È la più grande fonte di energia pulita al mondo. Una risorsa incredibile che nasce dalla natura e viene messa al servizio dell’uomo. Ma soprattutto è stata la fonte energetica più efficiente alla prova del Covid-19, come ha dimostrato quanto accaduto in India il 5 aprile scorso quando – a seguito del collasso della rete energetica tradizionale dovuto all’eccessiva domanda di elettricità – il comparto idroelettrico è intervenuto per evitare un blackout generalizzato.
Oggi nel mondo la capacità istallata da impianti idroelettrici ha raggiunto i 1.300 GW, ma per rispondere alle esigenze mondiali la International Renewable Energy Agency (IRENA) ha calcolato nel suo ultimo Global Renewables Outlook 2020 che questa produzione dovrà aumentare del 60% entro il 2050.
Una crescita necessaria che avrà un impatto significativo tanto come risposta alla domanda di energia pulita, quanto in termini di occupazione e crescita. Per raggiungere questi livelli di produzione, calcola infatti l’IRENA sarà necessario investire 1,7 trilioni di dollari creando 600.000 posti di lavoro.
«Per il settore energetico in generale – commenta Roger Hill, presidente International Hydropower Association – la crisi del Covid-19 ha causato una volatilità e un’incertezza senza precedenti. La domanda di elettricità e i prezzi sono aumentati del 20% in alcuni mercati, e il settore è al centro di un’enorme trasformazione che guarda a un futuro più sostenibile. Per questo politici e analisti devono lavorare al lancio di nuovi progetti, legati ad un ciclo di pianificazione di lungo periodo che punti proprio sull’idroelettrico».