Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e perfino Sardegna. La quasi totalità delle regioni del Mezzogiorno d’Italia è oggi al centro di un profondo rinnovamento infrastrutturale, un cambio di marcia rispetto al passato alimentato da un lato dalle risorse assicurate dal PNRR e dall’altro dalla volontà di adeguare finalmente gli standard di trasporto tra il Sud del paese e il Nord, arrivando a completare i corridoi intermodali che saranno il futuro dei trasporti europei.
Nelle campagne dell’Appennino campano come nelle pianure pugliesi, lungo la tortuosa costa calabra come nell’entroterra brullo della Sicilia, decine di cantieri sono aperti e migliaia di donne e uomini al lavoro per completare le opere in corso.
Il Ministero dei Trasporti riporta che dei 61,4 miliardi di euro di fondi disponibili (in parte assicurati dal PNRR e in parte da risorse nazionali), oggi ben 33,8 miliardi (quindi circa il 56% del totale) sono stati allocati alle otto regioni del Mezzogiorno. Nel complesso finiranno al Sud il 48% delle risorse previste dal PNRR e il 75% di quelle assicurate da fondi nazionali. L’alta velocità ferroviaria è sicuramente la voce di spesa più consistente. Ed è anche la più grande rivoluzione che il Mezzogiorno vivrà nei prossimi anni: il confine ultimo attuale di Salerno sarà infatti ampiamente superato e i treni veloci arriveranno in Puglia, in Calabria e correranno in Sicilia tra le città di Palermo e Catania. Un cambiamento epocale per l’intero Paese che salderà una frattura storica tra il Nord e il Sud.
Webuild, 19 cantieri per far correre il Sud
A guardarli sulla mappa della Penisola danno prima di tutto l’idea della loro densità territoriale. I 19 progetti sparsi nel Sud del Paese equivalgono infatti a cantieri aperti, persone al lavoro, tracciati ferroviari che spuntano dal nulla. Oggi sono 4.500 i lavoratori impegnati nei cantieri gestiti dal Gruppo Webuild, con 3.800 fornitori diretti e un ammontare di appalti assegnati alla catena di fornitura pari a 2,5 miliardi di euro.
Risorse che contribuiscono a portare ricchezza e lavoro nel Mezzogiorno, oltre alla conseguenza diretta ovvero la costruzione di opere moderne che collegheranno città, paesi, regioni in modo veloce e sostenibile. E così si parte dalla Campania dove proseguono i lavori per la realizzazione dell’alta velocità che raggiungerà la stazione di Irpinia e da lì continuerà il suo viaggio fino a Bari, in Puglia. Da Napoli i treni veloci continueranno la loro corsa anche verso la Calabria per la realizzazione di una delle tratte più importanti della rete ferroviaria italiana, ovvero la Salerno-Reggio Calabria, un’opera che il governo intende completare sfruttando una prima dotazione da 1,8 miliardi di euro del PNRR e un investimento massiccio di 9,4 miliardi di fondi statali. Sempre in Calabria Webuild è al lavoro per la costruzione del Terzo Megalotto della nuova Statale 106, che sostituirà la vecchia Jonica collegando la regione con la vicina Puglia. Significativo è l’impegno in Sicilia per la realizzazione di una linea ad alta capacità per collegare alcune delle sue città più importanti: Palermo, Caltanissetta, Enna, Catania e Messina. Solo in Sicilia, la lunghezza totale dei lotti che costruirà Webuild raggiunge 171 chilometri e il Gruppo prevede di creare 5.800 posti di lavoro. Nello specifico, le ultime aggiudicazioni (commissionate da RFI – Gruppo FS Italiane e finanziate con fondi del PNRR) riguardano due lotti: l’alta velocità Battipaglia-Romagnano (quindi sulla linea Salerno-Reggio Calabria) e Lercara-Caltanissetta Xirbi (Palermo-Catania). Solo per la costruzione di questi due lotti Webuild calcola di creare 3.500 posti di lavoro che si aggiungeranno agli ingegneri, tecnici e operai già impegnati per modernizzare il Sud.
Un Sud moderno con il sogno del Ponte
Alta velocità ferroviaria e molto altro. Il sogno di un Mezzogiorno moderno, interconnesso, collegato con il resto dell’Europa passa per una pluralità di interventi infrastrutturali che puntano a modernizzare le regioni che ancora scontano un ritardo economico rispetto al Nord del paese.
Oltre infatti alle linee ferroviarie il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevede una serie di altri interventi al Sud. Tra questi l’investimento di 1,7 miliardi per lo sviluppo del trasporto rapido di massa in alcune città, il rinnovo delle flotte dei treni regionali e degli intercity, il rinnovo del 50% degli autobus che assicurano il trasporto pubblico extraurbano, il monitoraggio tecnologico della sicurezza della rete stradale, e il rinnovo delle navi che operano nello Stretto di Messina, per le quali saranno stanziati 80 milioni di euro. Proprio lo Stretto – raggiunto in prospettiva dall’alta velocità sul fronte calabrese e su quello siciliano – diventa più che mai uno snodo nevralgico e un punto d’attrazione. È lì che il Ponte, la cui costruzione è stata recentemente approvata dal Parlamento italiano, propone di diventare metafora di un salto che non sarà solo fisico ma anche economico, culturale e sociale.