Chi dovesse consultare per la prima volta la mappa del sistema ferroviario americano rimarrebbe profondamente sorpreso. È opinione comune, infatti, che dietro la bandiera a stelle a strisce vi sia poco seguito per i treni, che per spostarsi si preferisca l’auto, l’aereo, o piuttosto l’autobus, e che l’avanzare delle locomotive sia ormai un’icona tramandata da vecchi film.
Gli Stati Uniti sono il paese più avanzato economicamente e, allo stesso tempo, sono tra i più arretrati in termini di alta velocità ferroviaria. Eppure, quella mappa disegna la rete più grande al mondo, con oltre 160mila miglia di ferrovie, di cui 140mila miglia destinate al trasporto merci.
Il sistema ferroviario più esteso del pianeta si trova oggi, dopo decenni di apparente immobilismo, in uno stato quasi febbrile di rilancio. E, come spesso accade in America, quando si mette in moto, il rilancio prende la forma di un vero e proprio boom. Ed è quello che sembra stia per accadere sui binari americani.
Il piano Biden per le ferrovie Usa
Il piano da 2.300 miliardi di dollari varato dal Presidente Joe Biden per ammodernare le infrastrutture prevede, infatti, una dotazione di 80 miliardi di dollari di fondi federali per ridisegnare il sistema ferroviario.
L’American Jobs Plan ha subito preso il cammino del dibattito parlamentare nel tentativo di ottenere, dove non sono riuscite le ultime tre amministrazioni, un via libera bipartisan allo stanziamento di mega-fondi infrastrutturali. Il Congresso, come di consueto, diventa teatro di lobby e associazioni, stati e organizzazioni ministeriali che si disputano i vari capitoli di spesa. Così, è partita anche la corsa al treno da 80 miliardi.
Rispetto al passato, tuttavia, ben prima della sua approvazione e, dunque ripartizione, quel treno si è già messo in moto. L’elenco di infrastrutture da risistemare è scritto da tempo: da anni l’American Society of Civil Engineers (ASCE) assegna una pagella negativa alla rete autostradale e ferroviaria americana, con ponti e viadotti da ricostruire di sana pianta. La novità è costituita dall’alta velocità americana, entrata in modo dirompente nel dibattito politico, nelle famiglie, nel pensiero comune.
Buttigieg e la nuova stagione dei trasporti sostenibili
Il segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, 39 anni, si è posto decisamente alla guida delle nuove generazioni, più attente ai temi della mobilità, diventando un alfiere del viaggiare in maniera pulita, efficace, confortevole, economicamente sostenibile, riconoscendo nel treno veloce tutte queste caratteristiche.
Dal suo insediamento ha rilasciato dichiarazioni in podcast al Wall Street Journal, ha twittato dal suo account, è intervenuto in varie conferenze a favore dell’alta velocità ferroviaria. «Quando si tratta di ferrovia, perché il Texas dovrebbe essere inferiore alla Cina?», ha detto Buttigieg, alimentando ulteriormente l’attesa per il progetto del treno superveloce tra Dallas e Houston, che sarà costruito da Webuild e dalla controllata americana Lane Construction per la società privata Texas Central High-Speed Rail.
«C’è molto entusiasmo in America nel garantire che il popolo americano possa godere di un servizio ferroviario passeggeri di alto livello. Non credo che gli americani dovrebbero accontentarsi di meno di quanto i cittadini di altri paesi godano come una cosa ovvia» ha aggiunto Buttigieg lo scorso 9 aprile in una conferenza stampa, al cui resoconto è stata data enfasi sul sito della Casa Bianca. «Abbiamo un arretrato da affrontare, oltre ad assicurarci di poter creare nuove rotte e nuove capacità. E la cosa fantastica della portata dell’American Jobs Plan è che sosterrà entrambe queste cose: la manutenzione che avremmo dovuto fare fin dall’inizio e la possibilità di costruire nuove rotte ed espandere ciò a cui gli americani possono accedere. È un fantastico inizio per un nuovo capitolo delle ferrovie americane» ha concluso il responsabile del Dipartimento dei Trasporti.
Il treno veloce fa tappa al Congresso
Il treno veloce è arrivato in Congresso già prima del piano Biden, per mano di un gruppo di senatori democratici. Primo firmatario il congressista Seth Moulton del Massachusetts. L’American High-Speed Rail Act propone di investire fondi federali per 205 miliardi di dollari nella ferrovia ad alta capacità, che «è più veloce, più pulita, più sicura e migliore per la nostra economia», scrive il senatore Moulton sul proprio sito web. Inoltre, «collegherà le persone a più posti di lavoro in luoghi nuovi, darà agli americani libertà e scelta su come viaggiare e ci metterà alla pari con il resto del mondo».
La proposta presidenziale da 80 miliardi di dollari rappresenta il più importante investimento pubblico per i viaggi in treno e punta a rivitalizzare un sistema di trasporto cui è mancato da decenni lo stesso sostegno dato per strade e aeroporti. Amtrak, che ha praticamente il monopolio in questo comparto ha già presentato la propria “Route Map”, ovvero la lista di infrastrutture e rotte da sistemare o espandere.
In un documento dal nome Connect US, pubblicato sul proprio sito, Amtrak raccoglie i programmi per i prossimi 15 anni, prevedendo di ridurre le emissioni di carbonio, il traffico stradale, di creare posti di lavoro, collegare fino a 160 comunità in più, aumentare i viaggi giornalieri in altri 15 Stati e potenziare il servizio con oltre 30 nuove rotte, per 20 milioni di passeggeri in più rispetto ai 32 milioni serviti nell’esercizio 2019.
Nella presentazione di sintesi, la compagnia ferroviaria che quest’anno compie 50 anni, essendo stata creata come quasi-pubblica per volere del Congresso nel 1971, non fa cenno diretto all’alta velocità ma ammette che «l’America è cambiata, non la rete ferroviaria: molte delle più grandi metropoli con la crescita più rapida non hanno il servizio ferroviario che meritano». Grandi centri urbani «come Houston, Atlanta e Cincinnati hanno un servizio semplicemente inadeguato, con treni che fermano solo una volta al giorno e spesso nel mezzo della notte, mentre altre come Las Vegas, Nashville, Columbus e Phoenix non hanno per niente un servizio Amtrak».
Il richiamo a Houston porta i riflettori sul collegamento superveloce con Dallas, per il quale Texas Central High-Speed e Amtrak hanno siglato nel 2018 un accordo già in fase di progetto un paio d’anni fa per collegare attraverso i servizi di biglietteria il treno Houston-Dallas alla rete passeggeri Amtrak, che in quell’occasione ha dichiarato di sostenere lo sviluppo dell’alta velocità come parte del sistema di trasporto delle persone nel paese. Nella mappa Connect US la linea Dallas-Houston, con unica fermata intermedia alla College Station di Bryan, è segnata tra quelle in azzurro e catalogate come “nuovi servizi”.
La corsa al treno parte dal Texas
Il Texas si pone come simbolo della rinascita ferroviaria degli Stati Uniti con il prossimo inizio dei lavori per l’alta velocità tra Dallas e Houston. Con un investimento complessivo di 20 miliardi di dollari, questa infrastruttura è in grado di collegare le due metropoli texane in meno di 90 minuti e riscrivere la mobilità dello Stato in chiave sostenibile. Il Texas High Speed Rail, grazie alla corsa del Tokaido Shinkansen N700S, il treno prodotto dalla Central Japan Railway Company capace di raggiungere i 320 km/h, garantirà uno spostamento veloce, sicuro, e a basso impatto ambientale a 13 milioni di persone che oggi si muovono tra le due città in auto o in aereo. L’impatto diretto economico è stimato in 36 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni, con la creazione di oltre 20mila posti di lavoro per l’indotto nella regione.
Nei piani Amtrak per i nuovi servizi sono compresi i collegamenti tra Los Angeles e Phoenix, mentre sono previsti interventi lungo il Corridoio Nord-Est (Northeast Corridor – NEC) che collega Boston, New York e Washington DC, che richiede importanti riparazioni e aggiornamenti per garantire l’affidabilità e ridurre i tempi di viaggio. Uno dei progetti più rilevanti riguarda la riparazione di un tunnel secolare sotto il fiume Hudson e l’aumento del numero di treni che possono attraversare questo snodo, che fa parte del cosiddetto programma Gateway. Voluto dal presidente Obama, bloccato poi dall’amministrazione Trump, il Gateway Program adesso è stato rinvigorito con la presidenza Biden e si stima possa costare fino a 29 miliardi.
Il treno finora più veloce negli Usa è l’Acela dell’Amtrak, che viaggia lungo il NEC compiendo 16 fermate, tra le quali Boston (Massachussets), New Haven (Connecticut), New York, Philadelphia (Pennsylvania), Baltimora (Maryland) e Washington D.C., passando attraverso ben sette Stati lungo le 457 miglia del percorso totale che compie in 7 ore, lo stesso tempo previsto con l’auto attraverso le varie Interstate. La velocità in alcuni tratti può raggiungere le 150 mph (240 km/h), ma quella media scende a soli 84 mph (135 km/h). Tenendo conto che, secondo gli standard internazionali, si può considerare criterio principale per la definizione di Alta Velocità Ferroviaria una velocità commerciale di 250 km/h, l’America non ha ancora un vero treno ad alta velocità.
La svolta, però, è dietro l’angolo. Ciò che si prefigurava come un miraggio fino a pochi mesi, potrebbe entrare ben presto nella fase costruttiva, dando agli americani quel salto di qualità che oggi è vissuto, a partire da Biden e Buttigieg, come un atto dovuto di fronte a quanto avviene da anni in Europa e in Estremo Oriente.