Con l’inaugurazione lo scorso 12 ottobre della tratta da San Cristoforo FS a San Babila, l’intero percorso della Linea M4 è entrato in funzione: 21 stazioni, con diversi interscambi, circa 15 chilometri, dall’estrema periferia ovest di Milano fino alla fermata di Linate Aeroporto, zona est, passando per il centro della città e dentro la cerchia dei Navigli. Tempo di viaggio 30 minuti. Mentre restringendo lo spostamento dall’aeroporto al centro storico (otto le fermate) si impiegano appena12 minuti. Fino a 24mila persone ogni ora (per senso di marcia), per una stima totale di 86 milioni di passeggeri all’anno. I treni – driverless – nelle ore di punta passano ogni 90 secondi. Quinta linea metro cittadina, porta in dote un gradino in più all’interno dell’Unione europea per l’intera rete metropolitana milanese adesso al settimo posto in estensione chilometrica coi i suoi 104 chilometri in tutto.
Un risultato che il contractor (Consorzio MM4 guidato dal Gruppo Webuild) ha raggiunto dopo aver affrontato non poche sfide. «Siamo molto soddisfatti di aver finalmente raggiunto questo traguardo. La M4 rappresenta la porta di Milano verso l’Europa. Dal cuore antico della città all’aeroporto con una tempistica da vera capitale europea e che permetterà una migliore esperienza ai turisti (e ai milanesi)». Così ha commentato Guido Mannella, Operations Director Metro Italy Webuild.
La sfida dei cantieri a pochi passi dai palazzi storici
Impresa particolarmente sfidante nella realizzazione della M4 è stato il passaggio in pieno centro storico delle Tbm che hanno scavato le gallerie della nuova linea metro. Le talpe meccaniche sono passate praticamente a ridosso di edifici di grande pregio storico e artistico come il Sagrato della Basilica di Sant’Ambrogio, le Colonne di San Lorenzo e la Torre Merlata tra via di San Vittore e via Carducci. Un patrimonio che andava necessariamente preservato. Il consorzio dei costruttori, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, ha applicato una procedura di controllo che combina analisi preventive e monitoraggio continuo degli edifici in superficie, proprio per individuare in anticipo eventuali criticità e avviare le necessarie azioni di consolidamento preventivo di palazzi e monumenti. Gli edifici monitorati sono ben 631.
Per ridurre al minimo i rischi in corrispondenza del percorso delle talpe, in alcuni casi si è deciso addirittura di spostare i monumenti che poi sono stati rimessi esattamente al loro posto. Altra precauzione è stata scavare a una profondità superiore rispetto agli standard di settore, tant’è che in corrispondenza della stazione Dateo sono stati raggiunti i 30 metri sotto il livello stradale.
Per scongiurare il rischio di cedimenti durante gli scavi, infine, è stato adottato anche il metodo dello “scavo con azoto liquido”, altra sfida di non poco conto applicata in caso di terreni poco consistenti. Tutti i cunicoli di collegamento tra le stazioni e le gallerie della M4 sono stati realizzati con questa tecnica: azoto a una temperatura di -196°C che viene fatto circolare nel terreno per creare un blocco di ghiaccio. È stato immesso azoto liquido sette giorni su sette, di notte per circa 8 ore consecutive; per le restanti 16 ore, le pareti restano ghiacciate e quindi estremamente stabili in modo da poter scavare in assoluta sicurezza anche a pochissima distanza dalle fondamenta dei palazzi. Sotto la superficie di Milano, 42 passaggi di collegamento tra le stazioni e i tunnel sono stati scavati col metodo del congelamento del terreno.
«La Linea M4 è stata realizzata interamente con scavo in sotterraneo “a foro cieco” tramite Tbm, tranne gli scavi per la costruzione delle stazioni e manufatti che sono “a cielo aperto”, scavate secondo il Metodo Milano (più noto oggi come “cut and cover”)», aggiunge Francesco Stopponi, Amministratore Delegato di MetroBlu Scarl (controllata Webuild), parte del consorzio costruttori della linea. «Realizzare questa linea è stato come fare un viaggio nel tempo perché mentre avanzavamo sono emerse scoperte archeologiche di gradissimo valore storico a partir da antiche mura medioevali nel cantiere della stazione De Amicis, poi restaurate e ricollocate nell’atrio della stazione stessa».
Milano in superficie rinasce anche grazie alla metro M4
Ridisegnare gli spazi urbani è stata un’altra grande sfida del progetto M4, con l’obiettivo di riqualificare la superficie della città di Milano da est a ovest lungo l’intero percorso della nuova linea metropolitana. Gli interventi hanno coinvolto numerosi quartieri per un totale di 246mila metri quadrati di aree urbane di cui circa 66mila metri quadrati di aree verdi. Sono stati piantati 1.900 alberi. Un’unica area verde è stata realizzata lungo viale Argonne, da piazza Susa a via Lomellina, con piste ciclabili, aree gioco e percorsi pedonali. Largo Augusto e via del Verziere sono stati pedonalizzati. Piste ciclabili e filare alberato in corso Europa. Una nuova pista ciclopedonale in San Cristoforo che unisce le due aree del quartiere passando sopra il Naviglio.
Con l’inaugurazione di tutto il percorso della M4, Milano, insomma, si sta svelando sempre più sostenibile, più moderna e connessa. Ma soprattutto, anche a misura d’uomo.