Prevede costi pari a 447,8 miliardi di euro l’ultimo Rapporto annuale sulle infrastrutture strategiche e prioritarie in Italia predisposto dal Servizio Studi della Camera dei Deputati in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione e il centro di ricerche di mercato Cresme. Una cifra record per la storia del Paese, che nella pratica si traduce in cantieri aperti da Nord a Sud e da Est a Ovest. Lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria, con le grandi direttrici che porteranno fino a Bari, da Genova a Milano e da Verona a Padova, si aggiunge a quello delle infrastrutture stradali, oltre a grandi progetti come quello del Ponte sullo Stretto di Messina.
Le opere strategiche alla prova dei fatti
Le infrastrutture sono prioritarie per lo sviluppo italiano: è questo l’imperativo nascosto nella ripartizione dei fondi come ricostruita dal Centro Studi della Camera. E infatti dei 447,8 miliardi di euro di spesa previsti dall’Italia, il 95% (411,2 miliardi) rientrano nella categoria delle infrastrutture strategiche e quindi prioritarie, mentre per le infrastrutture non prioritarie è prevista una spesa di appena 36,6 miliardi di euro. In sostanza, la quasi totalità delle opere previste è considerata necessaria per lo sviluppo del Paese e sarà quindi portata a termine.
Nel dettaglio, la maggior parte dei costi e quindi dei progetti riguarda proprio le linee ferroviarie ad alta velocità/alta capacità per le quali sono stati già stanziati 111,9 miliardi di euro dei 183,3 miliardi di spesa prevista. La costruzione delle grandi direttrici ferroviarie è già in corso. Il Gruppo Webuild è infatti al lavoro sul Terzo Valico dei Giovi che collegherà Genova a Milano. Oltre a questo, i cantieri sono aperti per portare l’alta velocità a Bari, per realizzare il collegamento da Padova a Verona e per trasformare profondamente la mobilità siciliana con treni che raggiungeranno i 200 km/h collegando Messina, Catania e Palermo.
L’Italia corre sui binari dei treni ma non dimentica anche lo sviluppo delle arterie stradali. La spesa prevista per la modernizzazione e la costruzione di strade e autostrade è pari a 124,9 miliardi di euro, di cui 93,3 miliardi già stanziati, mentre per le altre infrastrutture di trasporto serviranno 91,3 miliardi, il 72% dei quali già stanziati.
I fondi per lo sviluppo delle infrastrutture
Il PNRR è sicuramente la prima risorsa per assicurare una copertura finanziaria alla costruzione di nuove opere in Italia. Secondo il Rapporto della Camera dei Deputati al 31 agosto scorso il governo disponeva di 314,93 miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture strategiche e prioritarie. Di questi, 222 miliardi di euro arrivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Piano Nazionale Complementare. A questi si aggiungono i fondi di bilancio e in minima parte risorse private. Nel complesso si tratta di una dotazione finanziaria unica che rappresenta il vero e proprio motore dei cantieri aperti in tutta Italia.
Dalla Sicilia al Veneto, dalla Calabria alla Campania, dalla Puglia alla Liguria, le opere sono in corso in tutta Italia. Alcune di queste favoriscono e alimentano la mobilità interregionale; altre puntano allo sviluppo delle grandi città, come le linee metropolitane che Webuild sta realizzando a Milano (M4), a Napoli (stazione di Capodichino) e a Roma (Linea C).
Cantiere aperto per i lavoratori
La costruzione di grandi opere, oltre ad accelerare il processo di modernizzazione del Paese, rappresenta un’occasione per la creazione di forza lavoro. Il Gruppo Webuild, impegnato in cantieri in tutta Italia, conta di assumere 10.000 persone entro il 2026 e anche per questo ha lanciato il progetto Cantiere Lavoro Italia. L’iniziativa è un programma di formazione e inserimento al mondo del lavoro dedicato a giovani in uscita dal sistema scolastico, non occupati, operai generici o specializzati con o senza esperienza, tecnici in cerca di formazione specifica, neolaureati ma anche manager e profili di staff con esperienza.
Secondo i calcoli di Webuild, il 30% delle 10.000 figure professionali che saranno assunte arriverà proprio dal progetto Cantiere Lavoro Italia e sarà quindi un’occasione per rilanciare il lavoro nel Paese, creando occupazione ma creando anche nuove professionalità in grado di rappresentare il meglio del made in Italy.