Il piccone ha scagliato il primo colpo, avviando simbolicamente i lavori del lotto meridionale del Brennero. È successo il 12 luglio, giorno di inizio lavori, alla presenza delle principali autorità nazionali, locali e dei vertici della Brenner Basis Tunnel (BBT), la società europea che gestisce la progettazione e la realizzazione dell’intero tunnel del Brennero.
Sono iniziati così gli interventi per realizzare 5,8 chilometri di gallerie ferroviarie che partono da Fortezza, il terminale italiano del progetto, e transitano – per circa 240 metri – sotto il letto del fiume Isarco nella parte considerata tecnicamente più complessa dell’intera opera.
L’appalto, assegnato nell’ottobre del 2014 alla Isarco Scarl (il consorzio guidato da Salini Impregilo e di cui fanno parte Strabag, Collini Lavori e Consorzio Integra), vale circa 301 milioni di euro e riguarda una sezione della galleria di base del Brennero, il tunnel ferroviario lungo 55 chilometri che – entro il 2025 – collegherà l’italiana Fortezza con l’austriaca Innsbruck. Un’opera dei record perché, se al percorso iniziale si aggiunge quello dell’anello ferroviario di Innsbruck che porta verso Monaco, il risultato è la galleria ferroviaria sotterranea più lunga del mondo, con 67 km al buio, molti dei quali percorsi attraversando picchi montuosi alti anche mille metri.
Dentro questo tunnel ad alta capacità – come viene definito tecnicamente – passeranno sia i treni passeggeri (che potranno raggiungere la velocità di 250 Km/h rispetto ai 130-140 di oggi) sia i treni merci, dando così un impulso importante agli scambi commerciali tra l’Italia e il resto dell’Europa. Il passante è strategico anche perché fa parte del colossale progetto europeo che mira ad unire con un asse ferroviario Verona a Monaco. Il collegamento fa parte della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) ed è a sua volta una tratta della direttrice da 2.200 chilometri che – nei piani comunitari – dovrebbe mettere in collegamento Berlino con Palermo.
Elemento centrale di questo progetto è appunto il corridoio del Brennero, all’interno del quale Salini Impregilo svolge un ruolo decisivo perché, oltre al lotto meridionale, il Gruppo si è aggiudicato – sempre insieme all’impresa Strabag – anche la realizzazione dell’ultima tratta a Nord, quella che conduce fino ad Innsbruck, altri 37 chilometri di gallerie per una commessa da 377 milioni di euro.
All’interno di questo grande progetto, l’attenzione in questi giorni è tutta dedicata al primo lotto, che è divenuto finalmente operativo.
«L’approvazione del progetto che porta all’inizio dei lavori – commenta l’ingegnere Nicola Meistro, project manager del cantiere – è per noi un risultato enorme. Il tunnel del Brennero, e in particolare questo lotto, rappresentano infatti un progetto tecnicamente molto ardito, ricco di difficoltà e di sfide».
La più grande è sicuramente l’attraversamento sotterraneo del fiume Isarco che sarà portato a termine ricorrendo alla tecnica del congelamento. «Una tecnica che è già stata usata ma comunque molto complessa – spiega Nicola Meistro – che inizia con un’attività di perforazione del terreno sotto al fiume con iniezioni di miscele chimiche e cementizie necessarie per rallentare la velocità dell’acqua. In un secondo momento, all’interno dei fori realizzati, viene fatto passare azoto liquido che cambia di stato e diventa gassoso ad una temperatura di 130 gradi sotto zero. L’azione immediata dell’azoto è quella di congelare il terreno circostante intorno al tubo in cui viene iniettato per circa 50 centimetri».
Il congelamento del terreno, tra la galleria in scavo e il fiume soprastante, da un lato rende il suolo impermeabile all’acqua e dall’altro dà resistenza e stabilità al materiale intorno allo scavo. Una tecnica necessaria in questo caso ma molto complessa, perché legata alla velocità dell’acqua che non deve superare mai certi limiti, e perché ripetuta per un ampio tratto (4 gallerie di circa 60 metri ciascuna).
Ma il passaggio sotto l’Isarco non è l’unica sfida di un progetto che fa della tecnica ma anche della tutela dell’ambiente due punti fermi per il suo successo. E infatti, tra le opere accessorie già in corso di realizzazione, il Consorzio Isarco ha previsto anche la costruzione di un’uscita dedicata dall’autostrada del Brennero, cosicché tutti i materiali necessari al cantiere siano movimentati direttamente attraverso accesso e uscita con l’autostrada, senza impattare in alcun modo sul territorio. Tecnica ed esperienza saranno inoltre necessarie nella gestione degli scavi non in roccia ma nelle tratte in detrito, formatesi dal passaggio del fiume o dalle frane delle montagne. Consolidare questo materiale per renderlo stabile, tanto in fase di lavori quanto nell’operatività della ferrovia, rappresenta oggi un’altra sfida che Salini Impregilo ha previsto di affrontare mettendo sul campo le più moderne tecniche attualmente utilizzate nel settore.
Tutto è pronto, quindi, e ai blocchi di partenza, oltre alle autorità e ai progettisti che hanno ideato il tunnel, ci sono circa 300 lavoratori che operativamente saranno coinvolti per i prossimi 70 mesi nella realizzazione di questo lotto meridionale. Per loro, in un’epoca di muri e divisioni, lavorare al “progetto che unisce” (come è stato chiamato il Brennero), non è solo una sfida della tecnica ma anche uno strumento per avvicinare i popoli e favorirne gli scambi culturali ed economici.