Il Gruppo Salini Impregilo non costruisce “edifici residenziali”, ma costruisce qualcosa di simile a “case”. E queste case sono spesso luoghi che le istituzioni – più che le famiglie – possono sentire propri.
È il caso dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, avviato nel 2000 da Salini Impregilo e divenuto un punto di riferimento in Italia per le manifestazioni artistiche, oltre che la casa dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Prima della sua inaugurazione, avvenuta nel 2002, Santa Cecilia, una delle istituzioni di musica classica più antiche al mondo, ha vagato tra una sede e l’altra della città per cinquant’anni. Obbligata da Benito Mussolini ad abbandonare il Teatro Augusteo a causa dei lavori di scavo iniziati nel 1936, l’Accademia ha cominciato a cambiare sede in modo itinerante fino a quando le autorità cittadine hanno commissionato al Gruppo Salini Impregilo la costruzione di un luogo adatto al prestigio dell’Accademia, divenuto reale sull’idea e il progetto dell’archistar Renzo Piano. E forse, a vedere il risultato, si può dire che sia valsa la pena di aspettare.
Situato nella zona Nord della città, vicino al Villaggio Olimpico, l’Auditorium Parco della Musica è il centro culturale multifunzionale più visitato al mondo dopo il Lincoln Centre di New York, capace di attirare oltre un milione di visitatori all’anno.
La struttura è costituita da un complesso di edifici immersi in un parco verde di 55mila metri quadri, ed è formata da tre grandi sale da concerto, un anfiteatro, sale prove, musei e numerosi spazi dedicati alle arti.
I tetti metallici delle tre grandi sale da concerto hanno una forma curvata che li fa assomigliare a grandi coleotteri. La più grande ha 2.700 posti a sedere; la seconda 1.200 e la terza 700. Anche gli interni sono curatissimi e infatti i 21.700 metri quadri coperti sono allestiti con legno di ciliegio proveniente dal Nord America – un materiale mai usato prima in Italia – utilizzato per ottenere le massime prestazioni possibili in termini di acustica. L’anfiteatro, posizionato invece al centro del complesso, può ospitare 3.000 spettatori per le performance all’aperto.
Oltre al legno di ciliegio, gli altri materiali utilizzati da Salini Impregilo per completare l’opera sono: mattoncini rossi (1,8 milioni) per coprire il foyers e l’esterno; marmo travertino (26mila metri quadri) per il pavimento e le hall delle sale interne; e piombo (18mila metri quadri) per i tetti delle hall. L’opera si completa poi con un parcheggio capace di ospitare 200 veicoli.
Come Renzo Piano ha spiegato sul sito dell’Auditorium, il progetto incontra il desiderio delle autorità locali di portare nuova vita nella città.
«I luoghi della cultura – dice Piano – come quelli della musica, hanno la naturale funzione di fecondare il tessuto urbano, e restituirle quella qualità straordinaria che ha sempre avuto nella storia. Quest’opera non è semplicemente un Auditorium, ma una città della musica».
E il suo successo viene proprio dalla pluralità della sua offerta, dalla sua capacità di attirare persone che hanno voglia di assistere ad un concerto, attardarsi nella sua ricca libreria o prendere parte ad un’esibizione. In campo musicale, la struttura ospita ogni genere di stile, dalla classica al jazz fino al rock e alla musica sperimentale.
Questo ha convinto due istituzioni dedicate alla promozione di musica, cinema e teatro a trasformare l’Auditorium nella loro casa: la Fondazione Musica per Roma e la Fondazione Cinema per Roma, che organizza ogni anno nel mese di ottobre il Festival del Cinema di Roma.
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Guardando al progetto originario e all’opera realizzata, risulta comunque evidente che il complesso non è identico a quello originariamente partorito dalla fantasia di Renzo Piano. Come spesso accade quando si interviene sul sottosuolo di Roma, i lavoratori hanno scoperto una serie di rovine antiche durante gli interventi preliminari nel 1995, e questo ha obbligato a intervenire sul progetto iniziale dell’Auditorium per evitare che venissero violate. Inizialmente le sue sale da concerto – Santa Cecilia e Sinopoli – sarebbero dovute sorgere sopra una casa colonica e una villa antiche. Quei ruderi sono stati protetti e oggi le reliquie rinvenute nel corso della costruzione dell’opera sono in mostra in uno dei musei presenti nel complesso.
Tutto questo ha confermato fin dall’inizio il ruolo dell’Auditorium come casa delle arti, una prerogativa evidente già dal momento dell sua inaugurazione. In quell’occasione parteciparono alla cerimonia i protagonisti della musica mondiale, dal maestro d’orchestra Sud Coreano Myung-Whun Chung, fino a Patty Smith con la sua band di New York. Ma nonostante la varietà delle performance musicali offerte dal complesso, la musica classica rimane la regina, alla quale è dedicata la sala più grande, la Santa Cecilia.
E a dimostrare che ripetere grandi performance è ancora possibile nel mondo delle infrastrutture, il Gruppo Salini Impregilo e Renzo Piano sono tornati a lavorare insieme nel 2012 nella costruzione del centro culturale un’altra capitale europea: Atene. Fondato dalla Stavros Niarchos Foundation, il centro sarà la casa dell’opera nazionale greca e della libreria nazionale.