Nei giorni che anticipano il Natale il centro commerciale “Le porte di Napoli” è un luogo di passaggio per migliaia di persone. I suoi 70 negozi, 10 bari, ristoranti, cinema, sale giochi e bowling sono affollati di gente che si intrattiene tra un acquisto e un altro.
Oltre alle macchine, però, 100 camion pesanti attraversano l’area ogni giorno. La loro destinazione è il cantiere della linea ad alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, un’opera strategica perché per la prima volta porterà i treni veloci fino in Puglia ampliando gli interscambi logistici nella zona tra Napoli e Afragola, una delle più densamente popolate d’Europa.
Proprio all’interno del centro commerciale “Le porte di Napoli” è prevista una delle stazioni della nuova linea, nel bel mezzo dello shopping centre. Per realizzarla è stata messa in piedi “un’organizzazione maniacale” (come la definisce Vincenzo Moriello, l’ingegnere di Webuild project manager della tratta Napoli-Cancello).
«L’ultimo varo dell’impalcato (uno dei ponti dove correranno i nuovi treni e che attraversa le strade statali della zona) – racconta – è stato portato a termine interamente di notte. Abbiamo iniziato alle 10 di sera e finito alle 5,30 del mattino. Un’impresa che ha richiesto un dispiegamento massiccio di uomini e mezzi, necessari però per non interrompere la viabilità nelle ore del giorno».
Lo sforzo impiegato per lasciare che la vita intorno al centro commerciale proseguisse nella normalità è solo una delle tante storie che raccontano la costruzione di questa grande opera, che già oggi – mentre i cantieri lavorano – ha iniziato a portare benefici enormi per il Mezzogiorno.
Afragola: persone e mezzi al lavoro per costruire l’alta velocità Napoli-Bari
L’impatto che la nuova linea ad alta velocità avrà per il Sud è scritto nei numeri: 2,3 milioni di passeggeri trasportati ogni anno, 90 tonnellate in meno di Co2 disperse nell’atmosfera, una crescita demografica di 90mila persone nei territori interessati e una crescita del Pil dell’1,6%.
Numeri che raccontano come cambierà il territorio una volta inaugurata l’opera, ai quali però va aggiunta la realtà odierna, ovvero l’impatto dell’opera stessa sul lavoro e le imprese.
Già oggi sono 370 le persone impegnate sulla Napoli-Cancello, la tratta lunga 15,5 chilometri che sta realizzando il gruppo Webuild, destinate a diventare 500 nei prossimi mesi, con un indotto di oltre 1.000 persone. All’interno del cantiere del centro commerciale ogni giorno almeno 60 persone sono al lavoro per realizzare le fondazioni per la nuova stazione e per il passaggio della linea.
«Ogni giorno – spiega Vincenzo Moriello – dentro il cantiere del centro “Le porte di Napoli” vengono movimentati mezzi che trasportano 200 metri cubi di calcestruzzi in entrata, 20 botti e 200 metri cubi di materiale di scavo che viene portato fuori».
Sono numeri che danno l’idea del grande lavoro che anche nel periodo natalizio prosegue senza sosta nei cantieri dell’alta velocità.
I nuovi mestieri al lavoro sulla tratta Apice-Hirpinia
Sulla Apice-Hirpinia, la seconda delle quattro tratte della Napoli-Bari affidata al Gruppo Webuild, tutto è pronto per l’assunzione di circa 800 persone. Tante ne serviranno per far muovere le Tbm, le enormi frese meccaniche lunghe anche 100 metri che stanno arrivando via nave dalla Cina.
Il loro sbarco nei porti di Bari e Barletta è previsto nei primi giorni di gennaio, quando le Tbm saranno caricate su camion e trasportate fino ai cantieri.
«Per portare tutte le frese – racconta Vincenzo Moriello – ci vorranno almeno 130 viaggi fatti da autoarticolati in grado di trasportare fino a 170 tonnellate di peso».
Oltre alla difficoltà logistica del trasporto, il tema centrale è quello di trovare forza lavoro qualificata ed esperta nello scavo meccanico. Per rispondere a questa esigenza il Gruppo Webuild ha lanciato in tutta Italia il progetto “Scuola dei mestieri”, rivolto principalmente ai giovani, che prevede l’assunzione di nuovo personale da formare proprio per renderlo esperto nello scavo meccanizzato.
«Già oggi – spiega Moriello – nella tratta Apice-Hirpinia lavorano 220 persone, ma tutto cambierà con l’attivo delle Tbm».
L’ingegnere, uno dei massimi esperti in scavo meccanizzato grazie alle esperienze con Webuild nelle metro di Roma, Milano, Riyadh e Doha, prevede che per le 8 Tbm previste serviranno circa 800 persone. Di queste, il 30% saranno operai specializzati del Gruppo, il resto arriverà dalle nuove assunzioni e dalla formazione attraverso il programma “Scuola dei mestieri».
«L’idea – aggiunge Moriello – è quella di assumere persone del territorio. Giovani disoccupati, ma anche agricoltori, meccanici, elettricisti, perfino pizzaioli. L’importante è la disponibilità a seguire il percorso formativo organizzato con i nostri tecnici esperti».
Il loro apporto sarà necessario per sostenere il lavoro delle Tbm, a cui sarà affidato la parte più importante dei 18 chilometri della linea Apice-Hirpinia, una tratta molto complessa proprio per via delle caratteristiche geografiche del territorio che prevedono, tra l’altro, l’attraversamento dell’Appennino.
La macchina del cantiere è già in movimento e il Sud ha già cominciato a beneficiare degli effetti dell’alta velocità.