Il primo treno è partito il 4 ottobre scorso con 417 passeggeri a bordo. Un treno ad alta velocità, bianco e con il muso tagliato per fendere il vento e toccare i 300 all’ora. Il suo compito è quello di coprire un tragitto di 450 chilometri, attraversare il deserto e collegare le città di Mecca e Medina con Jeddah, sul Mar Rosso. Ma soprattutto farlo in pochissimo tempo.
L’Haramain High Speed Railway è stata realizzata con un investimento di 7,8 miliardi di dollari, e lancia l’Arabia Saudita nel trasporto su ferro ad alta velocità, considerato dal governo di Riyadh uno strumento essenziale per dare una spinta al turismo religioso.
La nuova infrastruttura lo farà con la velocità, il comfort garantito all’interno delle carrozze e la frequenza delle corse che permettono alla linea di trasportare in un anno 60 milioni di passeggeri. Attualmente sono previste otto corse al giorno in entrambe le direzioni, destinate a diventare 12 dall’inizio del 2019. Cinque sono le stazioni: Mecca, Jeddah, King Abdulaziz International Airport, King Abdullah Economic City (KAEC) e Medina.
Secondo la stampa locale, in occasione dell’apertura al pubblico, Rumaih Al-Rumaih, presidente della Public Transport Authority, ha dichiarato: «Questo è un momento storico che segna un punto di svolta nella modernizzazione dei sistemi di trasporto del Regno».
La realizzazione della nuova linea è stata interamente finanziata dal Public Investment Fund, il fondo sovrano saudita, con l’idea non solo di alimentare i trasporti tra le città sacre, ma anche di dare una spinta allo sviluppo della King Abdullah Economic City, l’enorme business zone che è stata costruita nel deserto.
La linea attuale dovrebbe essere solo la prima tratta di un percorso più ampio che potrebbe arrivare a collegare l’aeroporto di Jeddah con la capitale del Regno, Riyadh.
«Il viaggio tra le due moschee sacre – ha spiegato il ministro dei Trasporti saudita, Nabil al-Amoudi in occasione dell’inaugurazione della stazione di Jeddah – è adesso più breve e più sicuro. E il progetto mette in luce l’impegno del Regno nei confronti dell’Islam e dei fedeli musulmani».
La questione del turismo religioso è molto sentita in Arabia Saudita, tanto per ragioni politiche quanto economiche. L’Hajj, il pellegrinaggio che una volta nella vita ciascun fedele deve compiere nei luoghi sacri, alimenta un giro d’affari che vale miliardi di dollari spesi per trasporti, cibo, regali, pernottamenti.
Nel 2017, due milioni di persone sono arrivate in Arabia Saudita per l’hajj e 6,5 milioni per l’umrah, il pellegrinaggio minore che prevede la visita solo in alcuni luoghi. Secondo i calcoli del governo, proprio la linea ad alta velocità contribuirà ad aumentare questi numeri, arrivando al 2020 con 20 milioni di persone in visita al paese per i due pellegrinaggi religiosi.
Per supportare questa crescita, facilitata dalla nuova infrastruttura, sono numerosi gli interventi urbanistici lanciati soprattutto alla Mecca. Nella città santa sono infatti in costruzione una serie di alberghi ed è stata avviata la ristrutturazione della Grande Moschea.
Il tutto all’interno del piano Vision 2030, l’ambizioso progetto di sviluppo lanciato dal governo per ridurre la dipendenza economia del paese dal petrolio. Un piano in cui è evidente la volontà del Regno di investire nel sistema di trasporto su rotaia, come dimostra il treno ad alta velocità ma anche la costruzione della rete metropolitana di Riyadh.
Il Riyadh Public Transport Project prevede la costruzione di sei linee metropolitane, che correranno nella città per 176 chilometri. La linea 3 (Orange Line), composta da 22 stazioni, è realizzata da un consorzio del quale è parte Salini Impregilo.
Nell’insieme si tratta di un progetto enorme, al quale lavoreranno 50.000 persone e che costerà oltre 20 miliardi di dollari.
I due megaprogetti sono esempi della strategia sposata dall’Arabia Saudita, sempre più convinta che il trasporto su ferro sia una soluzione sostenibile ed efficace per favorire la crescita e lo sviluppo del paese.