Oltre mille chilometri di linee metropolitane driverless attive in tutto il mondo. È questo l’ultimo dato che conferma la diffusione di questo nuovo sistema di trasporto su ferro, in special modo in Asia dove moltissime città stanno investendo sul trasporto pubblico per rispondere ai bisogni di una popolazione che cresce di giorno in giorno.
Dall’inaugurazione della prima metro driverless, avvenuta nel 1981 a Kobe, in Giappone, lo sviluppo di questo genere di tecnologia è stato costante ma a ritmi contenuti.
Ci sono infatti voluti 30 anni prima che la distanza totale coperta da queste linee raggiungesse i 500 chilometri, una lunghezza uguale al combinato delle metro di Lille, Vancouver e San Paolo. Ma da quel momento il tasso di crescita della nuova tecnologia è aumentato in modo significativo.
Secondo quanto riporta l’Osservatorio sulle metro automatiche (pubblicato dall’International Association of Public Transport, UITP), negli ultimi otto anni la lunghezza delle linee driverless è infatti raddoppiata raggiungendo i 1.000 chilometri, celebrati con l’apertura della Pujiang Line di Shanghai.
Una crescita esponenziale
Ramón Malla, presidente dell’Osservatorio, è convinto che la crescita continuerà su ritmi sostenuti anche per i prossimi anni. «L’evoluzione delle metro driverless proseguirà ancora più rapida nel prossimo decennio» ha dichiarato in un comunicato stampa ufficiale dell’Associazione.
Entro il 2028, potranno infatti essere operativi 3.800 chilometri di linee driverless, un numero quasi quattro volte superiore rispetto ai 1.000 chilometri registrati nel marzo del 2018.
«La maggior parte di questa crescita – si legge ancora nel comunicato – dipende dalle 87 linee oggi in costruzione, per cui si attende una futura apertura».
La maggior parte di queste metro sono realizzate in Asia, e ben 37 sul totale in Cina.
La soluzione migliore per il trasporto cittadino
Lo sviluppo delle nuove metro conferma che il beneficio in termini di mobilità è elevato. Questa è anche l’opinione di Laurent Dauby, Direttore Rail Transport della UITP. Le metro completamente automatizzate – dove i treni operano senza conducente – sono flessibili, capaci di variare l’intensità e il ritmo del servizio durante il giorno, e anche più sicure perché viene ridotta a zero la possibilità di un errore umano. Oltre a questo, garantiscono un risparmio energetico proprio perché, grazie alla completa automazione, sono in grado di operare in modo più efficiente.
Tutti benefici che si aggiungono a quelli delle linee metropolitane tradizionali, e quindi la riduzione del traffico e dell’inquinamento.
Secondo i calcoli dell’Associazione le linee driverless nel mondo oggi operative sono 63, attive in 42 città e 19 paesi. In altre parole, quasi un quarto delle reti metropolitane presenti nel mondo è dotato di almeno una linea completamente automatizzata.
La loro adozione non conosce confini e spazia dall’Europa all’Australia. Proprio in Australia Sydney ha inaugurato da poco la Sydney Metro North West, la prima nel suo genere del paese, dove il ponte e il viadotto della metro sono stati realizzati da Salini Impregilo. A Copenhagen, nel prossimo autunno, sarà inaugurata invece la metro Cityringen, altro esempio di linea driverless interamente costruita da Salini Impregilo, mentre a Milano il gruppo sta costruendo la M4, la linea che collegherà l’aeroporto di Linate con il centro della città.
Il boom asiatico
Rispetto al totale dei 1.026 chilometri di linee driverless attivi alla fine del 2018, la metà sono in Asia. Un dato che rende la regione prima al mondo nello sviluppo e nell’adozione di questa tecnologia.
Questo risultato è possibile grazie all’apertura di cinque linee automatizzate in Corea del Sud, Malesia e Cina solo negli ultimi due anni.
In questa particolare classifica l’Europa occupa invece il secondo posto, con il 30% delle linee driverless al mondo, seguita da Nord America e Medio Oriente rispettivamente con l’11 e l’8%. Segue in coda il Sud America dove solo l’1% delle metropolitane sono senza conducente.
Nel complesso le metro driverless rappresentano solo il 7% del totale mondiale, ma la loro è una storia recente. E tutti gli esperti del settore assicurano che il futuro della mobilità sostenibile sarà affidato interamente a loro.