Nodo ferroviario di Genova: la linea alta velocità/alta capacità europea nel cuore della città

Riqualificazione e sostenibilità al centro del maxi progetto che collegherà il porto del capoluogo ligure con il resto d’Europa

Quando nel 1974, esattamente cinquant’anni fa, sono iniziati i lavori di costruzione del porto di Prà, a Genova, in pochi avrebbero scommesso che quello scalo marittimo sarebbe diventato uno dei più grandi d’Italia. Oggi infatti è l’hub più moderno del porto di Genova, uno snodo logistico strategico dove transitano oltre 1,6 milioni di container ogni anno.

Da qui i container che arrivano via mare vengono caricati sui treni merci trasportati per tutta l’Europa. Un viaggio destinato a cambiare nei prossimi anni, diventando più rapido grazie all’arrivo dell’alta capacità ferroviaria direttamente in porto.

L’ultimo miglio del terzo valico dei Giovi, la linea alta velocità/alta capacità che collegherà Genova con Milano e il resto d’Europa (lunga 53 km), è il nodo ferroviario di Genova; ovvero la tratta cittadina che permetterà la separazione dei flussi di traffico tra treni regionali e treni a lunga percorrenza, una vera e propria “corsia preferenziale” realizzata per rispondere all’esigenza di accelerare i traffici commerciali e sostenere così lo sviluppo di tutta la città.

Riqualificazione e tecnologia: tutte le innovazioni del Nodo di Genova

Realizzare da zero un tracciato su cui far correre i treni veloci in un’area altamente antropizzata come il centro di Genova, avrebbe avuto un impatto considerevole sulla città e la vita dei genovesi.

Da qui la decisione di utilizzare parte del patrimonio infrastrutturale del capoluogo ligure, vecchie gallerie in certi casi più che centenarie che sono state riqualificate, ampliate e trasformate in tunnel moderni, capaci di rispondere alle caratteristiche previste per i corridoi ferroviari europei dell’alta velocità/alta capacità.

Questo complesso e ambizioso progetto, commissionato da RFI e realizzato dal Gruppo Webuild, ha interessato gallerie come la Grazie Bassa, costruita all’inizio del Novecento per migliorare la circolazione delle merci dal Porto Antico, e ha previsto il ricorso a tecniche particolarmente innovative che hanno accresciuto i livelli di sicurezza in cantiere, ridotto i tempi dei lavori e mitigato l’impatto delle opere sulla cittadinanza.

Numerose sono le gallerie interessate dai lavori con interventi altamente complessi come quelli condotti nella Galleria Facchini, un tunnel lungo 137 metri parte della linea ferroviaria “Succursale dei Giovi”.

Per adeguare questo vecchio tunnel agli standard previsti per il transito dei treni merci europei e contestualmente ridurre al massimo i tempi di chiusura della linea ferroviaria, è stato costruito uno speciale guscio metallico protettivo sul quale gli operai hanno potuto lavorare in sicurezza senza che venisse interrotta la circolazione dei treni.

L’utilizzo del guscio di protezione è stato funzionale anche alle attività di consolidamento del terreno sopra la galleria, che è stato messo in sicurezza realizzando fori orizzontali profondi 122 metri. Questi fori sono stati poi riempiti con una miscela di micro-cemento in modo da creare un arco protettivo sopra il tunnel esistente.

Sempre nell’ambito delle lavorazioni della Galleria Facchini, lo scavo ha previsto l’utilizzo di centine semi-automatiche, progettate nei cantieri del Terzo Valico dei Giovi al fine di rendere più sicuro il fronte di scavo.

Anche in questo caso si è trattato di una tecnica altamente innovativa che consente di installare le centine sul fronte di scavo utilizzando solo i macchinari e senza la presenza di personale. In questo modo si evitano operazioni a distanze molto ravvicinate, diminuendo così notevolmente l’esposizione al rischio.

Nodo ferroviario di Genova: innovazioni e nuove tecnologie al servizio di un’opera che cambierà l’Italia

Le innovazioni adottate nella costruzione del nodo ferroviario di Genova, unite al lavoro compiuto per il terzo valico dei Giovi (che correrà in galleria per 36 dei suoi 53 km), hanno permesso la realizzazione di un’opera di considerevole impatto economico e sostenibilità. Il collegamento con il porto di Genova, infatti, ha come obiettivo primario trasportare su ferro entro il 2030 il 30% delle merci che oggi viaggia su strada, riducendo così costi ed emissioni inquinanti nell’atmosfera. Mentre il collegamento con Milano andrà a completare il “corridoio mare” Nord-Reno-Mediterraneo unendo di fatto Genova con Rotterdam, Amburgo e Antwerp. Una volta ultimata la linea, basterà meno di un’ora per raggiungere Milano da Genova, con una riduzione del 33% dei tempi di percorrenza rispetto a quelli attuali e una contrazione del 55% delle emissioni di CO2 rispetto al trasporto su gomma.