Un cumulo di rifiuti. Uno scarico all’aria aperta. Un cocktail tossico. Le espressioni utilizzate per descrivere il fiume Riachuelo in Argentina sono sempre state molto colorite.
Il fiume attraversa la zona sud Buenos Aires e da sempre è stato utilizzato come discarica da ogni genere di insediamento industriale, dalle concerie ai mattatoi, dalle cartiere alle raffinerie. Oltre ad essere stato trasformato in un bagno a cielo aperto per gli insediamenti dei senza tetto che hanno trovato casa lungo le sue rive.
Una storia che è andata avanti per secoli, ma adesso le cose finalmente cambiando.
Grazie ad uno stanziamento di 718 milioni di dollari coperto dalla Banca Mondiale e all’apporto di innovative tecniche ingegneristiche, il governo argentino ha cominciato a ripulire il fiume, trasformando l’ambiente in un luogo sano e piacevole dove vivere.
L’importanza del progetto non può essere sottovalutata: il fiume e l’area circostante, conosciuta come Cuenca Matanza-Riachuelo o bacino di Matanza-Riachuelo, ospita infatti il 23% dei residenti dell’area metropolitana di Buenos Aires e il 9,16% della popolazione totale del Paese.
Un denso yogurt nero
Il fiume Riachuelo è stato abbandonato per così tanto tempo che la sporcizia delle sue acque era già conosciuta in epoca coloniale, quando i macellai gettavano nelle acque le frattaglie degli animali.
Con l’arrivo di industrie e raffinerie nell’era industriale, i livelli di arsenico, cromo, rame, zinco e altri rifiuti tossici sono cresciuti in modo esponenziale, esponendo le generazioni future a un rischio reale – non solo ambientale – ma anche in termini di salute.
Sebbene il suo corso attraversi anche La Boca, il famoso quartiere della capitale argentina noto per le sue case colorate e l’omonima squadra di calcio, l’unica notorietà mantenuta nel tempo da Riachuelo è quella di essere uno dei fiumi più inquinati al mondo.
«Scendendo lungo il letto del fiume, è come affondare in un grosso yogurt nero», ha commentato una volta un sommozzatore professionista all’agenzia di stampa Agence France-Presse.
Uno sforzo coordinato
A seguito di una sentenza del 2008 che ha accolto una denuncia presentata da una cittadina residente, il governo argentino ha creato la Autoridad de Cuenca Matanza Riachuelo (ACUMAR), un’Authority impegnata a coordinare le varie giurisdizioni, municipali, provinciali e federali che hanno competenze diverse sull’area. Tra le tante iniziative avviate, l’Authority ha lavorato gestendo il trasferimento dei residenti, gli effetti negativi delle fabbriche, il recupero delle imbarcazioni affondate sotto il fiume e i lavori preparatori che hanno anticipato la costruzione di due impianti di trattamento delle acque.
«ACUMAR – si legge nel comunicato di presentazione delle sue attività – è impegnata nella pulizia del bacino e nel migliorare la qualità di oltre 8 milioni di persone, garantendo il diritto ai presenti e alle generazioni future di vivere in un ambiente salubre».
Tunnel sotterranei
I finanziamenti della Banca Mondiale hanno permesso l’avvio dei lavori per la costruzione di due impianti di trattamento – uno per le acque sporche, e l’altro per i fanghi. Il progetto include peraltro la realizzazione di una rete di tubature fognarie capace di canalizzare i rifiuti.
«Una volta completate, queste infrastrutture sanitarie consentiranno di trattare e scaricare correttamente il 35% degli scarichi previsti dalla concessione siglata con AySA (Aguas y Saneambientos Argentinos, l’utility idrica argentina) e collegheranno con il sistema sanitario 4,5 milioni di persone residenti nella provincia di Buenos Aires», si legge in un recente report della Banca Mondiale.
L’impianto utilizzato per il trattamento delle acque sporche, Dock Sud, sarà dotato di un innovativo tunnel idraulico da 360 milioni di euro che passerà sotto la bocca del fiume per arrivare fino al fiume Plate. Una volta completato, il tunnel sarà tra i più lunghi del mondo nel suo genere (12 chilometri). I lavori per la sua costruzione, affidati a Salini Impregilo, sono iniziati nel 2014 e stanno procedendo nel rispetto di un programma che prevede una lavorazione di 74,5 mesi.
Posizionato a 40 metri sotto l’alveo, il tunnel sarà utilizzato come un canale di uscita dell’acqua trattata nell’impianto che, grazie al diametro variabile tra gli 1,7 e i 3,8 metri, verrà dispersa dentro il fiume ad una velocità di 27 metri cubi al secondo.
Gli ultimi 1,5 chilometri saranno dotati di un sistema di diffusione, costituito da 34 tubi d’acciaio che spuntano fuori dalla struttura per raggiungere il fondo del fiume Plate e attraverso i quali uscirà l’acqua trattata.