L’America si mobilita per salvare e preservare il suo polmone verde, quel tesoro naturale che sorge nella grande regione selvaggia, nella punta più a Sud del Paese, ed è noto come Everglades. Per il ripristino della qualità dell’acqua di questo ecosistema subtropicale, unico al mondo, lo Stato della Florida ha investito oltre 2,3 miliardi di dollari, cui si aggiunge un altro miliardo di fondi federali, in un programma che comprende vari progetti, il più importante dei quali è stato affidato al gruppo Salini Impregilo (oggi Webuild) in joint venture con la sua controllata statunitense Lane Construction.
Il Comprehensive Everglades Restoration Plan (CERP) è stato creato dal Congresso nel 2000 per prevenire problemi legati al funzionamento del polmone verde e del sistema idrico, e i rischi che questo potesse impattare negativamente sulle popolazioni e sull’economia di grandi aggregati urbani come Miami e Orlando.
La ricca attività turistica lungo le due coste, quella atlantica ad Est e quella del Golfo ad Ovest, è stata messa più volte in crisi dall’inquinamento delle acque dolci che nella stagione delle piogge confluiscono in mare determinando moria di pesci e di altre specie animali, e causando alle persone difficoltà di respirazione e malattie della pelle.
Il principale snodo del dissesto idrologico delle Everglades, che occupano una superficie di oltre 6mila chilometri quadrati, è il lago Okeechobee, che – con I suoi 1.900 chilometri quadrati – è l’ottavo lago degli Stati Uniti per ampiezza e il primo della Florida, e occupa una superficie pari alla metà dello stato di Rhode Island. Chiamato così dalla contrazione delle parole acqua (oki) e grande (chubi) nella lingua di varie tribù di nativi americani, dagli Hitchiti, ai Mayaca, ai Seminole, questo bacino naturale ha il suo principale emissario nel fiume Kissimmee e con altri canali in uscita forma due grandi estuari: Caloosahatchee nella zona del Golfo del Messico e St. Lucie sulla costa atlantica a nord di Palm Beach.
Il programma di ripristino è condotto dal dipartimento statale South Florida Water Management District (SFWMD) che ha avviato 70 programmi di recupero della fauna locale. Nel 2017, ad esempio, ha aperto la caccia organizzata alle specie invasive, come i pitoni birmani, enormi serpenti non originari delle Everglades, importati da commercianti di animali esotici e poi scaricati in quelle acque. In due anni sono stati catturati duemila pitoni, il più lungo dei quali misurava cinque metri e mezzo e aveva ingoiato un cervo adulto.
Questo ulteriore intervento a protezione dell’ambiente ha meritato anche una serie televisiva (Guardians of the Glades) e l’iscrizione negli elenchi degli “agenti anti-pitone” di un migliaio fra cacciatori professionisti, veterani e impiegati pubblici o privati che, terminato l’orario di lavoro, imbracciano il fucile e con tute mimetiche affrontano i serpenti, oggi anche con l’aiuto di droni e radar. Il “Phyton Elimination Program” riconosce agli hunters una decina di dollari l’ora più dei bonus a seconda della lunghezza del pitone eliminato e delle quantità di uova raccolte.
Ripristino delle Everglades: il progetto C-43
L’attenzione dei contribuenti della Florida è, comunque, tutta puntata sul progetto Caloosahatchee C-43 West Basin Storage Reservoir (WBSR), dal valore di 524 milioni di dollari, assegnato dal dipartimento statale a una joint venture tra Salini Impregilo (oggi Webuild) e Lane Construction (controllata dal Gruppo Webuild), con lavori iniziati il 3 giugno 2019 e completamento previsto entro il dicembre del 2023 per la riqualifica dei terreni paludosi e il contenimento delle acque reflue.
Il contratto prevede la realizzazione di un bacino nell’estuario Caloosahatchee nella contea di Hendry, nella costa sud-ovest della Florida, con una diga in terra con perimetro di 26,2 chilometri e un setto separatore dei due bacini di 4,5 chilometri. In totale i bacini si estenderanno per circa 40,5 chilometri quadrati e conterranno 210 milioni di metri cubi d’acqua. Durante i periodi di pioggia, il bacino permetterà di contenere le acque contaminate provenienti dai terreni residenziali e agricoli dell’area e, nei periodi di secca, garantirà l’apporto idrico necessario per mantenere livelli ottimali di salinità.
«Questo è un grande passo avanti nell’accelerare uno dei nostri più importanti progetti di restauro delle Everglades», ha dichiarato il Governatore Ron DeSantis all’avvio dei lavori, anche a nome del Dipartimento di gestione delle acque (SFWMD) e del Dipartimento ambientale della Florida (DEP). «Una volta completato, il serbatoio di stoccaggio C-43 immagazzinerà circa 55 miliardi di galloni d’acqua (250 miliardi di litri d’acqua), con 19 miglia di argini e 15 miglia di canali per ridurre gli scarichi nocivi dal lago Okeechobee e contribuire a riportare in salute il fiume Caloosahatchee e l’estuario», ha aggiunto.
Combattere gli effetti di inquinamento e cambiamenti climatici
Nel corso degli anni, l’estuario del Caloosahatchee ha sofferto a causa degli impatti sui flussi d’acqua naturali causati dallo sviluppo residenziale e agricolo nella zona, soprattutto coltivata ad aranceti e canna da zucchero, per la quale sono stati posti limiti via via più stringenti all’utilizzo di fertilizzanti. Il progetto C-43 promuoverà un sistema biologico sano attraverso la cattura e il rilascio controllato di acqua e potrà contenere il problema delle alghe blu-verdi (blue-green algae), più comunemente noto come marea rossa (red tide), per il quale le popolazioni di entrambi i lati della Florida meridionale hanno sollecitato a gran voce misure efficaci.
I dragaggi e le canalizzazioni compiute nel secolo scorso, così come il collegamento artificiale con il lago Okeechobee, hanno modificato l’idrologia del Caloosahatchee, alterando di conseguenza la portata verso l’estuario. I recenti programmi del governo statale tengono conto anche dell’habitat naturale di molte specie protette, come i lamantini, che hanno alla foce del Caloosahatchee un parco federale a loro dedicato.
Il lamantino della Florida, una specie autoctona, simbolo di varie contee dello Stato e il più grande mammifero acquatico dell’ordine dei sirenii, era considerato a rischio di estinzione fino a quando gli interventi a sua difesa l’hanno riclassificato a specie minacciata. Erbivoro, lentissimo nei movimenti, è considerato un indicatore chiave per comprendere i cambiamenti ambientali e di habitat della Florida.
Per riportare al più presto l’equilibrio dell’ecosistema, anche i lavori da parte della joint venture sono proseguiti durante la crisi del COVID-19, con l’adozione di rigorose misure di sicurezza. Il progetto copre una vastissima area tra l’estuario Caloosahatchee e il lago Okeechobee. La sola diga di terra, con i suoi 26,2 km di perimetro, avrà un’estensione pari alla penisola di Manhattan, mentre la capacità del bacino di stoccaggio sarà largo come 85.000 piscine olimpiche.
Un piano di sostenibilità per il ripristino delle Everglades e per proteggere l’ecosistema
Partendo dal riconoscimento che la salute dell’ecosistema è vitale anche per il benessere economico, moltissime iniziative di sostenibilità sono oggi in corso per tutelare la qualità dell’acqua, migliorare i sistemi di gestione idrica e in generale proteggere l’ecosistema della Florida. L’impegno del Gruppo Webuild per supportare i clienti nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e nello specifico nel progetto C-43, contribuirà a migliorare le condizioni dell’estuario del Caloosahatchee e sarà essenziale per il recupero delle Everglades americane.