Gli Stati Uniti si scoprono “green”. Almeno nelle intenzioni. E puntano a portare entro i prossimi dieci anni al 100% l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Dopo il sogno annunciato a febbraio scorso da Alexandria Ocasio-Cortez (il più giovane membro nella storia del Congresso Usa, eletta nel novembre del 2018 nella fila dei Democratici) di far diventare il paese carbon neutral entro il 2030, l’obiettivo delle infrastrutture verdi è stato rilanciato da Juliàn Castro, il membro democratico del Congresso americano che ha annunciato la volontà di candidarsi alle presidenziali del 2020.
Nei giorni scorsi il politico ha presentato il suo Green Infrastructure Plan, 200 miliardi di dollari da investire nel trasporto sostenibile, nell’efficienza energetica dei nuovi edifici, nella lotta contro le emissioni atmosferiche, e nella diffusione dei veicoli elettrici.
Secondo la proposta di Castro questi 200 miliardi di dollari dovrebbero essere finanziati dal governo, ma sarebbero solo un primo di una serie di interventi ai quali dovrebbe partecipare anche il capitale privato.
Si parte dai trasporti, con investimenti mirati alla costruzione di linee metropolitane e di treni veloci, ma anche alla diffusione delle auto elettriche, da preferire alle fonti tradizionali. Secondo la Enviromental Protection Agency degli Usa il 29% delle emissioni di gas nel paese derivano proprio dal settore dei trasporti. A livello globale, invece, l’International Energy Agency stima che l’edilizia sia responsabile del 40% delle emissioni di anidride carbonica nell’ambiente.
Cos’è il Green New Deal
La proposta di Juliàn Castro riflette il nuovo corso politico dei Democratici Usa, che hanno deciso – nel confronto con il presidente Trump – di puntare molto sullo sviluppo sostenibile in vista delle presidenziali del 2020. Questo è il senso del Green New Deal, il programma che il Partito Democratico ha lanciato dopo la vittoria alle elezioni parlamentari di medio termine, interamente incentrato sull’ambiente. L’idea di un Green New Deal venne lanciata addirittura nel 2007 dal giornalista e commentatore del New York Times Thomas Friedman e diede vita successivamente a una associazione nata nel Regno Unito e chiamata Green New Deal Group.
I Democratici Usa ne hanno sposato la filosofia dopo le elezioni di medio termine fino alla stesura di una risoluzione congressuale di 14 pagine firmata dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez e dal senatore Ed Markey all’interno della quale è ben chiaro l’obiettivo di portare entro dieci anni al 100% l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili con emissioni zero da effetto serra.
Per arrivarci le strade indicate sono due: l’investimento sui veicoli elettrici e lo sviluppo delle nuove reti ferroviarie ad alta velocità. Sull’alta velocità alcuni stati si stanno già muovendo. È il caso del Texas dove si sta lavorando al progetto per la realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità tra Dallas e Houston sulla quale correrà il treno giapponese Shinkansen, in grado di trasportare 5 milioni di persone ogni anno.
Ad oggi nel paese non esistono altri treni che superano i 250 km/h, una mancanza che il piano dei Democratici vuole superare attraverso massicci investimenti nel settore.
Perché il Green New Deal presuppone degli investimenti sulle rinnovabili
Raggiungere il 100% di energia verde è l’obiettivo primario indicato dal piano, anche se il cammino è lungo e complesso. Attualmente, secondo i dati dell’US Department of Energy, le rinnovabili negli Usa rappresentano appena il 17% della produzione energetica totale, in ultima posizione dopo il nucleare (20%), il carbone (31%) e il gas naturale (36%). Un dato che, se i trend attuali rimanessero invariati, potrebbe raggiungere il 31% nel 2050.
Questo spiega che il salto di qualità indicato dai progetti politici potrà essere realizzato solo con massicci investimenti ispirati a una vera e propria trasformazione del sistema energetico americano.
New York spiana la strada al Green New Deal di Alexandria Ocasio-Cortez
Mentre a livello federale il dibattito sulla trasformazione energetica degli Usa è ancora aperto, lo stato di New York sembra aver già scelto la strada da seguire. Il 19 giugno scorso il Senato ha dato il via libera ad un piano di sviluppo energetico che adesso attende solo la firma del governatore Andrew Cuomo.
Il piano prevede di eliminare le emissioni di gas a effetto serra nello stato entro il 2040, facendo in modo che il 100% della produzione derivi da fonti pulite. Secondo la tabella di marcia indicata dal piano approvato, già nel 2030 il 70% dell’approvvigionamento energetico dovrà arrivare da rinnovabili.
New York ha presentato così la propria visione per il futuro, ma non è l’unico stato. Anche la California sta facendo lo stesso, e ha approvato una legge nel 2018 con la quale lo stato prevede di raggiungere il 100% di energie pulite entro il 2045.
È un nuovo corso per gli Stati Uniti, che attende adesso di essere messo alla prova con le decisioni e i progetti del governo federale.