Il Regno Unito si prepara a vivere il decennio delle infrastrutture. Almeno se terrà fede all’annuncio fatto poche settimane fa dai ministri del governo inglese secondo i quali entro il 2028 saranno investiti 600 miliardi di sterline (764 miliardi di dollari Usa), divisi tra fondi pubblici e privati. Di questi, 190 miliardi da stanziare nel breve periodo, tra il 2020 e il 2021.
Questa è la dotazione prevista dalla National Infrastructure and Construction Pipeline, uno dei più grandi pacchetti di investimenti nella storia del paese che dovranno essere indirizzati soprattutto alla creazione di infrastrutture moderne e ad elevato valore tecnologico.
Investimenti e programmazione a lungo termine
La forbice degli interventi è molto ampia, 700 sono i progetti indicati all’interno dell’Analysis of the National Infrastructure and Construction Pipeline (il documento redatto dalla Infrastructure and Projects Authority in collaborazione con il Gabinetto del governo e il ministero del Tesoro), con l’indicazione di alcune opere considerate particolarmente strategiche per il futuro. Il fondo stradale nazionale riceverà 28 miliardi di sterline e insieme ad esso sarà finanziato il completamento di alcuni progetti simbolo come la East West Rail (la rete ferroviaria che dovrebbe collegare gli estremi dell’Inghilterra), la modernizzazione dell’autostrada M6 e la realizzazione dell’Hornsea Project One, il più grande impianto eolico offshore al mondo.
Commentando pubblicamente il piano da 600 miliardi di sterline, il Segretario del Tesoro, Robert Jenrick ha dichiarato: «Siamo impegnati a rinnovare la nostra dotazione infrastrutturale per sostenere la crescita economica in ogni regione inglese. Gli effetti benefici di questi investimenti si vedranno ben oltre la vita di questo Parlamento, e offriranno il loro impatto più significativo nei prossimi 40 anni. Inoltre, mentre entrano nel mercato nuove tecnologie, aumenta il nostro impegno nell’adozione di infrastrutture digitali, e nell’utilizzo dei dati per aumentare la produttività e adottare nuovi metodi di costruzione».
Molta attenzione, in questo senso, è riservata al settore dei trasporti. Il piano del governo ha individuato per i prossimi dieci anni 256 progetti e un pacchetto di investimenti decennale da 120 miliardi di sterline. La maggior parte della dotazione prevista (50,3 miliardi) sarà destinata allo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria; seguono i treni tradizionali (38,8 miliardi) e il trasporto locale (10,4 miliardi).
Londra, un asset per lo sviluppo britannico
Un capitolo a parte riguarda la mobilità di Londra, sulla quale anche il governo centrale continuerà a investire. Il piano prevede infatti che alla capitale saranno destinati entro il 2021 9,8 miliardi di sterline, convogliati principalmente nel progetto Crossrail, la nuova rete metropolitana della città. La modernizzazione di Londra rimane uno degli asset per lo sviluppo britannico nei prossimi dieci anni. Oltre ai progetti di trasporto, il governo ha individuato altri due interventi strategici: il primo è il “Thames Tideway Scheme”, il tunnel idraulico attualmente in costruzione che eviterà di scaricare le acque degli impianti fognari nel Tamigi; il secondo è un altro tunnel, chiamato London Power Tunnel, che dovrebbe diventare un’autostrada dell’elettricità per la capitale inglese lungo la quale correranno i cavi della corrente.
Al centro dello sviluppo londinese, così come dei grandi progetti selezionati nella pipeline, rimane forte il tema della programmazione di medio e lungo periodo, considerata dal governo e dall’Authotiry per le infrastrutture un asset nello sviluppo economico del paese.
«Pubblicando la pipeline – commenta a questo proposito all’interno del documento Tony Meggs, presidente della Infrastructure and Projects Authority – siamo in grado di dare visibilità, approfondimento e trasparenza sull’origine e sulla destinazione degli investimenti infrastrutturali. E queste previsioni di lungo termine alimentano in modo significativo la fiducia del mercato e aiutano il settore a pianificare nuovi progetti per gli anni avvenire».