Un nuovo ponte strallato sicuro, innovativo e green in grado di ridefinire l’ingresso al porto di Baltimora, hub fondamentale per la logistica degli Stati Uniti. È il progetto preliminare presentato pro bono al governo del Maryland da Webuild, con la sua controllata americana Lane, per la ricostruzione del Francis Scott Key Bridge, crollato lo scorso marzo dopo l’impatto con la nave portacontainer Dali.
Il design del nuovo ponte mira a garantire la massima sicurezza alla navigazione, anche per le navi più grandi. Si ipotizza ad esempio un franco navigabile, lo spazio che una nave può occupare per sottopassare il ponte, di 213 piedi (65 metri), ben superiore quindi a quello del ponte crollato, ma anche l’ampliamento della campata del ponte stesso che avrà una luce libera di circa 2.300 piedi (700 metri), con i piloni principali posizionati in acque molto meno profonde e lontani dal canale di navigazione.
Una grande occasione per il porto di Baltimora
Il progetto del nuovo ponte consentirà al porto di Baltimora di rimanere un importante scalo internazionale negli anni a venire. L’idea architettonica prevede – tra l’altro – la costruzione di una carreggiata più ampia, con l’aumento di una corsia per senso di marcia, e l’allargamento delle corsie di emergenza in risposta ai maggiori livelli di traffico. Le funzionalità smart proposte consentiranno una gestione più sicura del traffico e tecniche di manutenzione predittiva. Nella selezione del materiale di costruzione è inoltre previsto l’utilizzo di materiali più sostenibili per preservare l’ecosistema del fiume Patapsco.
Il Dipartimento dei Trasporti del Maryland (MDTA), che ha avviato il processo per la scelta delle soluzioni progettuali, ha stimato tra 1,7 e 1,9 miliardi di dollari il costo del nuovo Ponte di Baltimora che, secondo i piani statali, dovrebbe essere completato nell’autunno 2028.
Una proposta innovativa
La proposta preliminare per Baltimora presentata da Webuild è stata elaborata in collaborazione con l’architetto Carlo Ratti, professore del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e co-fondatore dello studio di design CRA-Carlo Ratti Associati – cui si devono studi innovativi sul monitoraggio strutturale dei ponti – e l’ingegnere strutturista francese Michel Virlogeux che ha partecipato alla progettazione di alcuni dei più importanti ponti strallati, tra cui il Ponte Vasco da Gama di Lisbona e il ponte più alto del mondo, il Millau Viaduct in Francia.
La scelta di una soluzione strallata per Baltimora permette di posizionare i piloni a distanza di sicurezza, ben lontani dal canale di navigazione utilizzato dalle grandi navi scongiurando così il rischio che si ripeta una tragedia come quella del 26 marzo. Questo approccio fornisce una soluzione ottimale per ricollegare la città sia in termini sociali sia economici con una infrastruttura essenziale dal punto di vista logistico e commerciale per oltre 1,4 milioni di persone che vivono nell’area, più decine di migliaia di pendolari direttamente penalizzati dal crollo del ponte.
Dal Nuovo Ponte Genova San Giorgio al Bosforo: tutti i grandi ponti di Webuild
Nel corso della sua lunga storia, il Gruppo Webuild ha realizzato moltissimi ponti. Un anno fa è stato inaugurato il Ponte sul Danubio a Braila in Romania, che è il terzo ponte sospeso più lungo dell’Europa continentale, con campata centrale di 1.120 metri. Webuild ha poi portato a termine la costruzione del nuovo ponte San Giorgio di Genova, completato in meno di due anni per sostituire quello crollato nel 2018. Il Gruppo inoltre vanta progetti iconici come il Long Beach International Gateway Bridge in California, e il Secondo e il Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia. Webuild è anche leader del consorzio che costruirà il Ponte sullo Stretto di Messina. Il progetto prevede la costruzione del ponte sospeso più lungo al mondo, con una lunghezza complessiva di 3.660 metri e una campata sospesa di 3.300 metri.