Il primo treno parte intorno alle 10.30 del mattino. A bordo giornalisti e rappresentanti delle istituzioni, ma soprattutto le maestranze, operai, tecnici e ingegneri in rappresentanza di oltre mille persone che negli ultimi anni hanno lavorato nei cantieri della M4, la nuova linea metropolitana che da Est a Ovest taglia in due Milano. Li aspetta un viaggio di 12 minuti, tanto ci vuole per andare dall’aeroporto di Linate a piazza San Babila nel cuore antico di Milano. Una rivoluzione nei trasporti cittadini che prende il via dal 4 luglio quando oltre alle sei stazioni già in esercizio (da Linate a Dateo) entrano in funzionamento anche Tricolore e, appunto, San Babila, cuore storico ed economico del capoluogo lombardo.
Quella che viene consegnata è la metropolitana dei cittadini (e anche per questo il Comune ha deciso che per il primo giorno di attività le corse sarebbero state gratuite per tutti). Un’opera unica commissionata dal Comune di Milano e realizzata dalla società mista concessionaria M4, incaricata della sua progettazione, costruzione e gestione e partecipata da un raggruppamento di soci privati guidato da Webuild.
E dopo San Babila sarà la volta di Sforza Policlinico, Santa Sofia, Vetra, De Amicis e Sant’Ambrogio e poi ancora avanti fino al capolinea di San Cristoforo dove si completerà il viaggio della nuova M4. Le stazioni in totale saranno 21 su 15 chilometri di linea.
Inaugurazione M4, un nuovo modo per vivere Milano
Il senso ultimo della M4 è proprio nella sua capacità di diventare un acceleratore logistico della città, intrecciando le altre linee metropolitane, l’hub del trasporto su gomma, i passanti ferroviari e naturalmente l’aeroporto di Linate.
Portare il centro di Milano a soli 12 minuti dallo scalo aeroportuale cittadino offre infatti un vantaggio incredibile al capoluogo lombardo rispetto a molte altre capitali europee, dove i collegamenti tra l’aeroporto e il cuore metropolitano sono più lenti e più costosi. M4 supera questi argini, ma non si limita a questo. Con le sue 21 stazioni, la metropolitana è pensata per servire l’intera cittadinanza, da chi vive in centro a chi risiede nei quartieri più periferici. Una volta operativa la linea sarà capace di trasportare 24mila persone ogni ora per senso di marcia, 86 milioni di passeggeri ogni anno. Tutto questo è reso possibile dalle caratteristiche della linea, con treni lunghi circa 50 metri, motrici driverless, capaci di raggiungere una velocità massima di 80 km/h e una frequenza di percorrenza di un treno ogni 90 secondi.
Una volta inaugurata l’intera linea saranno 40 i treni in funzione (47 quelli previsti in dotazione) che viaggeranno nel sottosuolo di Milano.
Riqualificazione urbana e mobilità sostenibile
Dopo l’apertura della prima tratta tra Linate e Dateo, M4 saluta adesso anche la messa in esercizio delle stazioni Tricolore e San Babila, un grande risultato per un’opera complessa, realizzata in pieno centro con complessità ingegneristiche molto elevate.
Ma gli scavi nel sottosuolo sono andati di pari passo con l’obiettivo di trasformare la linea in un’occasione per riqualificare tante aree della città. Questo è accaduto già nella prima tratta, specialmente lungo l’asse di Argonne e nei pressi di Dateo, dove intorno alle nuove fermate sono stati realizzati parchi cittadini, percorsi pedonali e ciclabili, spazi dedicati ai bambini e agli anziani. E così, anche per Tricolore e San Babila la costruzione delle stazioni è stata accompagnata da una rivisitazione completa degli spazi esterni, con la pedonalizzazione di nuove aree, la nascita di aree verdi, l’utilizzo di materiali eleganti come la pietra naturale. Oltre a questo, piazza San Babila è stata interamente interdetta al traffico trasformandosi in un luogo di aggregazione cittadina in continuità con lo spazio urbano creato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni.
Inaugurazione M4 di Milano: un’opera complessa al servizio della città
Sostenibilità, riqualificazione urbana, mobilità cittadina: la M4 è tutto questo insieme, un risultato raggiunto grazie al lavoro svolto in questi anni (e ancora da completare nelle nuove stazioni) che il Gruppo Webuild ha coordinato gestendo decine di cantieri e complesse operazioni di scavo, come quelle sotto gli edifici monumentali del centro storico. Un impegno che ad oggi può essere sintetizzato con i numeri: 950mila metri cubi di calcestruzzo gettato in opera, 1,4 milioni di metri cubi di scavo a cielo aperto, oltre ai chilometri scavati dalle TBM, le talpe meccaniche, nel sottosuolo di Milano per far correre i treni della metropolitana.
Oggi quei treni aggiungono un’altra tratta al loro cammino, avvicinando Milano all’Europa e rinnovando ai cittadini la promessa di raggiungere presto il capolinea opposto di San Cristoforo.