Dal Tower Bridge ai grattacieli della City, Londra è sempre più una capitale mondiale. La sua popolazione ha raggiunto i 9 milioni di abitanti (diventeranno 11 milioni entro il 2050), il suo vasto territorio è controllato da 33 autorità locali oltre che da tantissime agenzie pubbliche. Transport for London, la società pubblica che gestisce i trasporti nella metropoli, è chiamata a tirare le fila di una rete che può essere paragonata a quella di un piccolo stato, mentre l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sadiq Khan, ha le responsabilità e i poteri di un governo.
Trasformare questo enorme agglomerato urbano in una smart city sembrerebbe un’impresa impossibile, eppure ormai da cinque anni la città ha intrapreso un percorso che la sta portando sulla via dell’innovazione, nonostante le sue dimensioni e il suo peso specifico.
Londra è stata infatti una delle prime città al mondo a individuare all’interno dell’amministrazione una figura di responsabilità nell’ambito dei programmi di sviluppo digitali. Nel settembre del 2017 il sindaco ha nominato Theo Blackwell primo Chief Digital Officer della capitale inglese, incaricato di guidare l’evoluzione digitale della città e di portare avanti il percorso che trasformerà Londra in una smart city.
Meno di un anno dopo, il sindaco Sadik Khan ha lanciato la Smarter London Together Roadmap, il primo piano pubblico di riforma cittadina che guarda alla condivisione dei dati, alle infrastrutture smart, all’innovazione tecnologica.
«Come sindaco – si legge nella presentazione di quel documento firmata da Sadiq Khan – voglio assicurare che Londra occupa una posizione all’avanguardia nella corsa a diventare la città più smart del mondo».
Smart city Londra: la capitale tecnologica dell’Europa
Condurre Londra sulla via dell’innovazione è stato un percorso abbastanza naturale. Ancora prima di diventare una smart city, la capitale inglese era già il centro europeo delle imprese tecnologiche.
Sul suo territorio si concentra un terzo di tutte le “unicorn companies” europee (le start-up guidate da una sola persona che valgono almeno un miliardo di dollari), hanno sede 46.000 imprese tecnologiche, che danno lavoro a 240.000 persone e producono un reddito di 44 miliardi di sterline. Nel decennio 2006-2016 l’occupazione nel settore digitale è cresciuta del 77%, mentre del 90% è aumentato il numero delle imprese.
Oltre a questo Londra è da sempre l’hub naturale per l’intelligenza artificiale sulla quale lavorano 750 imprese (il doppio di Parigi e Berlino), per la ricerca e sviluppo e per la presenza di venture capital, i fondi che investono nei progetti innovativi delle startup.
Tutte queste caratteristiche hanno contribuito a facilitare la corsa di Londra verso l’obiettivo di diventare una smart city internazionale, offrendo alla città il contributo ideale in termini di disponibilità finanziaria, forza lavoro qualificata, tecnologie diffuse.
Essere sostenibile per diventare più smart
Lungo il percorso per diventare una smart city, Londra ha deciso di prendere la strada della sostenibilità, nella convinzione che proprio uno sviluppo “green” sia lo strumento più efficace per dar vita a una metropoli moderna.
L’evoluzione smart dei suoi servizi e dei suoi stili di vita passa infatti attraverso i piani di riqualificazione urbana e i progetti di mobilità sostenibile che l’amministrazione ha lanciato negli ultimi anni. Attualmente Londra è leader in Europa per la smart mobility, e conferma l’ambizioso obiettivo di arrivare al 2041 con l’80% dei movimenti all’interno della capitale realizzati a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico. Il completamento della Elizabeth Line, che offrirà un nuovo percorso su ferro a milioni di persone, va proprio in questa direzione.
In tema di trasporto sostenibile, il sindaco Sadiq Khan sostiene da anni un percorso di profondo cambiamento che prevede investimenti nel trasporto su ferro, miglioramento della qualità delle strade per i pedoni e i ciclisti, riqualificazione urbana di quartieri un tempo degradati con nuovi edifici costruiti rispettando i principi di sostenibilità, attivazione di un’economia “green” capace di creare decine di migliaia di posti di lavoro.
Investendo su questi progetti l’amministrazione cittadina è convinta di poter raggiungere l’obiettivo prefissato: trasformare Londra in una città carbon-neutral entro il 2050. Una scelta non solo per preservare l’ambiente, ma anche per sostenere un nuovo modello di sviluppo economico.
Nel 2018 – calcola l’amministrazione cittadina – il settore dei servizi e delle merci a basso consumo di carbone valeva 39,7 miliardi di sterline, destinato a crescere almeno del 7% fino al 2022.
Crescere è un imperativo per Londra. Farlo in modo sostenibile la vera sfida per il futuro.