L’Australia conferma ogni giorno di più il suo impegno per presidiare la frontiera mondiale nel processo di transizione energetica, e settori come l’ingegneria e l’edilizia esercitano un’influenza significativa nel consentire la realizzazione del piano Net Zero 2050 del governo, ovvero l’azzeramento delle emissioni nocive nell’ambiente entro il 2050.
Anche grazie alle sue caratteristiche geografiche, con un territorio costituito in larga parte da deserti assolati e regioni costiere ventose, il paese ha compiuto passi da gigante nello sfruttamento delle energie rinnovabili, anche se la sfida più grande da vincere rimane la gestione degli effetti climatici, e i repentini passaggi dalle siccità alle inondazioni. La produzione di energia solare ed eolica può essere quindi imprevedibile, il che rappresenta un potenziale rischio quando questa viene utilizzata in settori chiave dell’economia nazionale.
Mentre la nazione cerca alternative sostenibili alle fonti di energia tradizionali, stanno emergendo sempre di più come strumenti essenziali a questo fine i cosiddetti sistemi di accumulo dell’energia a batteria (Battery Energy Storage Systems – BESS), proprio perché contribuiscono a facilitare la transizione verso un futuro più verde e sostenibile.
Cos’è il BESS?
Una soluzione innovativa per lo stoccaggio e la fornitura di energia sono i cosiddetti BESS – Battery Energy Storage Systems, ossia sistemi di accumulo dell’energia a batteria che aiutano a livellarne la disponibilità durante le fluttuazioni della domanda. Il loro funzionamento è semplice e innovativo: durante i periodi di bassa domanda, questi sistemi immagazzinano nelle batterie l’energia in eccesso che a seguire può essere utilizzata durante i periodi di domanda elevata.
Per qualsiasi azienda, così come per i grandi impianti di ogni genere, l’affidabilità e la disponibilità di energia sono fondamentali. Tuttavia, i metodi tradizionali di generazione di energia – alimentata a gas e diesel – utilizzano le riserve per assicurare la stabilità delle reti di alimentazione, prevedendo la realizzazione di impianti addizionali ad hoc. Implementando il BESS come unità di accumulo, l’industria può eliminare la necessità di dotarsi di ulteriori generatori proprio grazie al fatto che il sistema assicura una riserva costante e garantisce così il proseguo delle attività industriali anche quando l’energia non viene prodotta.
L’uso della tecnologia BESS sta diventando sempre più frequente nei sistemi di rete elettrica, nei siti remoti (dove è più difficile far arrivare le reti elettriche) e negli impianti industriali. L’implementazione di questi sistemi assicura all’industria sia affidabilità sia risparmio di costi per la loro installazione e il conseguente approvvigionamento energetico.
Il ruolo di Webuild e Clough nella rivoluzione energetica australiana
Clough, la controllata australiana del Gruppo Webuild, vanta una lunga storia nella realizzazione di impianti e opere infrastrutturali in località remote e difficili, dove è necessario essere autosufficienti, generando e distribuendo il proprio fabbisogno energetico. Oltre a consentire una maggiore autosufficienza, le unità BESS riducono le emissioni nocive prodotte dagli impianti perché non bruciano combustibili fossili per ottenere una riserva di energia. Il loro sistema prevede infatti l’immagazzinamento dell’energia in eccesso prodotta dai generatori primari, oltre alla possibilità di integrare questa energia con quelle rinnovabili, quindi prodotte da fonti green.
Ecco perché Clough ha deciso di adottare questa tecnologia in molti dei suoi progetti in giro per l’Australia. Nella fattispecie la fase 2 del progetto Waitsia Gas prevede proprio l’adozione della tecnologia BESS nella costruzione di un nuovo impianto di produzione energetica, che sarà completato nel 2024. Si tratta del primo caso di sistema BESS non costruito a valle ma incorporato nel progetto iniziale dell’impianto, rappresentando così una vera e propria pietra miliare nel tentativo del Gruppo di contribuire a un futuro sostenibile.