula ponderata rispetto alla popolazione, con maggiori risorse per quelli più abitati, California, Texas, Florida, New York e così via, pur tenendo conto delle priorità segnalate da vari dipartimenti e agenzie federali.
Gli interventi su strade, ferrovie, rete idrica
La legge sulle infrastrutture include oltre 110 miliardi per sostituire e riparare strade, ponti e autostrade, 66 miliardi di dollari per potenziare le ferrovie (rendendolo l’investimento più consistente nella rete passeggeri e commerciale del paese dalla creazione di Amtrak circa mezzo secolo fa), 55 miliardi per migliorare la rete idrica (e sostituire i vecchi tubi di piombo), 60 miliardi per modernizzare la rete elettrica, 65 miliardi per velocizzare l’accesso a internet. Altri 25 miliardi andranno agli aeroporti e 17 ai porti.
Molti degli investimenti mirano a promuovere l’energia verde e combattere alcune delle peggiori fonti di inquinamento del Paese. Per volere del Presidente Joe Biden, ad esempio, i legislatori hanno approvato 7,5 miliardi per costruire una rete nazionale di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Riflettendo le conseguenze mortali e costose del riscaldamento globale, il pacchetto stanzia altri 50 miliardi per rispondere alle emergenze, tra cui siccità, incendi e grandi tempeste.
La ripartizione dei mille miliardi non verrà dalla semplice divisione con l’assegnazione di 20 miliardi per ciascuno dei 50 stati. Verrà seguita una sorta di formula ponderata rispetto alla popolazione, con maggiori risorse per quelli più abitati, California, Texas, Florida, New York e così via, pur tenendo conto delle priorità segnalate da vari dipartimenti e agenzie federali.
Una stagione di grandi opere per la Florida
La Florida, per esempio, si aspetta di ricevere almeno 13 miliardi di dollari per progetti di miglioramento delle autostrade, altri 2,6 miliardi per trasporto pubblico, 245 milioni per sistemare o sostituire ponti obsoleti, 198 milioni per stazioni di ricarica per veicoli elettrici, 100 milioni per l’espansione della banda larga e il potenziamento della connessione internet. Ma alcuni congressisti dello Stato ritengono che il recupero delle Everglades possa ottenere 5 miliardi di nuovi fondi per coprire progetti già approvati. L’ultima parola, in questo caso, spetta al Corpo degli Ingegneri dell’Esercito, l’Army Corps of Engineers.
Pochi giorni prima dell’approvazione congressuale, una delegazione di 27 deputati della Florida ha affermato ai media che quei 5 miliardi possono essere attivati da un fondo di finanziamento di 11,6 miliardi per l’Army Corps e da parte di un progetto di ripristino dell’ecosistema acquatico.
Il piano globale per il recupero delle Everglades, considerate il polmone verde degli Stati Uniti, risale ai primi anni Duemila e solo di recente ha visto l’attivazione di importanti elementi. Uno di questi è il progetto affidato al Gruppo Webuild con la sua controllata statunitense Lane Construction per la realizzazione di un bacino nell’estuario Caloosahatchee nella costa sudovest della Florida, con una diga in terra con un perimetro di 26,2 chilometri e un setto separatore dei due bacini di 4,5 chilometri. In totale i bacini si estenderanno per circa 40,5 chilometri quadrati e conterranno 210 milioni di metri cubi d’acqua. Durante i periodi di pioggia, il bacino permetterà di contenere le acque contaminate provenienti dai terreni residenziali e agricoli dell’area e, nei periodi di secca, garantirà l’apporto idrico necessario per mantenere livelli ottimali di salinità.
La soddisfazione dell’ASCE
L’American Society of Civil Engineers (ASCE), cui è stato affidato da decenni il monitoraggio della qualità delle infrastrutture, ha salutato con grande soddisfazione l’approvazione del maxi-piano infrastrutturale.
«Questo è un momento storico per il nostro paese e i membri dell’ASCE dovrebbero essere orgogliosi di aver svolto un ruolo sostanziale nell’elaborazione e nell’approvazione di questo disegno di legge», ha affermato il presidente dell’ASCE Dennis D. Truax. L’ultimo rapporto ASCE ha assegnato nel 2021 alle infrastrutture degli Stati Uniti una pagella C-, un voto che potrà essere migliorato in modo sensibile.
La Casa Bianca nel celebrare il passaggio finale della legge, ha ricordato che «negli Stati Uniti, 1 su 5 miglia di autostrade e strade principali e 45.000 ponti sono in cattive condizioni. Questa legge autorizzerà nuovamente i programmi di trasporto di superficie investendo nei prossimi cinque anni 110 miliardi di dollari in finanziamenti aggiuntivi per riparare strade e ponti e supportare importanti progetti di trasformazione».
Di qui la corsa degli Stati a rispettare tempi e requisiti richiesti per ottenere i fondi sui rispettivi progetti. La portata del provvedimento è tale da determinare un enorme beneficio sia in termini di occupazione che di imprese impegnate nelle costruzioni. In questo settore, il tessuto industriale americano è composto da una miriade di piccoli e piccolissimi contrattisti, a loro volta ingaggiati da importanti aziende che fanno da capofila per grandi progetti alimentando la filiera sottostante.
Farà, dunque, premio la competenza e l’esperienza. Il Gruppo Webuild, insieme a Lane Construction, è all’opera oggi in oltre 20 stati americani, avendo completato più di 275 progetti, con all’attivo quasi 18mila miglia di highways, 177 ponti, 143 miglia di ferrovie, 87 miglia di metropolitane, 103 miglia di tunnel.
Investimenti nell’alta velocità in Texas
Indicatori che sono valsi a Webuild-Lane l’assegnazione di un contratto da 16 miliardi, il maggiore mai assegnato negli Stati Uniti in campo ferroviario, per la realizzazione del primo treno ad alta velocità. Il progetto, che prevede la costruzione, per conto della società privata Texas Central High-Speed Rail, della linea ferroviaria tra Dallas e Houston, il treno proiettile collegherà le due grandi città in meno di 90 minuti e riscriverà la mobilità in Texas in chiave sostenibile.
Un capitolo, quello della mobilità sostenibile, su cui l’amministrazione Biden si è spesa fin dal suo debutto, rimarcando come l’infrastruttura del trasporto pubblico americana fosse «inadeguata, con un arretrato di riparazioni multimiliardario, con oltre 24.000 autobus, 5.000 vagoni ferroviari, 200 stazioni e migliaia di miglia di binari, segnali e sistemi di alimentazione che necessitano di sostituzione».
L’alta velocità ferroviaria rappresenta per Biden e il suo segretario ai Trasporti Pete Buttigieg una promessa anche in termini di competitività con la Cina, il paese che oggi investe di più in questo settore. Il Texas, che si è candidato ad essere apripista, ha presentato una lunga serie di progetti sul miglioramento della mobilità, per cercare di attenuare il peso del pendolarismo tra i grandi centri urbani, oggi tutto su strade e autostrade tra le più congestionate e meno sicure in America, e sugli aeroporti.
Secondo il documento della Casa Bianca a supporto del piano Biden, ci sono 818 ponti e oltre 19.400 miglia di autostrada in cattive condizioni in Texas. Dal 2011, i tempi di percorrenza sono aumentati dell’11,4% in tutto lo stato e, in media, ogni conducente paga 709 dollari l’anno di costi dovuti alla guida su strade che necessitano di riparazioni.
Sulla base di questi dati, il Texas potrebbe ricevere una cifra stimata di 26,9 miliardi di dollari per programmi di aiuti federali per le autostrade e 537 milioni di dollari per la sostituzione e le riparazioni di ponti in cinque anni. Il Texas può anche competere per il Bridge Investment Program, approvato come parte del piano Biden, da 12,5 miliardi di dollari per ponti economicamente significativi e quasi 16 miliardi di dollari di finanziamenti nazionali nel disegno di legge dedicato a grandi progetti che porterebbero sostanziali benefici economici alle comunità.
Nuovi posti di lavoro in California
In California, il governatore Gavin Newsom ha elogiato il Congresso per il via libera alla legge sulle infrastrutture. «Questo investimento irripetibile – ha scritto in una nota – aiuterà a creare posti di lavoro di qualità per i californiani, sosterrà la modernizzazione delle principali infrastrutture statali, migliorerà i nostri sistemi di trasporto e contribuirà a finanziare l’espansione dell’infrastruttura dei veicoli a emissioni zero».
Nella sua nota, Newsom indica anche i dettagli su come l’Infrastructure Investment and Jobs Act andrà a beneficio della California, con 25,3 miliardi per autostrade e 4,2 miliardi di dollari per i ponti, oltre a 9,45 miliardi per migliorare le opzioni di trasporto pubblico in tutto lo stato. Tra le voci maggiori vi sono, inoltre, 3,5 miliardi per migliorare le infrastrutture idriche e garantire acqua potabile pulita e sicura, 1,5 miliardi per gli aeroporti e 3,7 miliardi di dollari per rafforzare la resilienza contro i rischi climatici dello stato, tra cui caldo estremo e innalzamento del livello del mare, che si aggiungono a 5,2 miliardi per sostenere la risposta immediata alla siccità e la resilienza idrica.
Newsom non menziona invece il treno ad alta velocità della California tra San Francisco e Los Angeles, progetto pubblico statale oggi in costruzione in un solo tratto centrale del percorso ma sospeso nella sua globalità per costi di gran lunga eccedenti le stime iniziali.
Il piano Biden ha messo in moto la corsa alla ripartizione dei fondi e il “ripescaggio” di progetti non inclusi nell’elenco dell’amministrazione centrale e del Congresso è un capitolo ancora tutto da scrivere.