New York non smette di sorprendere, in particolare per le infrastrutture capaci di cambiarne radicalmente il famoso skyline. Interi quartieri vengono ridisegnati di sana pianta, com’è il caso di Hudson Yard, l’area sulla West Side della Midtown di Manhattan che nei piani dell’amministrazione cittadina prevede la costruzione di almeno 16 grattacieli, molti dei quali già realizzati.
L’ultimo building ad attirare milioni di persone è “The Spiral”, il grattacielo green diventato una delle attrazioni imperdibili di New York. Noto anche come 66 Hudson Boulevard, “The Spiral” è una torre di 66 piani, alta 314 m (1.031 piedi), con una superficie di circa 265.000 metri quadrati (2,85 milioni di piedi quadrati) che si trova sulla 34ma Strada, tra Hudson Boulevard e la Decima Avenue. Questo nuovo grattacielo è stato inaugurato nel 2023 e il nome deriva dal fatto che ogni piano è dotato di giardini esterni che si sviluppano a spirale attorno alla facciata dell’edificio, a formare un percorso verde continuo.
I segreti del nuovo grattacielo
Passeggiare all’interno del nuovo grattacielo green di Manhattan equivale a vivere un’esperienza unica nel mondo dell’architettura e del design, e allo stesso tempo un’immersione senza eguali in un’offerta di servizi di ogni genere. All’interno del grattacielo, ad esempio, sono presenti una club house, una terrazza all’aperto con vista panoramica sulla città al 66° piano e un’area lounge; anche se l’elemento distintivo del
del building, che non figura tra i più alti della città ma è destinato a diventare uno dei più iconici, è la serpentina di terrazze paesaggistiche a cascata e giardini pensili. Si tratta di un altro esempio della città che cambia, soprattutto in termini di infrastrutture concepite per ospitare uffici, con un mercato commerciale alla continua ricerca di nuove soluzioni dopo l’emergenza pandemica e il conseguente boom del lavoro a distanza. Il progetto ha vinto un CoStar Impact Award 2023 per il miglior sviluppo commerciale dell’anno a New York, secondo il giudizio di professionisti immobiliari.
Un progetto innovativo ma integrato nello skyline di Manhattan
Gli architetti che hanno disegnato l’edificio si sono ispirati alla cosiddetta “architettura step-back” di Manhattan, secondo la quale la pianta della torre – dopo un certo numero di piani – si restringe in fase di sviluppo in altezza mantenendo l’equidistanza dal centro. Così, le terrazze salgono avvitandosi lungo le facciate e creano in ogni piano di uffici la sensazione di essere a contatto con la natura, seppure a decine di metri dal suolo.
L’innovativo design permette agli inquilini di avere lo spazio necessario per una pausa all’aperto, con una vista tra le più affascinanti della Grande Mela. Inoltre, “The Spiral” è dotato dei livelli di automazione degli edifici di fascia alta anche in termini di sicurezza e di gestione delle prestazioni energetiche o idriche, con un considerevole risparmio nel consumo d’acqua che si concretizza anche nei sistemi particolarmente innovativi di innaffiamento automatico delle piante.
Grazie a questa nuova torre, Hudson Yard accresce ulteriormente il suo prestigio e la sua fama in una città che ospita oltre 102 grattacieli alti più di 650 piedi (198 metri). Su tutti troneggia il One World Trade Center, che con i suoi 1.776 piedi (541m) è anche l’edificio più alto degli Stati Uniti, il più alto dell’emisfero occidentale e il settimo edificio più alto al mondo.
New York al centro di un nuovo boom infrastrutturale
La corsa verso l’alto di New York City è inarrestabile e porta con sé una serie di esigenze infrastrutturali che sottopongono le grandi opere della metropoli a interventi costanti, necessari per reggere l’impatto di una città in crescita. È questo il caso della ricostruzione dell’Unionport Bridge, uno dei ponti chiave per i transiti attraverso il Bronx attraversato ogni giorno da circa 60.000 veicoli. Il ponte è infatti l’unico collegamento tra la Bruckner Expressway e la Cross Bronx Expressway verso il Nord, un’infrastruttura quindi strategica per i trasporti cittadini. L’opera è stata quindi ricostruita grazie all’intervento di Lane Construction, la controllata del Gruppo Webuild che opera in tutto il mondo, ma genera il 12% del suo fatturato proprio nel Nord America. Negli ultimi dieci anni, Lane e le aziende partner della filiera negli Usa hanno consegnato con successo progetti infrastrutturali per contratti del valore di 12,8 miliardi di dollari.
Tra questi, anche l’Unionport Bridge di New York City.