Il Bronx è uno dei borough più congestionati di New York City. E come il resto della città, molte delle sue infrastrutture sono vecchie e inadeguate per sostenere il traffico della Grande Mela, cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni.
Alleggerire il caos del quartiere è uno degli obiettivi dell’Unionport Bridge, il ponte costruito da Salini Impregilo per sostituire la vecchia struttura inaugurata nel 1953 e permettere alla Bruckner Expressway di attraversare Westchester Creek.
Realizzato affinché sia in grado di sostenere un transito giornaliero di 60.000 veicoli, l’Unionport è uno delle centinaia di ponti e viadotti costruiti dal gruppo Salini Impregilo (WeBuild) nel mondo per una lunghezza complessiva di 946 chilometri.
Progetti divenuti un simbolo, come il nuovo ponte di Genova che si avvicina alla sua conclusione in tempi da record, e opere ingegneristiche altamente complesse e innovative come lo skytrain di Sydney. Il loro impatto è significativo, soprattutto perché contribuiscono a superare barriere geografiche e permettere a regioni e stati di trasportare medicinali, alimenti, servizi di sicurezza e presidio del territorio, particolarmente necessari in questa emergenza Covid-19.
I ponti di Salini Impregilo (WeBuild) su cui corrono gli scambi di merci
A Long Beach, in California, Salini Impregilo è oggi impegnata nel completamento della costruzione di un ponte atteso da anni. L’opera sostituisce il vecchio Gerald Desmond Bridge, inaugurato nel 1968 e ormai inadeguato per sostenere il traffico che va da Terminal Island a Long Beach, e collega di fatto uno dei più importanti porti commerciali degli Stati Uniti con il resto del paese.
Il nuovo Gerald Desmond Bridge, ormai vicino alla conclusione, è un’opera strategica perché dal porto viene trasportato il 15% delle merci importate negli Stati Uniti via mare.
Ugualmente strategico per gli scambi commerciali è il ponte Rosario-Victoria, realizzato da Salini Impregilo sul Rio Paranà. Il ponte che compie un salto sul fiume attraverso la sua struttura lunga 608 metri, è una via di collegamento per i trasporti di quattro paesi del Sud America: Cile, Argentina, Uruguay e Brasile. La sua realizzazione, parte di un collegamento autostradale lungo 59,4 chilometri che collega le città di Rosario e di Victoria, ha permesso di dimezzare il percorso prima compiuto dalle macchine e dai camion.
Moderni e spettacolari
Dall’Australia all’America Latina, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Africa all’Asia, i ponti rimangono strumenti di sviluppo e modernità ma anche icone impresse nell’immaginario collettivo.
È successa l’immagine collettiva per i ponti sul Bosforo, infrastrutture preziose per i collegamenti tra Europa e Asia attraverso la città di Istanbul. uno di questi ponti è il Fatih Sultan Mehmet, il secondo ponte sul Bosforo, che – oltre alla sua bellezza e imponenza (la luce della campata è lunga 1.090 metri) – si collega a un’autostrada lunga 247 chilometri che unisce le città di Kinali, in Europa, a quella di Kazanci in Asia. Il ponte è stato realizzato da Salini Impregilo (WeBuild) tra il 1985 e il 1994 e nei sette anni successivi alla sua inaugurazione, ha permesso agli scambi commerciali tra le aree circostanti di aumentare del 31,8%.
Recentissimo e improntato alla sostenibilità è invece lo skytrain di Sydney, un ponte strallato curvo dove corre la nuova linea metropolitana Sydney Metro NorthWest che collega le aree di Bella Vista e Rouse Hill. Il progetto ha ricevuto i più prestigiosi riconoscimenti australiani in tema di innovazione e sostenibilità, perché – non solo il suo ruolo in termini di infrastruttura – ma anche le tecniche costruttive e i materiali utilizzati sono stati tutti improntati a ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente. Il viadotto, che attraversa un’area densamente popolata della città ad una altezza media di 10-13 metri dal suolo ed è lungo complessivamente 4,6 chilometri, fa parte di una linea lunga 23 chilometri e dotata di 8 stazioni. Nell’insieme si tratta di uno dei pilastri del progetto Sydney Metro, il grande piano che prevede di investire sulla mobilità sostenibile per il futuro della metropoli australiana.
I ponti di Salini Impregilo (WeBuild): una storia che viene da lontano
La competenza di Salini Impregilo nel mondo dei ponti viene da molto lontano, addirittura dal 1914 quando una delle società che poi avrebbe costituito il Gruppo, realizzò il ponte di Recco, un viadotto ferroviario che collegava il Nord con il Centro Italia. Il ponte fu distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruito. Sempre nei primi anni del Novecento, siamo negli anni Trenta, Salini Impregilo costruì la ferrovia trans-iraniana, una delle più incredibili opere ingegneristiche del secolo scorso, con viadotti spettacolari.
In oltre 114 anni di storia, il Gruppo ha realizzato 285 opere che contengono centinaia di ponti e viadotti, molti dei quali in Italia come ad esempio i viadotti Sfalassà e Favazzina, lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, due opere suggestive sospese tra le montagne dell’Appennino. E poi ancora Colombia, Brasile, e molti altri paesi, dove ancora una volta la costruzione di un ponte è divenuta occasione di sviluppo e strumento di uno slancio collettivo verso la modernità.